mercoledì 25 novembre 2009

Un prete anglicano sposato diventa cattolico e si spiega (Italia Oggi)


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Un prete anglicano sposato diventa cattolico e si spiega

Quando era ancora adolescente a Glasgow James Bell, parroco della chiesa di Santa Maria a Inverness, nel nord della Scozia, amava entrare nelle chiese cattoliche.
«La musica, la ricchezza della liturgia, l'estetica delle cerimonie», ricorda, gli avevano toccato il cuore. Ma con il padre, la madre e il fratello, il giovane andava alla messa anglicana. E fu questa religione che padre Bell abbracciò per servire Dio allorché si unì alla Chiesa d'Inghilterra nel 1972.
Mentre l'attrazione quasi sensuale per la Chiesa cattolica diventava spirituale, per tutti i trent'anni seguenti egli non smise di pensare al Vaticano, dove l'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, ha incontrato sabato scorso papa Benedetto XVI, qualche settimana dopo la decisione della Chiesa cattolica di aprire le sue porte agli anglicani tradizionalisti. Il rettore del seminario dove Bell si è formato gli aveva consigliato di diventare cattolico.
«I miei migliori amici sono tutti cattolici», ha aggiunto Bell, mentre la moglie, sposata nel 1974, si è dichiarata sorpresa che la conversione sia arrivata così tardi. «Presso gli anglicani la liturgia varia da un vescovo all'altro, da una parrocchia all'altra, da una messa all'altra», ha spiegato Bell, rammaricandosi di vedere preti divorziati o che celebrano messa in cravatta o che battezzano senza la dovuta preparazione e auspicando sempre più una Chiesa «che indica la direzione».
Da quando poi nel 1970 si sono dotati di una nuova struttura interna di governo, il sinodo generale, «una sorta di parlamento all'interno del quale i vescovi hanno perduto potere a vantaggio di tutti i membri del clero», Bell ha visto la sua Chiesa «divenire più politica che liturgica». Nel 1992 l'organo legislativo ha votato il sacerdozio femminile.
E questo ha fatto svanire le speranze di Bell per una riunificazione fra anglicani e cattolici. Da allora la sua decisione è presa, ma dovrà attendere ancora alcuni anni per convertirsi al cattolicesimo, prima di tutto per motivi economici. Egli infatti non aveva diritto alla pensione prima dei 60 anni.Oggi Bell si dice soddisfatto. «Per la prima volta nella mia vita», ha dichiarato, «ho l'impressione che la Chiesa sia la mia casa e il sentimento profondo di appartenere alla famiglia di Dio».L'essere sposato, poi, si traduce nel fatto di non essere vincolato dal voto di castità. Certo, Bell non si fa illusioni: sa di approfittare della crisi di vocazioni.
Il seminario di Glasgow, l'ultimo che ancora esisteva in Scozia, ha dovuto chiudere per mancanza di allievi.
Dal 1992 sono tra duecento e trecento coloro che hanno seguito lo stesso cammino di James Bell. Ora però, secondo lui, bisogna evitare che si crei «un ghetto anglicano all'interno della Chiesa cattolica».

© Copyright Italia Oggi, 25 novembre 2009

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