martedì 17 marzo 2009
La solitudine e la speranza in quella lettera del Papa (Bruno Forte)
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Leggiamo questo editoriale di Bruno Forte e poi commentiamo.
Sono sinceramente perplessa...
R.
... LE PAROLE RIVOLTE AI VESCOVI ...
La solitudine e la speranza in quella lettera del Papa
di Bruno Forte *
In uno dei versi folgoranti del suo "Cantico" San Giovanni della Croce - il poeta mistico per eccellenza - parla di "la música callada, la soledad sonora, la cena que recrea y enamora": la "musica taciuta", la "solitudine sonora", la "cena che ricrea ed innamora".
Queste parole mi sono venute in mente riflettendo sulla Lettera di Benedetto XVI ai vescovi della Chiesa cattolica sulla revoca della scomunica ai quattro Vescovi lefebvriani. L'immagine della musica è quella che mi ispira il riferimento addolorato del Papa alle critiche interne alla comunità ecclesiale, che si sono spinte fino ad avere il sapore di lacerazioni e di ferite: la "sinfonia" che caratterizza la "complexio catholica", l'accordo delle voci nella pur grande varietà delle note e dei motivi, è parsa oscurata, come messa a tacere dal brusio dei risentimenti, dei malumori, delle opposizioni. Certo, la Chiesa non è nuova all'esperienza di tensioni perfino laceranti, come dimostra la sua lunga storia.
Tuttavia il riaffiorare virulento delle tensioni sembra oscurare proprio quel bene supremo della fede che è la sua "cattolicità", il suo essere una nella diversità dei contesti, una per offrire a tutto l'uomo, a ogni uomo il dono di Dio, la buona novella di Gesù.
La "musica taciuta" è però anche quella della comunione profonda, silenziosa e orante, che non è mai mancata nella comu-nità ecclesiale e che anche adesso è viva, come nota lo stesso Papa citando le espressioni di unità e le assicurazioni di preghiera che lo hanno raggiunto da ogni parte del mondo. Al di là di tutto il possibile chiasso mediatico che enfatizza le contrapposizioni, il popolo di Dio- nella sua maggioranza silenziosa - ama la Chiesa e, pur nella complessa diversità delle situazioni storiche e dei punti di vista, la vuole unita nell'impegno accanto ai poveri e nell'annuncio della buona novella che dà speranza al mondo.
Questa sinfonia al tempo stesso presente e taciuta, negata, eppure ostinata, fa risaltare ancor più la "solitudine sonora", l'eloquente e visibile peso dell'essere solo del Papa nel portare le chiavi di Pietro: anche qui, prima di tutte le dietrologie, che leggono fazioni e partiti, trappole e inganni nella grande macchina del governo della Chiesa, c'è un dato di fatto incontrovertibile. Il Papa è solo: ma il Papa non può non esserlo. Tenere saldo il timone della barca del Pescatore di Galilea sui mari della storia non è impresa misurabile sui successi umani, sull'audience o sul consenso. Il successore di Pietro ha un Unico cui rispondere: «Simone, Simone... io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli» (Luca 22,32). Al discepolo cui confida le chiavi del regno il Nazareno non promette facili successi o percorsi tranquilli. Dovrà portare la croce: e più grande è il compito, più grande l'amore richiesto, più la croce della solitudine sarà presente.
Quello che la lettera del Papa dice, con tratti di umiltà commovente e perfino conturbante, è questa inevitabile condizione di colui che porta l'anello del Pescatore. Nel segno paradossale di un testo che riconosce sbagli di modalità e di forme, di cui dice il Papa - «mi rammarico sinceramente », resta l'autorevolezza del testimone, che ribadisce la scelta del primato dell'amore nonostante tutto e al di sopra di tutto. Un amore offerto verso chi dalla Chiesa si era separato altezzosamente. Un amore che chiede verità e fedeltà, perché rispetto al Vaticano II indietro non si torna, e i lefebvriani potranno essere nella piena comunione ed esercitare lecitamente il loro ministero solo quando avranno espressamente dichiarato fiducia e obbedienza al Concilio e al magistero dei Papi da Giovanni XXIII in poi.
C'è infine l'immagine della«cena che ricrea e innamora»: è quella che è stata evocata in me dalla fede profonda e dall'amore a Cristo e agli uomini che traspare in ogni passo della lettera di Benedetto XVI.Nonostante difficoltà e tensioni, la speranza e la pace non possono mancare in chi ama la Chiesa e sa che in essa lo Spirito di Dio continua a operare. La "cena" è il pane dell'eu-caristia, che ha la forza di ricreare la speranza e di colmare il cuore degli uomini dell'amore che viene dall'alto.Con la forza di questo pane, Benedetto XVI rilancia il grande scopo del suo servizio alla Chiesae al mondo,con parole che più chiare non potrebbero essere: «Nel nostro tempo in cui in vaste zone della terra la fede è nel pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova più nutrimento, la priorità che sta al di sopra di tutte è di rendere Dio presente in questo mondo e di aprire agli uomini l'accesso a Dio. Non a un qualsiasi dio, ma a quel Dio che ha parlato sul Sinai; a quel Dio il cui volto riconosciamo nell'amore spinto sino alla fine - in Gesù Cristo crocifisso e risorto. Il vero problema in questo nostro momento della storia è che Dio sparisce dall'orizzonte degli uomini e che con lo spegnersidella luce proveniente da Dio l'umanità viene colta dalla mancanza di orientamento, i cui effetti distruttivi ci si manifestano sempre di più. Condurre gli uomini verso Dio, verso il Dio che parla nella Bibbia: questa è la priorità suprema e fondamentale della Chiesa e del successore di Pietro in questo tempo». E una lettera inso-lita, in cui il cuore del successore di Pietro si confessa con sincerità totale al cuore dei vescovi suoi fratelli, è certamente un modo nuovo e toccante di presentare al mondo il volto di questo Dio.
* Arcivescovo di Chieti-Vasto
© Copyright Il Sole 24 Ore, 15 marzo 2009
Bellino questo articolo ma purtroppo, stranamente (ma non tanto), tace sulle frasi rivolte dal Papa ai vescovi proprio sul Concilio Vaticano II.
Rileggiamole:
"Non si può congelare l’autorità magisteriale della Chiesa all’anno 1962 – ciò deve essere ben chiaro alla Fraternità. Ma ad alcuni di coloro che si segnalano come grandi difensori del Concilio deve essere pure richiamato alla memoria che il Vaticano II porta in sé l’intera storia dottrinale della Chiesa.
Chi vuole essere obbediente al Concilio, deve accettare la fede professata nel corso dei secoli e non può tagliare le radici di cui l’albero vive".
Mons. Forte rimprovera i Lefebvriani dicendo: "Un amore offerto verso chi dalla Chiesa si era separato altezzosamente. Un amore che chiede verità e fedeltà, perché rispetto al Vaticano II indietro non si torna, e i lefebvriani potranno essere nella piena comunione ed esercitare lecitamente il loro ministero solo quando avranno espressamente dichiarato fiducia e obbedienza al Concilio e al magistero dei Papi da Giovanni XXIII in poi".
Bene, ma perche' tanto rigore per alcuni e tanta indulgenza verso quei vescovi che hanno attaccato, anzi azzannato, il Papa? Erano vescovi e cardinali in comunione (vera o presunta) con il Santo Padre.
Perche' sminuire la gravita' di questa situazione?
No, questo articolo non mi soddisfa pienamente cosi' come, per le stesse ragioni, l'intervista rilasciata dallo stesso Mons. Forte a Zenit in cui addirittura attacca direttamente Mons. Fellay. E' questo che chiede il Papa nella sua lettera?
Amore, comunione, misericordia e rispetto gli uni per gli altri!
R.
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11 commenti:
Raffa, ma poi, a quanto ti risulta, fu vero il boicottaggio da parte di Forte e/o del suo staff (sotto forma di indebite pressioni) dell'inserimento di Summorum Pontificum -e dei testi dell'antico Messale- fra i contenuti del bellissimo e utilissimio sito Maranatha.it?
No, perchè, se quella cosa successe davvero, allora, anche solo per quello, questo articolo e il suo Autore sarebbe "come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna" ...
Non ho informazioni sul bellissimo sito Maranatha.it (approfitto per salutare Paolo e Giovanni!), ma segnalo questi due articoli:
http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com/2007/09/messa-tridentina-bagarre-nella-cei.html
http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com/2007/09/baruffa-in-cei-sulla-messa-de-marco.html
Chiaro :-)
R.
la solita retorica e una oerformance dell'"immaginifico" Forte... "solitudine sonora" e compagnia bella, ma i contenuti soprattutto in riferimento ai lefebvriani non mi sono piaciuti e condivido quel che dice Raffaella
Non so, forse ci sono troppi "pequenos Ratzinger" , in Curia romana, come certi dicono. Quel che però mi par chiaro, è che , in questo esatto momento, i Sacri Palazzi non abbisognano di "pequenos Rahner"... (Vedi anche i ringraziamenti 'anti-teoacrobatici'ad Arinze dopo gli Esercizi..)
Per dirla in una linguaggio para-fortiano : der Stand der Dinge mi in-duce a pensare che l'attuale non sia il kairos di Forte: il Vaticano necessita di altre personalità, per essere con-fortato.. :)
Cara Raffaella,
tu sai che la nostra linea è quella di lavorare in silenzio e senza clamore. Ora che siamo in ballo… è venuto il momento per chiarire un poco la nostra situazione. Siamo stati felicemente occupati a tempo pieno per accudire i nostri genitori, cofondatori con noi figli del sito Maranatha.it. E’ grazie alla loro degenza di undici anni che con l’aiuto di Nostro Signore è nato il sito.
http://www.maranatha.it/Benvenuti/BenvenutiPage.htm
Ci hanno lasciato due anni fa, ora sono in cielo e noi continuiamo ad offrire questo servizio alla Chiesa ed ai fratelli vicini e lontani finché Dio vorrà. Ci penserà la nostra vecchiaia o le malattie che certamente incomberanno per fermarci, ma abbiamo fiducia che il nostro lavoro continuerà da persone più capaci e giovani che il Signore certamente provvederà.
Non ti meravigliare Raffaella di quello che ti confermiamo, ma per noi è un fatto molto naturale essere stati e tuttora continuamente attaccati, intimoriti ed altro, e stranamente … solo da uomini di Chiesa: preti, religiosi, alti prelati e vescovi. Contrapposto un mare di apprezzamenti da semplici fedeli, parrocchie, vescovi fedeli, cardinali e dai nostri più amati “missionari nel mondo”. Molte persone da tutto il mondo ci chiedono edizioni di Maranatha.it nelle loro lingue, specialmente le lingue occidentali.
Per ciò che riguarda la lingua cinese, abbiamo collaborato con il Padre Paul Leung di Hong Kong e da più di due anni esiste il suo sito http://www.mhchina.net/ .
Ci sembra molto strano, che le Conferenze Episcopali, Italiana ed estere, non provvedono loro il servizio di Liturgia molto richiesto, tanto più che hanno molte più risorse materiali e intellettive e di competenza di noi due peones.
Il primo severo attacco è avvenuto circa quattro anno nel pieno dei nostri problemi familiari dall’allora responsabile della Libreria del Vaticano che scriveva anche a nome della CEI (e da Editori interessati che tuttora non offrono alcun sussidio per la Messa Antica). Il loro obbiettivo era di stopparci con la scusa del copyright. Non vado nei dettagli delle due lettere ricevute di stampo ….. non è nostra intenzione creare scandalo. Abbiamo semplicemente risposto che come battezzati abbiamo il dovere-diritto di diffondere la Parola del Signore. “Avete mai pagato il copyright a Nostro Signore per il Padre Nostro? Avete mai pagato il copyright agli evangelisti? e … ai Padri della Chiesa? “. “Noi andiamo avanti piuttosto al martirio, ma noi non ci fermiamo”! Poi è intervenuto QUALCUNO ai piani alti e abbiamo potuto continuare.
Gli altri attacchi sono iniziati e continuano tuttora da quando abbiamo inserito il Missale Romanun di S.Pio V e non molto strano a dirsi per aver anche inserito il Missale Romanun in Latino di Paolo VI perché è sempre stata loro intenzione di “non divulgarlo” data la “infedele traduzione” fatta in italiano nel Messale riformato.
Questo lavoro che abbiamo pubblicato è stato fatto grazie alla tuttora collaborazione di esperti in liturgia, docenti dell’università pontificia, coordinati da un valente sacerdote della Diocesi di Roma.
http://www.maranatha.it/MissaleRomanum/introdpage.htm
http://www.maranatha.it/novusordo/a1page.htm
Bruno Forte, per mezzo del suo responsabile dell’Ufficio Liturgico, è stato un dei primi e più “cattivi interventi ricevuti” perché togliessimo il Messale Tradizionale di S. Pio V.
Dalla revoca della scomunica della fraternità SSPX si sono intensificati gli attacchi.
C’è sempre stato un continuo e ridicolo accanimento perché togliessimo il Banner “DOMINUS IESUS” nella HomePage di Maranatha.it. Questo “Dominus Iesus”ha fatto imbestialire più di uno, ma come vedi è da anni sempre presente in prima pagina.
Non parliamo della nostra Diocesi che dopo aver ignorato per anni questa nostra risorsa web al servizio della Chiesa, ci ha contattato per la prima volta in relazione all’intervento del liturgista di Bruno Forte per il solo fatto che in un articolo della STAMPA si faceva riferimento ad “un imprecisato sito cattolico della Diocesi di Chiavari”. Altri problemi recenti sono avvenuti in diocesi e nella nostra parrocchia da quando abbiamo fatto richiesta ed ottenuto ogni sabato pomeriggio la Santa Messa Tradizionale.
Cara Raffaella, non vogliamo concludere questa nota negativa, perché quei vescovi e sacerdoti che ci hanno aggrediti, sono una “piccola cosa” rispetto alle molteplici lettere di approvazione e di ringraziamento e di entusiasmo che continuamente riceviamo da seminaristi, sacerdoti e alti prelati per i sussidi che pubblichiamo per approfondire e diffondere la Liturgia della Chiesa ed in particolare per la Santa Messa Tradizionale.
Un pensiero, un ringraziamento, una nostra continua preghiera per il Santo Padre. Dio ce lo conceda per lunghi anni, per noi e per la nostra Chiesa
Con affetto,
Paolo e Giovanni
Grazie, carissimi Paolo e Giovanni :-)
R.
Forte vuol proprio un posto in vaticano,articolo scritto bene ma assolutamente inutile,troppo lontano da quello che il Papa vuole,questo non ha capito proprio niente.E per favore lasci in pace San Giovanni della Croce.Questo vescovo come tantissimi altri dov'era quando noi parroci abbiamo raccolto la nostra gente attorno agli altari per pregare per il PAPA,NELLA SANTA MESSA, NELL'ADORAZIONE,NELLA RECITA DEL S.ROSARIO ?Vergogna!Quale vescovo ha chiamato a raccolta preti e gente nel momento in cui tutti erano addosso al santo Padre?Aspettavano senza schierarsi come i cani muti dell'oracolo profetico,poi dopo la lettera un Capolavoro,dopo i primi schieramenti adesso si rubano le paginme di avvenire i siti,le interviste...Vergogna.Ma non fa niente il papa conti su soi parroci
che sono ancora in ginocchio e piangono anche per il dono immeritato dell'anno sacerdotale.Un parroco di campagna.
un bronzo che risuona mi sembra un'immagine perfetta da' proprio l'idea di mons. Forte :un incantatore quando parla,ma che sempre lascia l'impressione di autoascoltarsi e molto compiacersi. Una sola volta l'ho visto sinceramente emozionato ed è stato quando il Papa è venuto in Abruzzo
Carissima Raffaella ne approfitto per mandare un GRAZIE grande grandissimo ai grandi di Maranatha!!!
Non avete idea e nemmeno potrei spiegare quanto siete stati importanti nel mio cammino di conversione e che grazia sia veder correre questo Vostro splendido strumento di Dio in giro per il mondo.
Ricordo un Vescovo strabiliato quando ha scoperto che si poteva pregare l'Uffico divino leggendolo sul cellulare.
E che dire delle meditazioni sulla Sacra Scrittura che diventano così facili e accessibili con la Bibbia del Sito, che tra l'altro può essere consultata in ogni momento anche sul telefonino?
Col Messenger, poi, mi trovo talora a pregare la Liturgia delle ore con missionari dall'altro capo del mondo, leggendola in contemporanea su Maranatha: un'esperienza ecclesiale fantastica, con il Signore Gesù che sorride in mezzo ai suoi Cristiani riuniti concordi in preghiera con Maria, benchè a centinaia di chilometri di distanza gli uni dagli altri.
Queste sono le cose belle del"l'Internet"!
Questa è la Santa Chiesa di Cristo da amare!
E se dei poveretti vi danno contro, rallegratevi perchè il premio per voi sarà più grande. Preghiamo per loro perchè davvero non sanno quello che fanno.
Bruno Forte: un altezzoso vescovo post conciliare, un rivoluzionario diventato cane da guardia della rivoluzione, un giocoliere con le parole. Da cestinare.
Grazie Paolo e Giovanni per le informazioni di prima mano: è peggio di quanto pensassi. Grazie prete anonimo di campagna: la chiesa vive per quelli come te.
"A volte si ha l’impressione che la nostra società abbia bisogno di un gruppo almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale poter tranquillamente scagliarsi con odio. E se qualcuno osa avvicinarglisi – in questo caso il Papa – perde anche lui il diritto alla tolleranza e può pure lui essere trattato con odio senza timore e riserbo."
Queste parole del Papa, per me non valgono solo per la FSSPX ma per tutti coloro che sono attaccati alla Forma Straordianria del Rito Romano. E questo si vede in molte Diocesi purtroppo. Certi Vescovi davanti alle accorate parole del Santo Padre preferiscono simulare unita e far finta di niente.
Un incoraggiamento ancora più forte ai fratelli Paolo e Giovanni e a tutti coloro che amano veramente la chiesa ed il Papa a partire dalla nostra ospite Raffaella.
Con affetto in Cristo: Lucpip
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