giovedì 27 agosto 2009

L'appello del Papa: «Chi inquina è senza Dio» (Conte)


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L'appello del Papa: «Chi inquina è senza Dio»

Domitilla Conte

CASTEL GANDOLFO

Le immagini della Grotta azzurra invasa da schiuma e sporcizia diffuse in quest'ultimo scorcio d'agosto sembrano fare da sfondo all'appello lanciato da Benedetto XVI per la difesa dell'ambiente, rivolto a governi e comunità internazionale in vista della conferenza dell'Onu sul cambiamento climatico in programma a Copenaghen dal 7 al 18 dicembre.
Il papa ha espresso la sua preoccupazione per «i differenti fenomeni di degrado ambientale e le calamità naturali che purtroppo non raramente la cronaca registra», ma soprattutto per la mancanza, alla base, di una «ecologia umana» che conduca l'uomo ad avere più rispetto per Dio, per se stesso e per gli altri, specie per i popoli più poveri e le giovani generazioni.
Perciò chiede alla comunità internazionale e ai singoli governi di dare «i giusti segnali ai propri cittadini per contrastare in modo efficace le modalità d'utilizzo dell'ambiente che risultino ad esso dannose».
«I costi economici e sociali derivanti dall'uso delle risorse ambientali comuni», poi, «vanno riconosciuti in maniera trasparente» e «supportati da coloro che ne usufruiscono, e non da altre popolazioni o dalle generazioni future».
Un messaggio che incassa subito il plauso del ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che parla di «altissimo monito» da parte del Pontefice, precisando che «gli Stati industrializzati sentono in pieno la responsabilità di dover fare di più» e che «in questo senso si muovono gli impegni assunti con successo nel recente G8 guidato dal presidente Berlusconi per favorire lo sviluppo compatibile dei Paesi meno ricchi».
Per raggiungere quello «sviluppo umano integrale» senza barriere né discriminazioni, obiettivo dell'enciclica "Caritas in veritate", occorre però – insiste papa Ratzinger – più responsabilità e più solidarietà. Ma è soprattutto «indispensabile convertire l'attuale modello di sviluppo globale verso una più ampia e condivisa assunzione di responsabilità nei confronti del creato: lo richiedono – ha sottolineato – non solo le emergenze ambientali, ma anche lo scandalo della fame e della miseria».

© Copyright Gazzetta del sud, 27 agosto 2009

1 commento:

Anonimo ha detto...

Credo che sia la Voce più autorevole in questo senso. Nel discorso ai pellegrini tedeschi, ha detto che l'interesse per la creazione non è una moda, ma una prerogativa della fede, perchè segno del rispetto del Creato, dono immenso e gratuito di Dio.