mercoledì 25 novembre 2009

Il Papa: Dio ci è amico, rispetta la nostra libertà (Izzo)


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Il Papa: “La contemplazione è il punto di arrivo, il risultato di un arduo cammino, che comporta il dialogo tra la fede e la ragione” (Sir)

Il Papa: i sacerdoti valorizzino con sapienza pastorale i segni propri dei riti sacramentali, curandone attentamente la catechesi (Sir)

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Prossimamente in libreria "Benedetto XVI oltre le mode del pensiero" di Francesco Antonio Grana. In anteprima la prefazione del card. Michele Giordano

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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

PAPA: DIO CI E' AMICO, RISPETTA LA NOSTRA LIBERTA'

di Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 25 nov.

''A chi conosce il senso della storia descritta nella Bibbia le vicende umane appaiono segnate dalla Provvidenza divina, secondo un suo disegno ben ordinato''.
Lo ha sottolineato Benedetto XVI nella catechesi all'Udienza Generale di oggi, affermando che una ''visione teologica della storia mette in evidenza l'intervento sorprendente e salvifico di Dio, ma sempre salvaguardando la liberta' e la responsabilita' dell'uomo''.
''La storia - ha spiegato - non e' l'esito di un destino cieco o di un caso assurdo'': al contrario, in essa ''opera lo Spirito Santo, che suscita un meraviglioso dialogo degli uomini con Dio, loro amico''.
Questa riflessione e' stata proposta dal Papa a partire dalle pagine di Ugo di San Vittore, monaco dell'abbazia fondata a Parigi, all'inizio del XII secolo, da Guglielmo di Champeaux. ''In modo originale rispetto ai suoi contemporanei - ha rilevato il Pontefice teologo - insistette sull'importanza del senso storico-letterale delle Scritture, per cui prima di scoprire il valore simbolico e l'insegnamento morale dei racconti biblici, occorre conoscere e approfondire il significato della storia narrata nella Scrittura''. In caso contrario, ha osservato il Papa citando il monaco, ''si rischia di essere come degli studiosi di grammatica che ignorano l'alfabeto''.
''Come cambierebbe il mondo se nelle famiglie, nelle parrocchie e in ogni altra comunita' i rapporti fossero vissuti seguendo sempre l'esempio delle tre Persone divine, in cui ognuna vive non solo con l'altra, ma per l'altra e nell'altra!'', ha commentato Ratzinger, ricordando che il mistero trinitario ispira la visione cristiana della vita per la quale ''viviamo per amare e per essere amati''. Infatti, ''solo l'amore ci rende felici, e' l'amore a compiere questo incessante miracolo: come nella vita della Santissima Trinita', la pluralita' si ricompone in unita', dove tutto e' compiacenza e gioia''.
''La contemplazione - ha osservato il Pontefice citando ora Riccardo di San Vittore, che fu allievo di Ugo - e' il punto di arrivo, il risultato di un arduo cammino, che comporta il dialogo tra la fede e la ragione, cioe' un discorso teologico'' che ''parte dalle verita' oggetto della fede, ma cerca di approfondirne la conoscenza con l'uso della ragione''.
E lo fa per ''appropriarsi della fede'', ha aggiunto Benedetto XVI a braccio esortando gli ottomila fedeli presenti a ''un cammino spirituale'' che possa aiutare a ''ordinare con la ragione i sentimenti ed i moti interiori affettivi ed emotivi''. ''Solo quando l'uomo ha raggiunto equilibrio e maturazione umana in questo campo e' pronto per accedere alla contemplazione'', che Riccardo di San Vittore defini' ''uno sguardo profondo e puro dell'anima riversato sulle meraviglie della sapienza, associato a un senso estatico di stupore e di ammirazione''.
Da Ugo di San Vittore, invece, la Chiesa di oggi dovrebbe imparare a valorizzare ''con sapienza pastorale i segni propri dei riti sacramentali, curandone attentamente la catechesi, affinche' ogni celebrazione dei sacramenti sia vissuta da tutti i fedeli con devozione, intensita' e letizia spirituale''.
La sua teologia, infatti, e' vicina ''alla sensibilita' contemporanea, perche' i sacramenti vengono presentati con un linguaggio intessuto di simboli e di immagini capaci di parlare immediatamente al cuore degli uomini''.

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