mercoledì 6 maggio 2009

Il Papa teologo ricondurrà alla dottrina cattolica anche i temi molto concreti che affronterà in Israele (Baget Bozzo)


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Il Papa teologo ricondurrà alla dottrina cattolica anche i temi molto concreti che affronterà in Israele

Si può star certi che questo viaggio confermerà la grandezza di Ratzinger, che trasforma in linguaggio cristiano i problemi dottrinali e pratici, teologici e politici che incontra sul suo cammino

di Gianni Baget Bozzo

È una delizia, per chi ha gusto del cristianesimo, ascoltare o leggere Benedetto XVI, perché ogni volta trova spunti che lo conducono al cuore della fede: la vita divina comunicata ai credenti.
Una gioia particolare la danno i suoi sermoni del mercoledì, che percorrono il cammino della Chiesa nel pensiero di coloro che l’hanno costruita con le loro parole.
Ogni autore è scelto dal Santo Padre con particolare attenzione e il nucleo dottrinale del pensiero di ciascuno di loro è esposto nella sua profondità.
Giovanni Paolo II commentava la Scrittura, Benedetto XVI contempla lo svolgimento della Chiesa come corpo di Cristo nel pensiero dei suoi sapienti e dei suoi santi.
Naturalmente questo modo di guidare i cattolici urta il sentimento di coloro che sono avversi alla Chiesa, ma anche quello di tanti cattolici che hanno perso il gusto della profondità della loro stessa fede.
È da questa irritazione che viene l’immagine del Papa teologo che non è in sintonia con le realtà del tempo e della storia, diversamente dal suo predecessore.
Si pensa che l’“intendenza”, affidata al cardinale Tarcisio Bertone, non faccia seguire un’azione di governo proporzionata alla spinta che il pontificato di Benedetto XVI offre alla Chiesa. Ma il principio di governo con cui il Pontefice guida la curia romana e l’episcopato è affidato al criterio antico, espresso nel motto “Affrettati lentamente”.
Ci vollero anni di governo del cardinale Joseph Ratzinger sulla Congregazione per la dottrina della fede per giungere nel 1998 alla Fides et Ratio, alla Ad Tuendam Fidem, al documento sulle conferenze episcopali e, nel 2000, alla Dominus Jesus, che restano documenti fondamentali del pontificato di Giovanni Paolo II, quelli che hanno dato radici alla sua provvidenziale capacità di comunicazione e di effusione.
Papa Benedetto dà un carattere dottrinale, quindi profondamente cattolico, a ognuno dei problemi che egli tocca. Possiamo dire che egli cattolicizza il linguaggio con cui affronta ogni realtà. E sarà un momento fondamentale di questa sua opera il viaggio in Terra Santa, dove egli riprenderà il suo approccio a Gesù di Nazareth, iniziato nel libro che porta proprio questo titolo. In Terra Santa, infatti, Benedetto XVI affronterà contestualmente i rapporti della Chiesa cattolica con l’ebraismo e con l’islam, e quelli della Santa Sede con lo Stato di Israele e il popolo palestinese.
Un combinato teologico e politico di grande rilevanza, dove l’aspetto dottrinale e quello di governo si mischiano l’uno nell’altro. Come accade nella realtà.
Si può essere certi che da questo viaggio uscirà confermata la grandezza di questo Pontefice, che governa la Chiesa mediante la dottrina, trasformando in linguaggio cristiano i problemi dottrinali e pratici, teologici e politici, che egli incontra sul suo cammino.
Le nomine ai dicasteri vacanti seguiranno, l’“intendenza” seguirà nel suo aspetto pratico la linea di governo. Come è di prassi nella Chiesa cattolica, dove il Papa governa in nome dell’identità della fede e dell’unità del pensiero.

© Copyright Tempi, 5 maggio 2009

6 commenti:

Lapis ha detto...

ciao lella, acute queste anticipazioni de Il Foglio:
http://www.ilfoglio.it/soloqui/2337

a presto, buona giornata : )

Raffaella ha detto...

Buona giornata, carissima e grazie :-))
R.

Anonimo ha detto...

Ciao Raffa
Magister su il Foglio e www. chiesa sul viaggio del Papa.
Alessia

Raffaella ha detto...

Grazie Alessia :-))

mariateresa ha detto...

L'articolo che segnala Lapis mi piace molto e riesce a dire in modo organico quello che da giorni mi rimugino tra me e me. Gli articoli di presentazione del viaggio, oltre che gli interventi degli esponenti o ebraici o palestinesi, sono quasi tutti sulla stessa falsariga. Le opinioni si stanno già preconfezionando come se fosse un imperativo morale rimestare sempre gli stessi ragionamenti.
Invece, come Don Baget Bozzo sono sicura che ancora una volta ascolteremo qualche cosa di grande e di non scontato in questo viaggio. C'è un qualche cosa di patologico in questo conformismo totale, sempre tutti a dire le stesse cose come se si avesse timore di un solo, uno che uno, pensiero originale.
Il massimo di patologico l'ho letto in un articolo del Guardian riportato dal Ratzinger forum. Sono riportate le parole di una suora (eh, beh...) che dice che il papa deve andare solo come penitente per chiedere scusa, come capo della cristianità per lei non deve dire null'altro. Non commento nemmeno.
Buona giornata a tutti.

brustef1 ha detto...

Preghiamo per la povera suora. Aveva chiesto di diventare rabbina, ma le hanno risposto picche