sabato 28 febbraio 2009
Il Papa al clero romano: La Chiesa «baluardo» contro l' idolatria del danaro, l' avarizia, lo scandalo della povertà (La Rocca)
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La Chiesa contro l'idolatria del denaro
Repubblica — 27 febbraio 2009 pagina 4 sezione: POLITICA ESTERA
ORAZIO LA ROCCA
CITTÀ DEL VATICANO
La Chiesa «baluardo» contro l' idolatria del danaro, l' avarizia, lo scandalo della povertà, l' oppressione dei poveri, la disoccupazione, le ingiustizie sociali, gli ingiusti sistemi economici.
Ecco i probabili capisaldi che daranno corpo, senso e forma alla nuova enciclica sociale su cui papa Benedetto XVI sta lavorando da mesi e che dovrebbe essere pubblicata la primavera prossima. E' stato lo stesso Pontefice a parlarne ieri, in Vaticano, nell' udienza a porte chiuse concessa ai sacerdoti romani guidati dal cardinale vicario Agostino Vallini. Si chiamerà Caritas in veritate e sarà la terza enciclica dell' era ratzingeriana, dopo Deus Caritas Est, del 25-12-2005, incentrata sul significato della carità divina; e Spe Salvi del 30-11-2007, sulla speranza della salvezza contenuta nella fede cristiana. Nella terza, Benedetto XVI affronterà le più scottanti problematiche sociali, sulla scia delle analoghe tematiche sollevate da alcuni trai più importanti papi del secolo scorso. Come, ad esempio, Leone XIII con la Rerum Novarum del 1891, la prima enciclica sociale della Chiesa cattolica; Giovanni XXIII che con la Pacem in Terris del 1963 condannò ogni forma di violenza ed oppressione, ed esortò le superpotenze Usa e Urss a fuggire dalle tentazioni della guerra; Paolo VI, autore della Populorum Progressio del 1967 che sollevò i drammi della famee delle oppressioni dei popoli del Terzo Mondo; ma anche Giovanni Paolo II, predecessore di Ratzinger, autore di ben tre encicliche dedicate a questioni sociali e mondo del lavoro, trattati come valori irrinunciabili della dignità dell' uomo. Stando a quel che lo stesso Benedetto XVI ha fatto capire ieri, sollecitato anche dalle domande di alcuni parroci che vivono a contatto con le problematiche della più profonda periferia romana, la sua nuova lettera richiamerà alle loro responsabilità istituzioni, governanti, credenti, non credenti e uomini di buona volontà.
Una precisa scelta di campo, perché - ha anticipato il Papa ai parroci della sua diocesi romana - la Chiesa «ha il dovere di denunciare» i problemi economici e sociali che sono causa di «ingiustizie». Per questo «da molto tempo preparo un' enciclica su questi temi», definiti dal Pontefice «molto difficili» perché «da un lato bisogna parlare con competenza» e «dall' altro con consapevolezza e etica creata dalla coscienza formata dal Vangelo».
Ratzinger non si limiterà ad enunciazioni di principio, ma toccherà anche le più drammatiche vicende che hanno messo in crisi negli ultimi anni i grandi sistemi economici, come emerge, ha spiegato, dal «crollo delle grandi banche americane che mostra quello che è l' errore di fondo: l' avarizia e l' idolatria del denaro che oscurano il vero Dio; ed è sempre la falsificazione di Dio in Mammona che ritorna». Per il Pontefice, in definitiva «la Chiesa deve sempre avere il compito di essere vigilante e, comprendendo le ragioni del mondo economico, è chiamata ad illuminare questo ragionamento con la fede che ci libera dal peccato. Per questo deve farsi sentire ai diversi livelli per aiutare a correggere tanti interessi personali e di gruppi, nazionali e sopranzionali, che si oppongono alle correzioni alla radice dei problemi».
© Copyright Repubblica, 27 febbraio 2009 consultabile online anche qui.
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