domenica 16 novembre 2008
Dal cardinale Bagnasco nuovo appello per una legge sul fine vita (Osservatore Romano)
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Dal presidente della Conferenza episcopale italiana cardinale Angelo Bagnasco
Nuovo appello per una legge sul fine vita
"La Chiesa ribadisce la propria partecipazione affettuosa alla vicenda drammatica di Eluana, di suo padre e dei suoi familiari. Allo stesso tempo ribadisce il valore assoluto della vita umana". Così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha commentato la sentenza della Corte di Cassazione che di fatto autorizza l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione a Eluana Englaro, la donna in stato vegetativo permanente da oltre sedici anni. La vita umana, ha detto il porporato, "non può mai essere a disposizione né nostra né degli altri, ma semmai deve essere da tutti e da ciascuno curata e promossa, soprattutto nei momenti di maggiore fragilità". È quanto mai "necessaria" una legge che regolamenti casi come quello di Eluana Englaro, "una legge - ha spiegato il cardinale Bagnasco - fatta però in modo che rispetti dei limiti, dei valori assoluti e fondamentali, come ad esempio la volontà certa della persona, la responsabilità in scienza e coscienza del medico, e poi la distinzione chiara tra quelle che sono le cure e le terapie e le funzioni vitali come sono la nutrizione e l'idratazione".
Intanto, ieri, il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, ha scritto una lettera alle suore della clinica Beato Luigi Talamoni di Lucca, dove Eluana Englaro è attualmente ricoverata. Le religiose avevano diffuso un loro messaggio nel quale chiedevano che la donna venga lasciata alle loro cure piuttosto che fatta morire. "Ho pensato spesso a voi - ha scritto alle suore il porporato - ai vostri sentimenti, alla vostra trepidazione, al vostro servizio quotidiano e soprattutto alle vostre preghiere, mentre in questi giorni si moltiplicano le notizie, le decisioni e le prese di posizione sulla vicenda di Eluana Englaro. Lo sanno tutti che per voi Eluana non è un "caso", ma una persona, una giovane donna che, con la collaborazione del personale sanitario della vostra Clinica Beato Luigi Talamoni, accudite da anni senza clamori, con competenza e gratuito amore. Una donna ferita nel corpo e nella mente, una donna il cui stato di coscienza resta per noi un mistero, ma che è e rimane nella pienezza della sua inviolabile dignità di persona. Avete accolto Eluana nella vostra casa ed è entrata nella vostra vita, ricevendo e donando amore". L'arcivescovo di Milano si unisce poi alla preghiera delle suore: "Anche ora che la drammatica vicenda della sua esistenza terrena sembra irrimediabilmente consegnata ad una conclusione irragionevole e violenta, rivolgo, sperando contro ogni speranza, la mia supplica a Dio, Signore della vita. A lui chiedo che, secondo i disegni della sua misericordia onnipotente, non lasci mancare un'estrema opportunità di ripensamento a quanti si stanno assumendo la gravissima responsabilità di procurarle la morte, privando dell'acqua e del nutrimento questa Sua amata creatura".
(©L'Osservatore Romano - 16 novembre 2008)
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