giovedì 7 maggio 2009
Papa Ratzinger in Terra Santa: «Sarà un pellegrino di pace» (Giansoldati)
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Papa Ratzinger in Terra Santa
«Sarà un pellegrino di pace»
Il portavoce Lombardi: «E’ un atto di speranza»
CITTA’ DEL VATICANO
Papa Ratzinger vuole farsi «pellegrino di pace» in Medio Oriente. Ricalcando le orme dei suoi predecessori, Paolo VI e Giovanni Paolo II, venerdì mattina partirà da Fiumicino per la Terra Santa, in uno dei viaggi più difficili e pieni di incognite del suo pontificato. Andrà in Giordania, ad Amman, in Israele e nella Cisgiordania palestinese, un’area, questa, dove da quasi un secolo si concentrano tensioni politiche e interessi stranieri ma, soprattutto, dove si intrecciano le tre grandi religioni monoteiste.
Sarà una specie di percorso ad ostacoli, tuttavia le difficoltà evidenti - di natura politica e legate alla sicurezza - non hanno minimamente scoraggiato Benedetto XVI. Il pericolo di strumentalizzazioni sia da parte israeliana che da parte palestinese sarà sempre in agguato. Prevedibilmente. Nonostante le iniziali resistenze della comunità cattolica araba-palestinese e della diplomazia pontificia (che avrebbe voluto far slittare la visita in un altro momento, in modo che non fosse a ridosso delle elezioni e a pochi mesi dall’offensiva contro Gaza) il Papa ha incoraggiato ad andare avanti nel pellegrinaggio.
«Il viaggio si presenta come un atto di speranza e di fiducia per poter dare un contributo per la pace e per la riconciliazione» ha spiegato il portavoce Lombardi.
«Mi sembra un gesto decisamente coraggioso ed una bella testimonianza di impegno per portare messaggi di riconciliazione anche in situazioni non facili».
In segno di rispetto nei confronti dell'ebraismo, Benedetto XVI lascerà una preghiera, proprio come fece Giovanni Paolo II nel 2000, in una fessura tra le pietre che costituiscono il Muro occidentale di Gerusalemme. Gesto, questo, atteso e apprezzato tanto quanto quello di visitare lo Yad Vashem, il memoriale dell’Olocausto dove, assieme alle autorità israeliane, ascolterà la testimonianza di sei sopravvissuti ai campi di concentramento. Lui, tedesco che in gioventù fu costretto ad indossare come tutti i suoi coetanei la camicia bruna, ripeterà le parole di condanna già pronunciate ad Auschwitz quattro anni fa, nella speranza che simili esperienze non si ripetano più e siano di monito alle nuove generazioni.
A Betlemme celebrerà una grande messa all’aperto davanti alle autorità palestinesi. Gli israeliani hanno garantito al Vaticano che due pullman con a bordo un centinaio di cattolici di Gaza otterranno il permesso di lasciare la Striscia assieme al nuovo parroco per assistere alla celebrazione. «Darà loro il benvenuto anche in arabo».
Il palco papale è stato collocato dai palestinesi a ridosso del muro, nonostante le proteste israeliane, per fare in modo che sia ben visibile nelle immagini televisive. Subito dopo Papa Ratzinger andrà a vedere le condizioni dei palestinesi nel campo profughi di Aida, a pochi chilometri da Betlemme.
Sul capitolo sicurezza padre Lombardi si è affrettato a smentire l'allarme emerso di recente sui quotidiani israeliani relativo all’uso della papamobile. Il veicolo vaticano (blindatissimo e ampiamente collaudato) è già stato trasportato a Nazareth dove dovrebbero accorrere 20 mila pellegrini per la messa. Ad Amman, in Giordania, prima tappa del pellegrinaggio per sostare sul luogo del Giordano dove avvenne il battesimo di Cristo, sono previsti circa 35 mila fedeli; infine circa 7 mila sono attesi in una messa all'aperto al Josafat Valley di Gerusalemme.
L’ultimo giorno, invece, lo ha riservato per una preghiera al Santo sepolcro e una passeggiata fino al Golgota, dove, per la tradizione, fu crocifisso Gesù. Ad accompagnare il Papa saranno, oltre al segretario di Stato Bertone ed il Sostituto Filoni, i cardinali responsabili delle Chiese orientali (Leonardo Sandri), dei rapporti con l'ebraismo (Walter Kasper) e del dialogo interreligioso (Jean-Louis Tauran).
F.GIA.
© Copyright Il Messaggero, 6 maggio 2009 consultabile online anche qui.
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