domenica 30 agosto 2009

Boffo: Non un’“informativa”, ma un’emerita patacca


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Quanta solidarietà da parte dei vescovi a Dino Boffo. Peccato che al Papa non venga MAI riservato lo stesso trattamento...

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Boffo-Feltri-Bertone-Berlusconi: terza segnalazione di articoli

Boffo-Feltri-Bertone-Berlusconi: seconda segnalazione di articoli

«La Chiesa non interviene nelle polemiche di parte» (Tornielli)

Boffo-Feltri-Bertone-Berlusconi: prima segnalazione di articoli

Dalla lettura dei giornali di oggi esce un quadro desolante (devastante?) della politica italiana, dei media e persino della Chiesa...

Il direttore risponde

Non un’“informativa”, ma un’emerita patacca

Il mitico Feltri sventola il giorno dopo un foglio e dice che lui ha in mano i documenti. E, perdinci, cosa fa un giornalista quando gli arriva in mano un documento? Nell'Italia della sprovvedutezza e dell'ignavia, almeno lui agisce e pubblica, punto e chiuso. Già, ma perché prima che sia troppo tardi, non c'è qualcuno che si prende la briga di informarlo che quella che sventaglia come la provvida sciabola della giustizia è solo una traccia contorta e oscura che qualcuno ha confezionato e fatto girare in attesa che un allocco si presti al gioco?

È sorprendente che proprio il Mourinho dei direttori, il più mediatico dei mediatici, il più elegantone degli eleganti, il principe dei furboni, non si sia peritato di sottoporre previamente a qualche conoscitore di cose giuridico-giudiziarie quel cosiddetto documento - e se si trattasse di una banale lettera anonima, degna di ritornare tra quella spazzatura da cui proviene? - per smascherarne eventuali aporie, incongruenze, o addirittura strafalcioni. Nella congerie di insinuazioni di cui si raccontava sul Giornale di venerdì, non avevo neppure fatto troppo caso a dove si diceva che sarei stato da tempo «già attenzionato dalla Polizia di Stato per le mie frequentazioni» (ora, a scriverla, mi manca il fiato).
Le cose assurde erano talmente tante, che onestamente questa non mi aveva colpito più di altre. Fino a quando non mi ci ha fatto tornare Roberto Maroni allorché, con una telefonata per me assolutamente inattesa, ha voluto manifestarmi la sua solidarietà e il senso di schifo che gli nasceva dalle cose lette. Ma il ministro dell'Interno teneva anche ad assicurarmi di aver ordinato un'immediata verifica nell'apparato di pubblica sicurezza che da lui dipende, e che nulla, assolutamente nulla di nulla era emerso.
È solo un esempio, appunto. Ma si potrebbe spulciare riga per riga di quel fantomatico documento (vera «sòla») e controbattere, e far emergere di quel testo anzitutto l'implausibilità tecnica, poi magari quella sostanziale. Lo faremo, se necessario. Fin d'ora però, a me non interessa polemizzare istericamente con Feltri, per allertare invece l'opinione pubblica su qualche altra porcata che puntualmente verrà fuori, e che magari Feltri stesso ha «prudentemente» tenuto per un eventuale secondo tempo. Poi, si sa, una perla cattiva attira l'altra, come le ciliegie.
Rimane però il mistero iniziale: come avrà mai fatto il primo degli astuti a non porsi una domandina elementare prima di dare il via libera alla danza (infernale): questo testo che ho in mano è realmente un'«informativa» che proviene da un fascicolo giudiziario oppure è una patacca che, con un minimo appiglio, monta una situazione fantasiosa, fantastica, criminale? Perché, collega Feltri, questa domandina facile facile non te la sei posta? Ma se te la fossi fatta, sei proprio sicuro di avere vicino a te le persone e le competenze giuste per compiere i passi a seconda della gamba? Non sei corso troppo precipitosamente a inaugurare la tua nuova stagione al timone di quello che non è più un foglio corsaro ma il quotidiano della famiglia del presidente del Consiglio, che ti paga credo lautamente? Ad un certo punto, nella giornata di venerdì, nel sito del Giornale è comparso il testo di un lettore non certo mio amico (alfo.m., che ha trovato spazio anche sul sito dell'Uaar).
Spulciando i vostri articoli, costui annotava «l'incredibile quantità di strafalcioni ed inesattezze giuridiche», e didatticamente li elencava (riproduciamo questa lettera, riquadrata, qui sotto). Peccato che quel contributo sia prontamente sparito dall'online, avrebbe potuto far aprire gli occhi a quelli ancora ingenui che in buona fede credono a quello che scriviamo, e non sanno invece con quanta leggerezza talora impegniamo le nostre truppe in campagne tanto veementi quanto malaccorte.
Un divertissement, per noi lo scrivere, come per qualche volpone o volpina lo era - non più tardi di giovedì sera - aggirarsi per gli stand dell'ignaro Meeting menando vanto per l'imminente cannoneggiamento del tuo giornale. Non importa se il divertissment ammazza moralmente una persona, l'importante è il sollazzo. Una scuola di giornalismo anche questa. Già, ma attento, tu naturalmente sai più cose di me, e tuttavia potresti non esserti accorto che si sta restringendo l'area dei lettori che a noi credono sempre e comunque. L'area di quelli che scorgono, dentro la nostra sciagurata categoria, gli intemerati cavalieri senza macchia e senza paura. Quando anche costoro si desteranno, per quelli di una certa scuola sarà la fine. Peccato che nel frattempo - temo - avranno definitivamente ammazzato la professione. Per ora sappi che hai pestato una cacca ciclopica. Auguri.

Post scriptum:

1) Ho visto che i tuoi amici (Sgarbi, Capezzone, Renato Farina...) sono preoccupati per un'aggressione ai tuoi danni che vedono profilarsi all'orizzonte: essi hanno la mia stima, li condivido e li ringrazio, dobbiamo infatti riuscire a vivere in modo che non ci siano aggressori proprio perché non ci sono aggrediti, nello spirito di quella Perdonanza cui ci richiama Giuliano Ferrara. Non c'è bisogno infatti del conflitto violento neppure nella contesa più aspra, e da parte mia ti prometto che quanto di fondamentale non farà spontaneamente capolino davanti all'opinione pubblica, emergerà civilmente e pacatamente in un tribunale della Repubblica, cui i miei avvocati già lunedì si presenteranno per la querela.

2) Tu e, molto più modestamente io, siamo ormai direttori di lungo corso. Non so tu, ma io ho passato gran parte dei miei quindici anni da direttore a incontrare persone che volevano fare il giornalista, a verificare i loro percorsi, a ragionare sulle loro ipotesi interpretative. Non tutti i contatti sono finiti bene e, non so a te, ma a me è capitato che qualcuno di essi sia tecnicamente finito male, nel senso che alla fine io abbia ritenuto (indovinando, sbagliando? non lo so) che quel dato giovane collega, magari abile, non fosse tuttavia adeguato ad Avvenire. Ecco, permettimi un suggerimento: cerca in questi giorni di non fare del male al tuo giornale e ai tuoi lettori concedendo la ribalta a chi forse appare molto informato (si spiegherà anche lui in tribunale), ma potrebbe mirare soltanto a saldare qualche vecchio conto.

Grazie.

© Copyright Avvenire, 30 agosto 2009 consultabile online anche qui.

11 commenti:

mariateresa ha detto...

cari amici, buongiorno. Stamattina vi leggo molto severi. Capisco anche la tua amarezza Raffaella per questo correre alla difesa che è stato così timido in passato per il nostro Benedetto.
Io invece faccio prevalere qualche cosa che tu hai segnalato. Non sono anocora chiare le cose:per niente. E tieni presente che Boffo qui dice che l'informativa è una patacca. E' vero, non è vero? Io non lo so.
Però, per come sono fatta io, non gli do addosso solo perchè l'ha raccontato Feltri. Io aspetto.
Quanto alla pavidità verso papa Benedetto, è la stessa pavidità ch nel Vangelo riscontriamo in Pietro. Per difendere papa Benedetto nelle occasioni che hai citato tu occorreva possedere robusti attributi per andare controcorrente e come don Abbondio chi il coraggio non ce l'ha non se lo può dare. Siamo anche giusti con il cardinale Bagnasco che papa Benedetto l'ha difeso sempre.
Insomma non sono a dirvi che credo Boffo una mammola di campo ma nemmeno sono diposta a dargli addosso solo perchè lo dice il Giornale.
E' una brutta storia e i tempi che viviamo sono ancora più brutti.

Raffaella ha detto...

Cara Mariateresa, hai colto perfettamente il mio pensiero.
Vedo una chiesa molto sollecita nella difesa del prossimo quando si conta sull'appoggio dei media e molto debole quando si tratta di andare controcorrente.
Vorrei che questo atteggiamento, prima degli altri, cambiasse.
Mi rendo conto che e' pero' difficilissimo...
Quanto all'informativa, dobbiamo aspettarci la controreplica di Feltri.
Il clima e' davvero pessimo.
R.

euge ha detto...

Cara mariateresa ovviamente parlo per me io che riconosco di aver scritto dei post severi su Bagnasco e Boffo, non l'ho fatto sicuramente per far piacere al Giornale. Che in questa faccenda ci siano delle cose che non tornano è assolutamente vero; non sappiamo dietro tutta questa storia che cosa ci sia veramente quale sia l'obiettivo di tanto fango. Resta il fatto però, che non basta un editoriale oopure una lettera per fare chiarezza e per provare la propria estraneità ai fatti. Per cui, io ritengo che comunque le dimissioni di Boffo sarebbero una cosa giusta come ritengo sempre per mia opinione personale, che i vescovi non si lancino in una difesa senza se e senza ma verso il direttore di Avvenire. Io penso, che adesso come adesso, tutto questo porta solo ulteriore danno alla chiesa e disorientamento e disgusto maggiore nei fedeli soprattutto in quelli, che magari sono in crisi. Credo che questo aspetto non sia da sottovalutare e la CEI se ne dovrebbe seriamente preoccupare. Riguardo a Bagnasco, lo dico senza mezzi termini mi ha deluso e profondamente come mi ha deluso Vallini che allineandosi alla maggioranza di vescovi e cardinali, non ha avuto parole di vicinanza per il Santo Padre quando tutti o quasi compresa CEI ed Avvenire, gli hanno voltato le spalle.
Quindi, secondo me, Boffo dovrebbe chiarire seriamente presso gli organi competenti se come dice lui è una storia montata perchè non querela Feltri per diffamazione? Perchè non produce prove che contrastino seriamente con la teoria di Feltri? No! Cara mariateresa c'è qualcosa che non torna in questa faccenda e sono pienamente d'accordo con i dubbi espressi da Raffaella.

Anonimo ha detto...

il problema è che boffo non può smentire la condanna che c'è stata.

Antonio ha detto...

La patacca è stata confezionata per decenni da Boffo con l'avallo delle gerarchie ecclesiastiche ai cattolici italiani ...se ha un minimo di dignità si deve dimettere subito prima che si apra il vero vaso di Pandora...

sfiduciata ha detto...

Non ci capisco più nulla. Nella risposta che ha scritto Boffo sull'Avvenire di oggi, si legge che è tutto inventato (vedi accertamenti telefonici di Maroni, poi, sul messaggero si fa riferimento asllasentenza del Tribunale. Avweva ragiona Pilato: "Cos'è la verità". davvero tutto è relativo.
Coclusione: i pubblicani e le prostitute ci precederanno nel Regno dei Cieli, ammesso che per noi "cattolici" ci sia ancora posto. Sono impaurita, disorientata, delusa, triste, stanca, sfiduciata. Non leggerò più nulla. Non mi interessa

alberto ha detto...

Non so quale sia l'esatta natura del vaso di Pandora cui si allude, ma per favore non si alluda ma si sia circostranziati.

Il Giornale parla del suo articolo come tratto da una nota informativa del GIP (indagini preliminari), ma evidentemente tale informativa porta notizia dell'esito del processo e questa è la prima grande balla di Feltri: come fa il GIP a parlare di patteggiamento etc, se il suo compito si esaurisce prima del dibattimento, quindi ben prima della sentenza.
Inoltre Maroni ha telefonato a Boffo assicurandolo che non vi è alcun dossier su di lui. O il Ministro dell'Interno mente, o vuol dire che Feltri mente, quando afferma che la Polizia ha attenzionato Boffo, catalogandolo come noto omosessuale. Lo stesso ha fatto Manganelli...mentono tutti?
Inoltre c'è una rapidità a scagliarsi contro i presunti impuri, ben maggiore del vigore con cui ci si scaglia con i presunti...e dagli elementi che vi ho detto, anche un po' più che presunti...calunniatori.

Calma e sangue freddo, giudicare è sempre difficile ed è meglio farlo a bocce ferme.

gianniz ha detto...

Alberto, condivido la tua posizione. Le cose non sono per niente chiare! Troppi sono gli elementi che mancano o che si contraddicono tra loro. Appunto.
Ma, allora, perchè tante attestazioni di solidarietà, soprattutto da parte della gerarchia, che sembrano fondate su certezze e non tenere conto delle eventuali contraddizioni? Perchè questa fretta così poco.. santa?
Sembra quasi che da parte cattolica si stia preferendo una sorta di difesa... a priori.
Boffo parla di "patacca", è vero, ma nel suo articolo non fa riferimento alcuno a "fatti" o dati concreti.
Mah! E' tutto troppo strano!
Scelgo di restare nella posizione di chi sta a vedere. Mi sarebbe piaciuto che anche i vescovi avessero scelto questa posizione, prudente.

Ho però un timore. Che si tratti di uno spettacolo già scritto, di un feuilletton, progettato a tavolino, a puntate, velenoso “in cauda”, fornito cioè anche del "botto" finale, in cui ci troveremo spettatori nostro malgrado.

sam ha detto...

Mi pare che su questo blog abbiamo in molti invitato, io personalmente anche pregato, il Sig. Boffo a smentire i fatti che gli vengono imputati, aperti anche ad ascoltare(cosa che forse non verrebbe ammessa con altri) verità sostanziali che non coincidessero con quelle processuali. Fatto sta che questo non è avvenuto e la difesa prescinde totalmente dall'accertamento della verità. Mariateresa io non sono giustizialista con nessuno, ma qui la severità nasce dall'indignazione dinanzi all'ipocrisia farisaica e al conformismo mondano della Chiesa che ha il dovere di essere o di rendersi, quando non lo sia, limpida.
La richiesta di dimissioni è un fatto dovuto per la difesa della Chiesa che viene prima della difesa del Boffo. Invece una difesa incondizionata del Boffo, permanendo lui nella sua posizione, trascina insieme con lui la Chiesa nel fango.
Ancorchè fosse innocente il Boffo dovrebbe comunque rassegnare le dimissioni e difendersi da una posizione differente fino al chiarimento definitivo, per il bene della Chiesa.
Qualunque istituzione pubblica o privata si difenderebbe in questo modo, come ben rileva Giannino, invece qui sta avvenendo il "muoia Sansone con tutti i Filistei".
Questa situazione è scandalosa.

Anonimo ha detto...

Condivido in toto l'ultimo post.
E' una questione di dignita', che manca a Boffo e alle gerarchie.

Signori si nasce.......

alberto ha detto...

Scusate se reintervengo...ma dopo avere letto qualcosa e non tutto tuttissimo...posso dire: Feltri ha avuto una velina che pare abbia fatto il giro delle curie (Tettamanzi, Betori, Ruini) e la ha sparata in prima pagina con bell'intento punitivo, quando averbbe potuto mandare qualcuno a controllare gli atti del processo di Terni. Quindi è stato affrettato e accecato dalla vis punitiva, se poi ha calunniato peggio per lui. Non voglio che i giornalisti si attengano alla massima cristiana "Taci se non puoi lodare", ma il fatto che abbia sparato con tale veemenza una velina la dice tutta. E' come se io mi mettessi a gridare ai qauttro venti che un tale è ladro solo per odio...e allora anche se quel tale ladro per caso lo è il mio intento come dire, non è retto.
Boffo attende che qualcuno da Terni dica che le cose stanno diversamente, nel senso che i documenti giudiziari non corrispondano a quelli di Feltri, giocando tutto sul fatto della truffa documentaria. Naturalmente questo non fuga i sospetti.
Insomma, mi dispiace dirlo, ma uno dei capipensiero del Family Day (Boffo) e uno dei suoi più illustri partecipatori (Berlusconi) avrebbero ben dimostrato come si sfasciano le famiglie.
Certo Bagnasco si è preso un rischio grandissimo: difendere a spada tratta Boffo...e se domani un licenziamento arriverà sarà promoveatur ut abmoveatur e vallo a spiegare poi il perché ci si oppone ad una legge a favore della difesa degli omosessuali sul posto di lavoro. Il rischio è grande anche perché sarebbe una classica dimostrazione non solo di relativismo, ma pure di ipocrisia e il caso sta diventando notevole...una bella fetta di persone potrebbe ricordarselo.
Non ritenfo però che Berlusconi la pensi diversamente da Baget Bozzo in uno dei suoi ultimi articoli: è la destra berlusconiana(cristianeggiante e paganeggiante, ma cristinaesimo e paganesimo hanno una chiara morale, mentre la contraddizione della nebulosa che tutto inghiotte e tutto sputa è la cifra morale indecifrabile del premier...questa osservazione è mia) che ha costruito una base culturale oggi maggioritaria e che di questa base chiama a fare parte solo certi valori cristiani. Potrebbe una legislazione a difesa del lavoratore (cristianamente e non marxisticamente intesa) alla bavarese entrare nei programmi di Sacconi? (Non ci pensano nemmeno).Potrebbe una difesa delle vita tout court essere tra le priorità di un premier che ha ribadito a Ferrara che l'aborto è avvertito dagli italiani come un diritto sociale? Allora anche l'opposizione ai diritti dei gay appare come un comodo baluardo di intesa con la Chiesa (i gay sono pochi) ma non frutto di una visione complessiva sui temi della famiglia e della generazione e crescita dei figli.
La gerarchia questo lo sa benissimo e vuole ottimizzare lo spazio che Berlusconi offre, ma è Berlusconi ad offrire, è lui il dominus, con ego smisurato, e quindi quando uno ti dà il posto in tram, non puoi fargli le pulci, nemmeno se si tratta di materia grave, sennò quello che il posto te lo ha offerto si incazza.
Odio il PD ma ha ragione su un punto. Una tale concentrazione di mezzi di informazione è ipso facto mancanza di democrazia. Invece il problema va riposto radicalmente...non c'è libertà di pensiero e di espressione se non vi è pluralismo editoriale e se non c'è un obbligo all'argomentazione chiara e consequenziale. Ci devono essere editori per tutti e tutti devono potere argomentare non sbraitare. Dopodiché la Parola di Dio è più forte delle altre.
Insomma il rischio che si corre a non difendere Boffo (ancorché sospettabile) è mortale.