mercoledì 18 marzo 2009

Il commento di padre Lombardi al viaggio del Papa in Africa (Radio Vaticana)


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Il commento di padre Lombardi al viaggio del Papa in Africa

Sul primo contatto del Papa con l’Africa, al suo arrivo ieri in Camerun, ascoltiamo il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi, al microfono del nostro inviato Giancarlo La Vella:

R. – Mi sembra un contatto meraviglioso, soprattutto l’accoglienza che si è avuta nella città: il lungo trasferimento di alcune decine di chilometri, dall’aeroporto fino alla nunziatura, è stato segnato da un grande entusiasmo, una calorosa accoglienza … Anche i monsignori della nunziatura con cui mi trovavo mentre viaggiavamo mi dicevano che loro stessi non si aspettavano un’accoglienza di questo genere. C’era veramente tantissima gente, soprattutto poi nel centro della città, e poi con le espressioni di affetto e di gioia tipicamente africane: canti, gesti, sorrisi, movimenti di danza … Ecco, veramente, meglio di così mi pare che sarebbe stato difficile accogliere il Santo Padre e certamente lui si è sentito molto bene accolto. Del resto, anche il discorso che egli ha fatto all’aeroporto a me è sembrato subito un discorso molto significativo, molto importante. Bisogna pensare che durante la visita in Camerun ci saranno soprattutto momenti ecclesiali; quindi questo discorso è stato un discorso alla Nazione – in generale – con l’invito alla pace, l’invito alla riconciliazione e la lode per gli aspetti positivi della cultura di pace e di convivenza tra le diverse etnie che c’è nel Camerun e anche un forte invito al mondo intero ad aiutare l’Africa a crescere sulla via della pace, della giustizia e della riconciliazione che è appunto il tema del Sinodo africano. Interessante è anche l’accenno, molto forte, alla cura dei malati di Aids, alla cura gratuita per i malati di Aids. Ecco, quindi, un discorso del Papa che già entra proprio nel cuore dei problemi dell’Africa anche se in un modo piuttosto conciso. E anche tutta l’accoglienza da parte del presidente e delle altre autorità mi è sembrata molto positiva. Insomma, un avvio di viaggio, qui in Camerun, estremamente sereno, estremamente costruttivo che lascia ben sperare per quello che ci si attende e che si desidera da questo viaggio in Africa.

D. – Intanto si continua a parlare di quanto detto dal Papa in aereo sull’Aids...

R. – Naturalmente in una risposta brevissima si possono dire poche cose, però i punti essenziali erano molto chiari. Anzitutto c’è la formazione che la Chiesa dà nel campo della responsabilità e della responsabilità anche nell’uso della sessualità, nel quadro della famiglia, del matrimonio, della visione della persona umana e della famiglia e del matrimonio che la Chiesa ha. Quindi, responsabilità anzitutto. Poi, l’impegno anche per le cure mediche. In questo il Papa ha fatto l’esempio del progetto “Dream” della Comunità di Sant’Egidio, di cui tra l’altro ha incontrato questa mattina proprio un bel gruppo di rappresentanti del Centro di formazione di questo progetto, che si trova qui in Camerun. C’erano 67 giovani africani che si stanno formando per essere operatori di questo progetto che è già lanciato e attivo in dieci Paesi africani, con 100 mila malati in cura e un milione sotto osservazione. Quindi, le cure, che sono per fortuna, oggi, piuttosto efficaci, anzi molto efficaci, sono messe in pratica pienamente: si parla del 97 per cento di efficacia. E il Papa – come dicevo - ha chiesto ieri, durante il discorso all’aeroporto, anche la gratuità di queste cure. Poi, il terzo punto, è quello della vicinanza a chi soffre, e in questo la Chiesa ha una grandissima tradizione con tutta la sua presenza nel mondo della sofferenza. E quando il Papa andrà a visitare anche il Centro Leger, domani, dovrà testimoniare questa attenzione della Chiesa a chi soffre. Ecco, quindi, responsabilità, impegno per le cure sanitarie e vicinanza a chi soffre. Pensare che i problemi si risolvano puntando tutto o mettendo l’attenzione quasi esclusivamente sull’uso dei preservativi è un’illusione, perché non va nel senso della responsabilità e della crescita della persona nella sua completezza, ma anzi può essere anche una componente di non aiuto a far crescere nella responsabilità. In questo senso, i punti positivi su cui la Chiesa si impegna sono altri.

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