giovedì 27 agosto 2009

Il saluto del Papa ai pellegrini tedeschi: una traduzione a cura della nostra Laura


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Cari amici, grazie alla nostra carissima Laura leggiamo una prima traduzione delle parole pronunciate dal Papa in tedesco, nel ricevere i pellegrini durante l'udienza generale.
Notiamo che il Santo Padre ha parlato anche degli incendi boschivi e del gravissimo danno subito da Atene.
Questa ovviamente e' una traduzione per il blog.
Essa non viene quindi inserita nel post dedicato alla catechesi (clicca qui), ma in questo spazio nella speranza che prima o poi venga fornita la traduzione ufficiale.
Stamattina ho ingerito un limone con tutta la buccia :-)
Grazie ancora a Laura per il grandissimo e prezioso aiuto
.
R.

Cari amici!

Sono contento di vedere tutto il cortile pieno di connazionali venuti dalla Germania. Questa è un'esperienza speciale. Grazie mille! Siate tutti benvenuti. In particolare saluto i chierichetti, gli studenti ei partecipanti al campo di Ostia. Mi auguro che abbiate potuto godere una vacanza indimenticabile. Ma in base allo stato d’animo che percepisco qui, vedo che i giorni devono essere stati molto belli e aver lasciato grande goia nel vostro cuore. E di questo sono molto felice. Si, sono dei giorni in cui potevate vedere la bellezza della creazione, il mare e poi i boschi e il sole e qui il lago con le montagne.
Giorni in cui facciamo l’esperienza che la creazione è un dono e che possiamo essere grati per questo. Giorni in cui però vediamo anche che la creazione è minacciata: il lago si sta riducendo e ci sono così tanti rischi. Ci sono gli incendi boschivi. Abbiamo sentito come in Grecia, nei dintorni di Atene, i boschi sono andati in fiamme. Le molteplici minacce per la creazione ci devono far riflettere, e così in questo giorno voglio parlare proprio delle nostre responsabilità verso il creato.
Per la Chiesa, questo non è una moda, ma qualcosa che risulta dalla stessa fede. Già nel primo capitolo della Bibbia, nel racconto della creazione, all'uomo viene affidato il creato affinché gli uomini lo trasformino in un giardino di Dio, affinché non lo distruggano, ma facciano esaltare tutte le possibilità che Dio ha messo in esso. La responsabilità per la creazione fa parte dei fondamenti della fede cristiana, e solo quando guardiamo le cose di questo mondo, la nostra terra come creazione di Dio, siamo anche in grado di pervenire alla giusta responsabilità e di scoprire che queste grazie del bene sono date a noi nella creazione stessa, e possiamo pensare che anche l'uomo è una creatura, che anche l’uomo non può gestirsi in modo arbitrario, ma che deve comprendersi in un atteggiamento di responsabilità nei confronti del Creatore.
E quando l’uomo si comporta rettamente con se stesso, lo fa anche nei confronti degli altri. E se si comporta in modo giusto con gli altri, allora è solidale anche con tutta la terra. Ma tutto questo presuppone che noi conosciamo il Padre comune che ha creato tutti noi e che vuole che noi siamo fraternamente solidali e costruiamo il mondo in modo che essa sia di lode a Dio. Questa è la cosa importante, ed è un punto che ho trattato anche nell’enciclica sulla “caritas” e “veritas”, sulla carità e la verità: cioè che non possono avvenire lo sviluppo dell’uomo e il progresso, se dietro questi non vediamo sempre anche la logica di Dio stesso, se non stiamo in una responsabilità condivisa davanti a Dio.
Solo allora potremo risolvere i grandi problemi del futuro e del presente dell'umanità: il problema della fame, della corruzione, della molteplice povertà. Tutto questo ci sfida nei fondamenti ed esige la nostra ragione e la nostra buona volontà, e prima di tutto richiede che si guardi Colui che ha costruito il mondo e che è il nostro Giudice e nostro Salvatore. Così vorrei condividere con voi la gioia che abbiamo una terra bella, che avete potuto vivere dei giorni felici, e vorrei pregarvi al contempo e fare appello che prendiamo in considerazione sempre di più il creatore, che partendo da questo impariamo a comprendere noi stessi, ad accogliere l’altro e ad agire responsabilmente per il futuro, in modo che il futuro sia un futuro umano.
Ed è veramente umano solo quando è divino, quando vediamo nell'uomo l'immagine di Dio e nella creazione il riflesso della sua bontà. Per questo preghiamo il Signore di aprire i nostri occhi e i nostri cuori e anche quelli degli altri, e che si realizzi quindi un reale progresso una vera solidarietà nel mondo e tra tutti noi.
Concludendo preghiamo con la preghiera del Signore, e poiché chi canta prega tre volte, come dicono i padri, la cantiamo in latino, nella lingua comune della Chiesa universale.

TESTO ORIGINALE

Liebe Freunde! Ich freue mich, den ganzen Innenhof mit Landsleuten aus Deutschland angefüllt zu sehen. Das ist ein besonderes Erlebnis. Vielen Dank! Seid alle herzlich willkommen. Besonders grüße ich die Ministranten, die Schülerinnen und Schüler und die Teilnehmer am Ferienlager in Ostia. Ich hoffe, ihr habt schöne Ferientage erleben können. Aber nach der Stimmung, die ich antreffe, müssen die Tage jetzt sehr schön gewesen sein und viel Freude in eurem Herzen hinterlassen haben. Und darüber freue ich mich sehr. Es sind ja Tage, in denen ihr die Schönheit der Schöpfung sehen konntet: das Meer und dann die Wälder und die Sonne und dazu hier den See mit den Bergen. Tage, in denen wir erleben, daß die Schöpfung ein Geschenk ist und daß wir dankbar für sie sein dürfen. Tage, in denen wir aber auch sehen, daß die Schöpfung bedroht ist: Der See nimmt ab, und es gibt so vielerlei Gefährdungen. Es gibt die Waldbrände: Wir haben gehört, wie in Griechenland rund um Athen die Wälder in Flammen standen. Die vielfältigen Bedrohungen der Schöpfung lassen uns nachdenklich werden, und so möchte ich an diesem Tag gerade über unsere Verantwortung für die Schöpfung sprechen. Für die Kirche ist dies nicht eine Mode, sondern etwas, was aus ihrem Glauben selber folgt. Gleich im ersten Kapitel der Bibel, im Schöpfungsbericht, wird den Menschen die Schöpfung anvertraut, damit die Menschen sie zu einem Garten Gottes machen, sie nicht zerstören, sondern aus ihr all die Möglichkeiten herausheben, die Gott in sie hineingelegt hat. Verantwortung für die Schöpfung gehört zu den Grundlagen des christlichen Glaubens, und nur wenn wir die Dinge dieser Welt, unsere Erde als Schöpfung Gottes ansehen, können wir auch zur rechten Verantwortung kommen und finden, daß diese Gnaden des Guten uns in der Schöpfung selbst gegeben werden, und daran denken, daß auch der Mensch Geschöpf ist, daß auch der Mensch mit sich nicht beliebig umgehen kann, sondern daß er sich in der Verantwortung vor dem Schöpfer verstehen muß. Und wenn der Mensch mit sich selbst recht umgeht, geht er auch mit den anderen recht um. Und wenn er mit den anderen recht umgeht, dann steht er auch in Solidarität mit der ganzen Erde. Aber dies alles setzt voraus, daß wir den gemeinsamen Vater kennen, der uns alle geschaffen hat, der uns alle in der geschwisterlichen Solidarität will und der will, daß wir die Welt so bauen, daß sie Lobpreis Gottes wird. Darum geht es, und das ist ein Punkt, den ich auch in der Enzyklika über caritas und veritas, über Wahrheit und Liebe, angesprochen habe: daß die Entwicklung des Menschen, der Fortschritt, all dies nicht geschehen kann, wenn wir nicht immer dahinter auch die Logik Gottes selbst sehen, wenn wir nicht in der Verantwortung vor Gott miteinander stehen. Nur dann werden wir die großen Probleme der Zukunft und der Gegenwart der Menschheit lösen: das Problem des Hungers, das Problem der Korruption, das Problem der vielfältigen Armut. All dies fordert uns heraus von Grund auf, fordert unsere Vernunft und unseren guten Willen und fordert zuallererst, daß wir auf den hinschauen, der die Welt gebaut hat, der unser Richter und unser Retter ist. So möchte ich mit euch die Freude teilen, daß wir eine schöne Erde haben, daß ihr schöne Tage erleben durftet und euch zugleich bitten und aufrufen, daß wir immer mehr den Schöpfer im Auge haben, von da aus uns selbst verstehen lernen, von da aus den anderen annehmen lernen und so in Verantwortung für die Zukunft handeln, daß die Zukunft eine menschliche Zukunft sei. Und wahrhaft menschlich ist sie nur dann, wenn sie göttlich ist, wenn wir im Menschen das Bild Gottes sehen und in der Schöpfung den Abglanz seiner Güte. Bitten wir den Herrn darum, daß er unsere Augen und unsere Herzen öffnet, und auch die der anderen, und daß es so zu wirklichem Fortschritt, zu wirklicher Solidarität in der Welt und unter uns allen kommt. Beten wir zum Abschluß das Vaterunser, und weil singen dreimal beten ist, wie die Väter sagen, singen wir es in Latein, in der gemeinsamen Sprache der weltweiten Kirche.

1 commento:

laura ha detto...

Grazie per la fiducia. Chiedo scusa agli amici tedeschi se ci sono alcune imprecisioni, ma la buona volontà c'è tutta e spero di aver fatto un piccolo servizio. Grazie per l'attenzione, se a qualcuno interessa
laura