venerdì 8 maggio 2009
Oggi il Papa in Terra Santa: prima tappa Amman, in Giordania (Radio Vaticana)
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Oggi il Papa in Terra Santa: prima tappa Amman, in Giordania
Oggi il Papa in Giordania, prima tappa del suo pellegrinaggio apostolico in Terra Santa. Benedetto XVI giungerà all’aeroporto internazionale di Amman alle 14.30 ora locale, saranno le 13.30 in Italia, e sarà accolto dal re Abdallah II, accompagnato dalla regina Rania, e dai Patriarchi e vescovi della Giordania e della Terra Santa. Subito dopo la cerimonia di benvenuto, primo atto del Papa sarà la visita al Centro di riabilitazione per handicappati “Regina Pacis”.
La linea al nostro inviato ad Amman, Pietro Cocco:
C’è grande attenzione da parte dell’opinione pubblica giordana all’arrivo di Benedetto XVI, la seconda visita di un Papa qui in nove anni. Il fatto che il paese sia a maggioranza musulmana non fa che accrescere la stima e la simpatia per questa predilizione, che viene avvertita in modo speciale anche per la durata della visita. Dal canto suo la comunità araba cattolica, che costituisce il tre per cento della popolazione, è qui ben radicata fin dai primi secoli del cristianesimo.
Il clima di attenzione e la pacifica convivenza che hanno sempre contraddistinto qui i rapporti fra musulmani e cristiani è evidente anche nello spazio che i principali quotidiani della Giordania, sia su carta che su internet, danno alla visita di Benedetto XVI. Tutti dedicano fin da ieri diversi articoli, con immagini molto belle e sorridenti del Papa, ed inserti che illustrano i diversi luoghi che verranno toccati.
Tra gli altri, c’è grande enfasi sulla visita del sito del Battesimo, dove il Papa sarà accompagnato in macchina elettrica tra gli ultimi ritrovamenti archeologici avvenuti sulla riva del Giordano. Ed a quella alla citta di Madaba, dove Benedetto XVI sarà accolto dalla locale comunità cristiana e da tutta la popolazione per un momento pubblico in occasone della benedizione della prima pietra della nuova Università cattolica.
Al fine di permettere poi a tutti i cristiani di partecipare ai vari eventi con il Papa, previsti anche per domenica che qui è giorno lavorativo, il Governo ha concesso un giorno di festività in più per i dipendenti pubblici cristiani e nelle scuole.
Da Amman, Pietro Cocco, RV
Dopo Paolo VI e Giovanni Paolo II, Benedetto XVI è il terzo Pontefice dell’era moderna a recarsi in Terra Santa. Il Santo Padre giunge nei luoghi della vita di Cristo, facendosi portatore, ancor più che in passato, di quella pace, che da troppo tempo manca nella regione. Il nostro inviato a Gerusalemme, Roberto Piermarini:
A 45 anni dallo storico viaggio di Paolo VI ed a 9 da quello di Giovanni Paolo II, un altro Papa ritorna come pellegrino sui luoghi resi santi dalla vita di Gesù. Lo fa in un momento di forte tensione per la tormentata Terra Santa dove la tregua dopo il conflitto a Gaza, è solo un surrogato della pace vera. E Benedetto XVI viene - come ha detto alla vigilia della sua partenza - per pregare per il dono della pace e dell'unità". Il clima di forte speranza socio-politica che aveva fatto da sfondo alla visita di Papa Wojtyla nel 2000, sembra svanito; nella gente c'è molta rassegnazione. Eppure sembrano svanite anche le polemiche su Ratisbona, da parte musulmana e sul caso Williamson sul fronte ebraico. Nei Territori Autonomi Palestinesi lo attendono le autorità politiche, lacerate dopo la spaccatura con Hamas a Gaza ed i profughi del Campo di Aida, che dal 1948 vivono in condizioni di estrema povertà: un gesto per manifestare la vicinanza del Papa alle sofferenze del popolo palestinese. Da Gaza oltre 200 arabi cristiani non hanno ricevuto il permesso di entrare in Israele per le messe a Gerusalemme e Betlemme. Diverso trattamento per i cristiani di Cisgiordania: su 15 mila richieste, ne sono state accolte 11 mila. In questa Terra dove Gesù ha compiuto la sua missione, il Papa dovrà ridare speranza cristiani locali: nella sola Gerusalemme al tempo della creazione dello Stato d'Israele erano 24 mila, ora poco meno di sei mila. Cristiani che emigrano a causa della mancanza di alloggi, per l'incertezza del lavoro, il precario futuro dei figli, in una società spesso a loro ostile. A tutto questo si deve aggiungere lo smembramento di molte famiglie causato dal muro di separazione costruito da Israele, che ha diviso quelle coppie che avevano la residenza nei Territori palestinesi. Le autorità israeliane attribuiscono al viaggio un importanza altissima ed hanno stanziato 10 milioni di euro per l'organizzazione; altri 10 milioni di dollari per le 44 scuole cattoliche in modo che possano preparare alla visita, i loro 24 mila studenti, cristiani e musulmani. Il presidente Peres parla di "evento toccante e di importanza primaria dal quale spira un'aria di pace e di speranza". I giornali indugiano più sulla preparazione che sui commenti mentre la radio statale continua a mandare in onda spot con gli appuntamenti della visita. Il programma a Gerusalemme prevede anche la tappa allo Yad Vashem, il memoriale dell'Olocausto, per una cerimonia in ricordo delle vittime della Shoah. Ma il Pontefice non entrerà nella sala del museo che contiene una didascalia offensiva contro Pio XII. Benedetto XVI si farà quindi pellegrino di pace per riaffermare - come ha detto nel Messaggio di Pasqua - che "Cristo ha bisogno di uomini e donne, che in ogni tempo e luogo lo aiutino ad affermare la sua vittoria con le armi della giustizia e della verità, della misericordia, del perdono e dell'amore.
Da Gerusalemme, Roberto Piermarini, RV.
La pace, dunque, elemento irrinunciabile per la stabilità nella regione mediorientale e per garantire la dignità ad ogni realtà locale. Che cosa serve per realizzare questo importante obiettivo? Antonella Palermo lo ha chiesto al card. Carlo Maria Martini, arcivescovo emerito di Milano, che ha scelto per alcuni anni proprio Gerusalemme come sua residenza:
Intervista al card. Martini...clicca qui (audio)
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