martedì 18 agosto 2009

Card. Caffarra: "La risurrezione di Gesù non riguarda solo Lui: riguarda anche ciascuno di noi; riguarda in primo luogo sua Madre"


Su segnalazione del nostro Massimo leggiamo la bellissima omelia del card. Caffarra in occasione della Solennità della Assunzione della Beata Vergine Maria.

Solennità della Assunzione della Beata Vergine Maria nel parco di Villa Revedin

1. “Fratelli, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti”. Il fatto che oggi celebriamo, cioè che il corpo della Madre di Dio non ha conosciuto la corruzione del sepolcro, è la dimostrazione che Cristo è risuscitato come “primizia di coloro che sono morti”.
La risurrezione di Gesù non riguarda solo Lui: riguarda anche ciascuno di noi; riguarda in primo luogo la sua Madre. Ciò che è accaduto a Cristo nel momento della sua risurrezione è destinato ad accadere anche in ciascuno di noi.
Come il corpo crocifisso e morto del Signore non ha conosciuto la corruzione del sepolcro, allo stesso modo – come ci ha detto l’Apostolo – “tutti riceveranno la vita in Cristo”. La prima persona in cui questo si è avverato è stata Maria.
Terminato infatti il corso della sua vita terrena, Ella è stata subito introdotta nella vita eterna, e non solo nella sua anima. Anche il suo corpo viene immediatamente glorificato, evitando la corruzione del sepolcro. L’assunzione dunque della S. Vergine alla vita eterna in corpo e anima è il segno certo che Gesù ha vinto la morte, che la sua risurrezione è un fatto realmente accaduto. Mai, come oggi, celebrando Maria celebriamo il suo Figlio. E al contempo, lodando oggi il Signore per la sua gloriosa risurrezione, lodiamo la sua Madre.

2. Ma la divina liturgia che stiamo celebrando è anche una scuola di vita nella quale riceviamo grandi insegnamenti circa la nostra vita. Vorrei fermarmi brevemente su due.
La solennità odierna rivela all’uomo, a ciascuno di noi, qual è il nostro destino. Non siamo destinati al nulla eterno; ad essere un pugno di polvere. Siamo destinati alla vita eterna: di beatitudine infinita se vivremo secondo la legge del Signore; di infelicità eterna se vivremo nella trasgressione della legge del Signore.
Quando l’uomo perde la consapevolezza del suo destino eterno e rinchiude la sua vita esclusivamente dentro all’orizzonte del tempo, rinuncia alla sua dignità e grandezza e si espone a ogni sopruso dei potenti di turno. Se infatti l’uomo fosse solo il risultato casuale delle leggi impersonali dell’evoluzione; se non avesse un destino eterno, come potrebbe difendersi dall’essere considerato e trattato come un momentaneo frammento della società? Poiché l’uomo, ogni persona umana dal concepimento alla morte, è collocato in un rapporto immediato con Dio stesso, è indisponibile a ogni uso e sfruttamento della sua persona da parte di altri.
Quando si mette in atto una strategia tesa ad estirpare dal cuore umano la speranza di una vita eterna, si priva l’uomo della principale ragione ed energia del suo sviluppo integrale e dello sviluppo della società. Un uomo che si pensa prigioniero del tempo e non destinato alla vita eterna, si priva del fondamento della sua dignità.
Cari fratelli e sorelle, la celebrazione dell’Assunzione è dunque anche la celebrazione della dignità della persona umana, perché le rivela la sua altissima vocazione.

3. Ma c’è una dimensione della persona umana che oggi è particolarmente celebrata nella sua dignità: la dimensione corporale. È il secondo grande insegnamento. È il corpo di Maria che oggi noi celebriamo: Ella entra nella gioia eterna del Signore anche col suo corpo.
Cari fratelli e sorelle, è questo un punto caratteristico della visione cristiana dell’uomo. La persona umana è anche il suo corpo. Esso dunque non è un oggetto di cui fare uso e da manipolare arbitrariamente. Il corpo è la persona.
Sono molte le forme di mercificazione cui il corpo, e quindi la persona, è oggi sottoposto.
Il corpo – soprattutto femminile – usato per vendere prodotti; la nobilitazione di qualsiasi uso della sessualità umana; la conseguente progressiva disistima dell’amore coniugale, umiliato dall’essere equiparato a convivenze ben diverse. Sono solo alcuni esempi del profondo disprezzo che la cultura contemporanea, anche se afferma il contrario, ha del corpo.
Cari fratelli e sorelle, la solennità odierna è anche la glorificazione del corpo umano: di Maria in primo luogo, e del corpo di ognuno di noi. Ci viene oggi detto che l’altissima vocazione dell’uomo coinvolge anche il suo corpo.
Cari fratelli e sorelle, la luce gloriosa di questa solennità illumini la nostra coscienza e la nostra vita, e ci insegni a vivere la nostra giornata terrena non nell’attesa di una notte eterna, ma del giorno pieno che non conosce tramonto: Cristo nostro Signore, “primizia di coloro che sono morti”.

+ Card. Carlo Caffarra,
Arcivescovo Metropolita di Bologna

http://www.bologna.chiesacattolica.it/arcivescovi/caffarra/2009/2009_08_15.php

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