domenica 16 novembre 2008

Benedetto XVI, Tremonti e quei colloqui riservati (Verderami)


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Sette giorni Il ministro ha incontrato più di una volta il Pontefice. Che si è complimentato per il libro scritto dal titolare dell'Economia

Benedetto XVI, Tremonti e quei colloqui riservati

di Francesco Verderami

L' aveva già visto un anno fa, ma è la frequentazione con Benedetto XVI che colpisce. Perché da quando il ministro dell'Economia si è premurato di fare avere al Pontefice il suo libro, con tanto di dedica personale, i rapporti non si sono più interrotti.
Da allora è stato un susseguirsi di colloqui riservati, di scambi di idee, di cui Francesco Cossiga per una prima parte è stato testimone: fu lui ad accompagnare l'estate scorsa Giulio Tremonti al seminario vescovile di Bressanone, dove Joseph Ratzinger trascorreva qualche giorno di vacanza. Il libro, La paura e la speranza, era già stato consegnato al Papa, che in quell'occasione si complimentò con l'autore del pamphlet: «Mi è piaciuto ».
L'ex presidente della Repubblica conferma ciò che l'«amico Giulio» ha confidato ad alcuni amici, cioè che in Vaticano «ho ottimi rapporti dal cardinal Bertone in su». E siccome sopra il segretario di Stato della Santa Sede c'è solo il Pontefice, si intuisce lo stupore che la vicenda sta destando nei palazzi della politica, insieme alla notizia che l'esponente del governo terrà la prolusione all'inaugurazione dell'anno accademico della Cattolica di Milano sul tema dell'economia sociale di mercato: «È la prima volta per un ministro in carica», ha commentato Tremonti compiaciuto.
Il suo intervento all'Università del Sacro Cuore è il segno di un'attenzione del mondo cattolico verso il rappresentante di Via XX Settembre, che in pubblico e in privato racconta di apprezzare la «coincidenza» tra il titolo del suo libro e quello dell'ultima enciclica di Benedetto XVI, la Spe salvi.
Non è dato sapere quante volte e in quali occasioni Tremonti abbia incontrato il Papa dopo l'udienza di Bressanone, è certo — assicura Cossiga — che i due si sono rivisti: «In Giulio è riaffiorato l'humus cattolico delle terre in cui è nato ed è cresciuto. La Valtellina e il Cadore. E comunque in Vaticano — conclude malizioso l'ex capo dello Stato — era già apprezzato, perché è stato l'autore di quella circolare del ministero dell'Economia, in base alla quale l'8 per mille è calcolato sull'intero gettito dell'Irpef».
A Tremonti non manca l'esperienza in materia, se è vero che nel 1984 contribuì a redigere la complicata parte finanziaria del Concordato firmato da Bettino Craxi e dal cardinale Agostino Casaroli. Ventiquattro anni dopo, però, sono altri i temi che affronta quando attraversa il Tevere.
La sua evoluzione culturale ha suscitato «vivo interesse» nelle gerarchie, perché il campione dell'economicismo — diventato il più fiero critico del turbo- capitalismo — è approdato nell'alveo della religiosità. Era già in corso il dialogo con il Papa quando sulla rivista Aspenia — dialogando con Massimo D'Alema — abbracciò la tesi di «Dio, patria e famiglia». «È la mia ideologia», spiegò successivamente a un convegno di Azione giovani.
Quella triade che un tempo era usata da sinistra per criticare posizioni di retroguardia, codine e reazionarie, è stata ora rivalutata da Tremonti e brandita come una spada a difesa dei valori. C'è una qualche analogia tra il suo percorso e quello di Nicolas Sarkozy, che di recente ha sostenuto come la politica abbia bisogno della religione. Sono concetti che trovano orecchie attente nella Chiesa, pronta ad abbracciare quanti incrociano la sua via.
In effetti c'erano dei punti di contatto tra il messaggio inviato in luglio da Benedetto XVI ai capi di Stato e di governo riuniti in Giappone per il G8, e l'analisi politica del ministro italiano. Sui giornali venne evidenziato come la denuncia del Papa contro «le turbolenze finanziarie e i loro effetti perversi» che rendono i poveri ancor più poveri, incrociasse l'iniziativa europea di Tremonti contro le speculazioni internazionali, definite «la peste del secolo».
«E io — chiosò il titolare dell'Economia — preferisco l'autorevole consenso del Papa a quello dei banchieri».
Il segretario della Cisl non sa quanto le riflessioni di Tremonti siano frutto delle sue conversazioni con il Pontefice, «ma non c'è dubbio che ha un linguaggio, una sensibilità e un approccio diverso ai problemi, e su alcuni temi sembra rifarsi alla dottrina sociale della Chiesa. La centralità dell'uomo e del lavoro rispetto al capitale... Mai aveva detto certe cose ». Come il giorno in cui il ministro ha spiegato al dirigente sindacale che, «siccome la crisi economica avrà un forte impatto sul tessuto produttivo del Paese, noi dovremo pensare a salvare il patrimonio umano». «È un nuovo socialista di Dio», sorride Raffaele Bonanni: «La sua, è una conversione politica».
L'atteggiamento del Vaticano finora è sempre stato prudente negli approcci con i politici, anche con Silvio Berlusconi ha continuato a tenere la misura. Solo Gianni Letta nel governo può vantare un rapporto stretto, coltivato negli anni e mai scalfito. Perciò nell'opposizione, dove sono giunte le voci dei contatti tra il Papa e Tremonti, hanno iniziato a interrogarsi, fino a prefigurare una competizione interna alla maggioranza, con il ministro dell'Economia impegnato a costruire un progetto politico a medio- lungo termine.
In effetti Tremonti non tralascia le cose terrene. Giorni fa si è tenuto informato — tramite un ministro amico — su quanto era accaduto nell'ultima riunione di governo, dopo che Gianni Letta aveva annullato la riunione del Cipe, indetta per decidere la destinazione di 16 miliardi per investimenti. «Purtroppo Giulio è a Londra, l'incontro va rimandato di una settimana». Apriti cielo. Da Claudio Scajola a Renato Brunetta, in molti hanno preso la parola risentiti. Ascoltata la ricostruzione, Tremonti ha commentato con il collega: «Non penseranno di fare una rivolta ».

© Copyright Corriere della sera, 15 novembre 2008

LA NOTIZIA E' STATA SMENTITA DAL MINISTRO TREMONTI:

Il Ministro Tremonti scrive al Corriere: totalmente prive di fondamento le notizie sui colloqui con il Papa

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