martedì 7 luglio 2009

Card. Cordes: "l’azione sociale non può venire ridotta a semplice volersi bene umano o a filantropia" (Sir)


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CARITAS IN VERITATE: CARD. CORDES, “L’AZIONE SOCIALE DEL CRISTIANO NON È FILANTROPIA”

“La prima enciclica di Benedetto XVI, Deus caritas est, sulla teologia della carità, conteneva indicazioni sulla dottrina sociale (n. 26-29).
Ora siamo di fronte ad un testo dedicato interamente a questa materia. Ma balza agli occhi che il concetto centrale resta la caritas intesa come amore divino manifestato in Cristo”: lo ha detto oggi in Vaticano, durante la conferenza stampa di presentazione della nuova enciclica Caritas in Veritate, il card. Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”. “Essa (la caritas, ndr) è la fonte ispiratrice del pensare e dell’agire del cristiano nel mondo – ha proseguito -.
Alla sua luce, la verità diventa ‘dono…, non è prodotta da noi, ma sempre trovata o, meglio, ricevuta” (n. 34)”. Secondo Cordes, l’azione sociale “non può venire ridotta a semplice volersi bene umano o a filantropia”.
Ha quindi aggiunto che “mentre finora l’accento della dottrina sociale era piuttosto sull’azione per promuovere la giustizia, ora si avvicina in senso lato alla pastorale: la dottrina sociale è affermata elemento dell’evangelizzazione. Cioè l’annuncio di Cristo morto e risorto che la Chiesa proclama lungo i secoli ha una sua attualizzazione anche rispetto al vivere sociale”.
Dopo aver richiamato un passo della “Sollicitudo rei socialis” di Giovanni Paolo II, in cui integrava la dottrina sociale nella teologia morale, in particolare con le parole “Essa appartiene, perciò, non al campo dell’ideologia, ma della teologia, e specialmente della teologia morale” (n. 41), il card. Cordes ha aggiunto: “L’uomo che ha conosciuto Cristo si fa attore di cambiamento perché la dottrina sociale non resti lettera morta”, sottolineando le parole del Papa secondo cui “lo sviluppo è impossibile senza uomini retti, senza operatori economici e uomini politici che vivano fortemente nelle loro coscienze l’appello al bene comune” (n. 71).
Cordes ha citato a questo punto “a nord e a sud, fenomeni noti a tutti, e che impediscono la crescita di un popolo: la corruzione e l’illegalità (cfr. n. 22), la sete di potere” (cfr. DCE 28). Ha quindi concluso ricordando che “il ‘peccato delle origini’, come ricorda il nostro testo al n. 34, impedisce in molti luoghi la costruzione della società. Anche in chi le guida. Non si può affrontare la questione sociale senza riferirsi alla questione etica. L’enciclica fa riferimento all’uomo nuovo in senso biblico”.

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