domenica 27 settembre 2009

Giornata storica a Brno. Il Papa: Cristo, unica speranza certa. Senza Dio, l'umanità su vie assurde (Radio Vaticana)


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Giornata storica a Brno. Il Papa: Cristo, unica speranza certa. Senza Dio, l'umanità su vie assurde

150mila fedeli hanno partecipato questa mattina alla Messa presieduta da Benedetto XVI sulla spianata accanto all’aeroporto di Brno, capoluogo della Moravia: presenti anche migliaia di pellegrini provenienti da Slovacchia, Polonia, Germania, Ungheria e Austria. Si tratta del più grande incontro religioso della storia della Repubblica Ceca. E’ la prima volta che un Papa viene in questa città.
Nell’omelia Benedetto XVI ha invitato a riscoprire la salvezza operata da Gesù, unica speranza dell’umanità. La storia insegna – ha detto – a quali assurdità giunge l’uomo quando esclude Dio. Alla Messa erano presenti una cinquantina di cardinali e vescovi e il capo dello Stato ceco Vaclav Klaus con la consorte. Da Praga il servizio del nostro inviato Sergio Centofanti.


Una Messa intensa a Brno. Grande partecipazione. All’inizio un sacerdote ha spiegato che era desiderio del Papa vivere il rito in silenzioso raccoglimento, senza applausi e sventolii di bandiere.
Un’esortazione accolta molto positivamente dai fedeli obbligati durante il regime comunista a manifestazioni di plauso forzatamente entusiastiche. Vicino all’altare, la celebre Madonna Lignea con Bambino del Santuario di Turany, la cosiddetta Madre delle Spine, consolatrice di quanti sono nel dolore. Il Papa ricorda che Gesù è venuto per annunciare liberazione e gioia a tutti gli afflitti e ai poveri: Lui è “l'unica speranza ‘certa’ e ‘affidabile’” di cui hanno bisogno questa terra, l’Europa e l’umanità intera:

“L'esperienza della storia mostra a quali assurdità giunge l'uomo quando esclude Dio dall'orizzonte delle sue scelte e delle sue azioni, e come non è facile costruire una società ispirata ai valori del bene, della giustizia e della fraternità, perché l'essere umano è libero e la sua libertà permane fragile. La libertà va allora costantemente riconquistata per il bene e la non facile ricerca dei ‘retti ordinamenti per le cose umane’ è un compito che appartiene a tutte le generazioni”.

La vera speranza – ha aggiunto – si è realizzata con la morte e risurrezione di Gesù che ci ha liberati dalla schiavitù dell'egoismo e del male. Ma oggi la cultura attuale rappresenta spesso “una sfida radicale per la fede e, quindi, anche per la speranza”:

“In effetti, sia la fede che la speranza, nell'epoca moderna, hanno subito come uno ‘spostamento’, perché sono state relegate sul piano privato e ultraterreno, mentre nella vita concreta e pubblica si è affermata la fiducia nel progresso scientifico ed economico (cfr Spe salvi, 17). Conosciamo tutti che questo progresso è ambiguo: apre possibilità di bene insieme a prospettive negative”.

“Gli sviluppi tecnici ed il miglioramento delle strutture sociali – ha spiegato il Papa - sono importanti e certamente necessari, ma non bastano a garantire il benessere morale della società”:

“L'uomo ha bisogno di essere liberato dalle oppressioni materiali, ma deve essere salvato, e più profondamente, dai mali che affliggono lo spirito. E chi può salvarlo se non Dio, che è Amore e ha rivelato il suo volto di Padre onnipotente e misericordioso in Gesù Cristo? La nostra salda speranza è dunque Cristo: in Lui, Dio ci ha amato fino all'estremo e ci ha dato la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10), quella vita che ogni persona, talora persino inconsapevolmente, anela a possedere”.

Il Papa ha ricordato che “tanti hanno sofferto per mantenersi fedeli al Vangelo e non hanno perso la speranza; tanti si sono sacrificati per ridare dignità all'uomo e libertà ai popoli, trovando nell'adesione generosa a Cristo la forza per costruire una nuova umanità”:

“E pure nell'attuale società, dove tante forme di povertà nascono dall'isolamento, dal non essere amati, dal rifiuto di Dio e da un'originaria tragica chiusura dell'uomo che pensa di poter bastare a se stesso, oppure di essere solo un fatto insignificante e passeggero; in questo nostro mondo che è alienato ‘quando si affida a progetti solo umani’ (cfr Caritas in veritate, 53), solo Cristo può essere la nostra certa speranza. Questo è l'annuncio che noi cristiani siamo chiamati a diffondere ogni giorno, con la nostra testimonianza”.

Il Papa all’Angelus saluta i tanti pellegrini provenienti dai Paesi vicini: in molti hanno vegliato in preghiera durante la notte in attesa della Messa di questa mattina. Tutti affida a Maria perché ravvivi nei credenti una fede talora sopita dai ritmi della vita moderna: l’invito finale è a non restare indifferenti nei confronti di quanti cercano la verità, l’amore e la vita vera. A loro – ha concluso – mostriamo la via verso Gesù che “dona la vita in abbondanza”.

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