domenica 26 aprile 2009

La visita del Papa in Abruzzo in quattro tappe. Il Pallio di Benedetto XVI a Celestino V (Lambruschi)


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Visita in quattro tappe, il suo pallio a Celestino

Il Pontefice renderà omaggio alle vittime di Onna, poi una preghiera davanti alla Casa dello studente

DAL NOSTRO INVIATO ALL’AQUILA

Paolo Lambruschi

Un intenso pellegrinaggio in quattro tappe per il Papa , martedì nell’Aquilano.
Benedetto XVI abbraccerà a Onna, simbolo del terremoto abruzzese, la piccola comunità distrutta, che ha perduto un abitante su sei sotto le macerie. Dietro il borgo l’esercito e la Protezione civile hanno predisposto un piccolo eliporto. La macchina organizzativa prevede l’arrivo del Pontefice alle 9,30 nel paese martire, 40 vittime, tra cui diversi minori.
Qui incontrerà chi ha perso i propri cari ed è rimasto senza casa.
Il parroco colombiano don Cesare Cardoso ha allestito nel campo che ospita 300 persone una grande tenda dentro la quale, in caso di maltempo, saranno collocate le panche recuperate dalle macerie. Davanti, una spianata ricoperta di breccia e ghiaia che avrà sullo sfondo le abitazioni accartocciate. Accanto, i pompieri hanno salvato la campana della chiesa e l’hanno imbragata su quattro colonne di ferro, creando un piccolo campanile. Don Cesare ha chiesto ai parrocchiani, soprattutto a chi ha avuto un lutto, di scrivere un pensiero al Papa .
E il ricordo va inevitabilmente alle vicende più tragiche. Alla donna leucemica romena, estratta viva dalla casa crollata sotto la quale sono morti il marito e due figlioletti. O ai bambini, anche di pochi mesi, e ai ragazzi rimasti uccisi.
A Onna è sempre stata forte la devozione mariana.
In un container è custodita, vigilata dai carabinieri, la preziosa statua lignea di Maria, cui tuttora gli onnesi si rivolgono nei momenti di sconforto e dolore. Verrà esposta per il Santo Padre.
A bordo della Papa mobile, Benedetto si muoverà lungo strade abitualmente percorse dai mezzi di soccorso e ai margini delle quali da qualche giorno campeggia un manifesto con un’aquila e la scritta «ridateci le ali, torneremo a volare».
Quindi, raggiungerà l’altro luogo simbolo della città colpita, la basilica di Santa Maria di Collemaggio.
Varcherà la Porta santa per venerare l’urna di San Celestino V, il Papa eremita incoronato proprio qui. E, gesto più clamoroso della visita, donerà il pallio della sua elezione al predecessore perché ne venga avvolto.
Siamo entrati nella splendida basilica, chiusa al pubblico, insieme al rettore don Nunzio Spinelli, sfollato nella tendopoli antistante la chiesa duecentesca, magnifico esempio di romanico abruzzese.
Ha retto la navata, dall’esterno non si colgono i danni. Sono invece completamente crollati abside e transetto, le macerie sono accatastate sul fondo del tempio. «La navata ha retto perché era stata restaurata nel 1972 – commenta don Spinelli –, contiamo così di riuscire a celebrare la Perdonanza la sera del prossimo 28 agosto, chiudendo la chiesa il giorno dopo». Il dono del pallio papale assume un’importanza fondamentale per la chiesa aquilana proprio per sottolineare il valore della Perdonanza, la bolla che Celestino lasciò alla città il 28 agosto del 1294, quando fu incoronato Pontefice.
Inoltre, la visita di Benedetto XVI per la basilica rappresenta una spinta importante.
«Sarà la prima opera d’arte ad essere recuperata, la soprintendenza e il ministero hanno lanciato una sfida, riaprire Collemaggio». Il Papa sosterà poi in preghiera davanti alla casa dello studente, in una zona inaccessibile, dove incontrerà in un momento particolarmente toccante anche una piccola delegazione di giovani superstiti. Poi passerà per la città dove la distruzione si mostra a macchia di leopardo, per le case delimitate dai nastri biancorossi della Protezione civile e accanto alle tendopoli blu. Quindi, Ratzinger raggiungerà l’ultima tappa, l’immensa caserma degli allievi ufficiali della Finanza, luogo simbolo del dolore e della ricostruzione. Luogo che ha visto la morte e la portata di questa tragedia immane, come l’ha chiamata lo stesso vescovo di Roma. Qui sostarono le salme delle vittime nelle prime ore strazianti, con i parenti in angosciosa attesa per il riconoscimento.
E qui vennero celebrati i funerali di Stato dal cardinale Bertone. Qui Benedetto XVI incontrerà le autorità, dai sindaci dei paesi colpiti alle istituzioni locali. E qui abbraccerà la Chiesa aquilana, i vescovi abruzzesi, tutti i fedeli.
Ma in questa grande struttura che ha ospitato il consiglio dei ministri e probabilmente i Grandi della Terra al G8 di luglio ha anche trovato posto il primo coordinamento dei soccorsi, portati dai volontari della protezione civile. Che ha spedito tutti i volontari ad aiutare i 67mila sfollati nelle tendopoli e negli alberghi. Un luogo di vita dove il Papa, dopo aver tenuto un breve discorso, compirà due gesti importanti. Depositerà la rosa d’oro, l’omaggio che si deve ai grandi santuari, davanti alla statua della Madonna di Roio, la Madonna dei pastori abruzzesi ospitata nel santuario diocesano.
E poi intonerà il Regina Coeli, perché sulla città scendano le ali della speranza.

© Copyright Avvenire, 26 aprile 2009

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