sabato 28 febbraio 2009

Di Cicco: La fede personalizzata. Benedetto XVI ai parroci di Roma (Osservatore Romano)


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Benedetto XVI ai parroci di Roma

La fede personalizzata

L'incontro con i parroci di Roma conferma che Benedetto XVI è un Papa disarmato, umanissimo, per nulla arroccato come sbrigativamente si persiste talora a presentarlo.
All'appuntamento quaresimale con i suoi preti, il Papa parla a braccio, ossia improvvisa le risposte, si sottopone a una specie di esame utile per capire davvero dove batte il suo cuore, dove va la sua mente, senza schermi e filtri protettivi. Non ci sono mediazioni che possano far pensare a un pensiero addomesticato. Papa Benedetto si mostra in tutta sincerità anche negli incontri con i giovani o quando gli si chiede di rispondere a domande.
È stato così anche questa volta. Dal taccuino del cronista si ricava una scaletta dell'incontro che dipana uno scambio progressivo di riflessioni sulla fede nel nostro tempo all'interno di contesti di vita concreti.
"Non direi che qui parla un oracolo, al quale voi chiedete" mette subito in chiaro il Pontefice. Il vescovo di Roma non teme di rilevare "il limite" delle sue risposte, ma allo stesso tempo riesce a dimostrare la "semplicità della verità" cristiana rivestita con parole che la gente capisce. "Non viviamo sulla luna. Sono un uomo di questo tempo se io vivo sinceramente la mia fede nella cultura di oggi". Non predica, spiega, attento agli uomini di oggi. "Non posso dare ricette" per situazioni diverse, ma poi sul taccuino leggo che l'annuncio cristiano ha bisogno di parola e testimonianza. I cristiani vengono definiti dal Papa persone di "vita giusta", fermenti di giustizia. La fede si apprende poco per volta, facendo esperienza. Batte molto sulla conoscenza e l'esperienza personale di Dio rivelato in Gesù. Il sapere teologico non basta.
E poi il parlare di Dio viene inserito da Ratzinger all'interno della vita concreta, storica della gente. Oggi - egli osserva - è tempo di crisi economica, grave, causata da errori, avarizia ed egoismi. Occorre fare una denuncia ragionevole e ragionata della crisi. Senza superficialità. Serve competenza nell'analisi, ma anche conversione dei cuori: senza giusti la giustizia non si realizza. Occorre educare le persone alla giustizia. I preti devono insegnare la grande arte di come essere uomini e lo possono fare solo se sanno vivere il mistero racchiuso nella preghiera e nei sacramenti. Anche le pratiche devozionali, argomento su cui non di rado accadono dispute e perfino rotture tra i fedeli, trovano una puntualizzazione equilibrata: "Non sono cose necessarie, ma cresciute nella ricchezza della meditazione del mistero" cioè delle possibilità per avvicinarsi a Cristo, unica luce.
È una forza tranquilla Benedetto XVI, abituato a cogliere l'essenziale e a puntare sull'essenziale su cui convergere, lasciando ampi spazi di libertà. Nel medesimo tempo egli può sembrare paradossale: nelle sue parole troviamo toni e indicazioni che si percepiscono nel vero spessore solo se si esce dagli schemi. Joseph Ratzinger è sempre stato un teologo libero, difficilmente catalogabile negli schemi semplificati di progressismo e conservazione. Interessato e fedele a scrutare le convergenze tra fede e ragione considerate in profondità.
Si pensa di frequente che sia un Papa poco mediatico. Secondo certi parametri può essere. Eppure, mentre rifugge da toni polemici, sempre egli riesce a porre ai media grandi questioni da cui non si può prescindere. Costringe a guardarsi dentro, a investigare senza contentarsi delle apparenze.
Non ci sono categorie politiche nel suo pensare la Chiesa. Lo ha ripetuto da ultimo anche questa volta ai parroci parlando di Maria, la madre di Gesù, presentata come "donna dell'ascolto". La Chiesa pensata e proposta costantemente quale comunità di donne e uomini in ascolto attivo della Parola di Dio, Parola che trasforma il mondo.

c. d. c.

(©L'Osservatore Romano - 28 febbraio 2009)

Dall'Osservatore mi aspettavo molto di piu'...
R.

7 commenti:

euge ha detto...

Mi piacerebbe sapere su quali parametri, Di Cicco definisce poco mediatico il Pontefice. Quest'articolo mi lascia assai perplessa da Di Cicco mi aspettavo qualcosa di più. Evidentemente anche all'Osservatore Romano, stanno aggiustando il tiro nel senso che evitano di schierarsi in modo da dare anche loro, un colpo al cerchio ed uno alla botte.
Una strada di comodo, una linea editoriale che vada bene per tutte le stagioni.

Anonimo ha detto...

Raffa, vai a leggere questo articolo della stampa, please. Si cita anche il blog, commenti compresi.
Il cardinale che si fece Lord di sua maestà di Francesca Paci.
http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/rassegnaQuotidianaFrame.asp
Alessia

Raffaella ha detto...

Ciao Alessia, ho letto e ti devo confessare di essere piuttosto indispettita.
Non siamo il blog di Papa Ratzinger!
Eppure mi pare di essere stata chiara nell'intestazione del blog: Il "Papa Ratzinger blog" vuole essere un omaggio al Santo Padre, Benedetto XVI. Si tratta di una iniziativa personale che non ha alcun riconoscimento ufficiale.
R.

Anonimo ha detto...

Penso e spero abbia inserito l'intero colloquio del papa con i parroci, quindi mi sembra sufficiente. Se i giornali italiani lo inserissero per intero, forse l'opinione sul Papa di molti cambierebbe. Marco

Anonimo ha detto...

Appunto, Raffa. Questi pseudo giornalisti usano disinvoltamente il blog e noi semplici fedeli, colpevoli di essere devoti al Santo Padre, per creare i loro scenari da spy story. Sono parecchio indignata.
Alessia

mariateresa ha detto...

io non riesco a leggerlo questo articolo segnalato da alessia. ma che caspita dice?
Se la signora in questione dice delle bubbole, le si può pure scrivere.

Caterina63 ha detto...

Raffaella ha detto...
Ciao Alessia, ho letto e ti devo confessare di essere piuttosto indispettita.
Non siamo il blog di Papa Ratzinger!
Eppure mi pare di essere stata chiara nell'intestazione del blog: Il "Papa Ratzinger blog" vuole essere un omaggio al Santo Padre, Benedetto XVI. Si tratta di una iniziativa personale che non ha alcun riconoscimento ufficiale.
R.

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Cara Raffaella tu hai fatto bene a specificarlo, ma non ti sminuire ^___^
l'imprimatur seppur non ufficiale lo si ottiene anche spiritualmente attraverso la fedeltà e l'onestà del servizio che si vuole rendere non come portavoce, ma quale ECO di chi non ha voce e vuole portare avanti senza interpretazioni arbitrarie il vero Magistero e ciò che dice il Papa senza mai dissociarlo dalla Tradizione della Chiesa...

Non ho potuto leggere l'articolo segnalato da Alessia...

Riguardo alla riflessione di Di Cicco, sull'O.R. è lampante come si voglia dipingere un Papa UMANO, ANCHE DEBOLE, LIMITATO...ma che non demorde...
Questo genere di riflessioni spingono il lettore che NON conosce il ruolo di Pietro e la forza e potenza della sua autorità petrina, verso una rilettura del primato e della figura stessa del pontefice già privata della Tiara, simbolo non di autorità ma di AUTOREVOLEZZA DI CRISTO RE...

Sono riflessioni indubbiamente vere per certi aspetti, ma assai pericolosi sotto altri aspetti e in questo tempo di profonda confusione DEI RUOLI...

Fraternamente CaterinaLD