lunedì 31 agosto 2009

Mario Adinolfi: "L’ipocrisia fa male soprattutto alla credibilità della Chiesa" (Bracalini)


Vedi anche:

Scontro Boffo-Feltri: prima segnalazione di articoli

Il posto della Chiesa in tempi pagani (Diamanti)

"Caso Boffo": raccolta di articoli pubblicati ieri

Avrei tanto voluto parlare del Papa stamattina ma...

Domani Paolo Rodari approda a "Il Foglio": buon lavoro da parte del blog :-)

Per Bertone Boffo andrà sostituito (Rodari)

Gli immigrati, la cittadinanza e Papa Ratzinger (Benedetto Ippolito)

Il Papa spiega come i genitori preparano la vocazione dei figli

Angelus: audio integrale di Radio Vaticana. FINALMENTE online i podcast della catechesi di mercoledì scorso

Accogliere con gioia la volontà di Dio: così il Papa nella Messa per il circolo dei suoi ex allievi (Radio Vaticana)

Il Papa: difendere l'ambiente per tutelare i popoli più poveri (Izzo)

Il vescovo dell'Aquila: "Mi auguro davvero che si provi l'innocenza della persona coinvolta"

Renato Farina: Quella solidarietà che a me fu negata

Boffo si difende: un documento-montatura (Lorenzo Salvia)

Appello del Papa ai Grandi: Maggiore impegno per la tutela del Creato, dono di Dio

Il Papa: i genitori favoriscano le vocazioni al sacerdozio (Izzo)

Il Papa: Santa Monica era diventata, per il figlio Agostino, "più che madre, la sorgente del suo Cristianesimo" (Angelus)

Lucio Brunelli: I cattolici e la morale. Cosa insegna questo caso (bellissimo articolo!)

Le scelte di «Avvenire» riaprono il confronto tra le due linee della Chiesa (Vecchi)

Boffo: Non un’“informativa”, ma un’emerita patacca

Vittorio Messori: «Il gossip non sposta il voto cattolico» (Tornielli)

Quanta solidarietà da parte dei vescovi a Dino Boffo. Peccato che al Papa non venga MAI riservato lo stesso trattamento...

La “riforma della riforma” e le smentite che non smentiscono (Tornielli)

«Le carte su Boffo? Sono tutte vere»

di Paolo Bracalini

Appena ha letto la risposta ai lettori di Dino Boffo su Avvenire si è riconosciuto subito nell’identikit del «molto informato» ex collaboratore di Avvenire che per «saldare qualche vecchio conto» sparge fango sul suo ex direttore.

«Parlava di me, ho collaborato con la pagina politica del suo giornale per tre anni e mezzo, senza contratto, e per primo sul mio blog ho scritto della sua condanna per molestie. Ma è tutto vero, altro che patacche o veline. Invece di parlare di attacchi disgustosi Boffo dovrebbe raccontarci la verità. La privacy per un uomo pubblico come lui non può diventare un paravento da ipocriti».

Mario Adinolfi, esponente Pd di fede franceschiniana, non è né un mangiapreti né un berlusconiano. Cattolico (militava nella Margherita, ha lavorato per la Radio Vaticana), feroce sostenitore del Noemi-gate, ora assiste con imbarazzo alla fulminea conversione anti gossip del suo partito sul Boffo-gate: «Il Pd dovrebbe difendere la libertà di informazione sempre, non solo per la stampa amica. Feltri ha scritto di fatti incontrovertibili e ha rotto il muro di omertà sulle relazioni omosex del direttore di Avvenire. La sentenza di Terni è un fatto, una notizia che in qualsiasi paese del mondo sarebbe finita immediatamente in pagina».

Ma come Adinolfi? Anche lei, già aspirante segretario del Pd, si mette a spacciare patacche?

«Macché patacche, qui c’è una sentenza di un tribunale e di quella si deve parlare. L’ho scritto il 20 settembre del 2005, raccontando il fatto. Nessuno allora mi diede del pataccaro, non ebbi querele né atteggiamenti di risentimento. Forse perché pensavano che la cosa potesse rimanere sotto silenzio».

Lei chiese quei documenti al gip di Terni, Augusto Fornaci.

«Formalmente, per iscritto. Andai di persona a Terni e la cancelleria identificò gli estremi della sentenza. Ma poi, quando capirono a chi si riferiva, mi negarono il documento».

Con che motivazioni?

«Dicendo che quella vicenda coinvolgeva “relazioni interpersonali pregresse” e che quindi gli atti non potevano essere resi pubblici».

Anche se c’è un articolo di legge per cui gli atti di un procedimento penale dovrebbero essere accessibili.

«Certo, e questo dice qualcosa sulla magistratura italiana».

Boffo risponde: è una montatura giornalistica.

«Invece il decreto penale di condanna è un fatto. E l’informativa, che non conosco e che ho appreso dal Giornale, corrisponde sicuramente a quel che è noto dei comportamenti di Boffo».

Vuole forse vendicarsi di Boffo perché non l’ha mai assunta all’«Avvenire»?

«Ma per favore. Lo dico pasolinianamente: non è una battaglia sulla persona ma sulle idee. A Boffo va il mio pensiero cristiano, perché immagino la sua vergogna e il suo dolore. Quello che è inaccettabile è che in Italia la verità diventi sempre pirandelliana, per cui ce n’è una, nessuna e centomila. Non è così, la verità è una sola e in questo caso è molto chiara. E poi, tirare in ballo i morti mi è sembrato una difesa sconvolgente da parte di un cristiano».

I morti?

«Boffo dice che le telefonate moleste partivano dal suo cellulare ma non era lui a farle, bensì un ragazzo, che guardacaso però è morto di overdose e non può più smentire».

Lei è colpevolista.

«No, ma quella è una giustificazione che mi inquieta molto. Boffo, per fugare i dubbi, invece di sbraitare potrebbe raccontare in prima persona quella vicenda. Spiegare perché nei confronti di quella donna sono stati pagati dei soldi. È lei la vera vittima in tutta questa vicenda».

Si parla di privacy violata.

«La privacy dei personaggi pubblici non esiste, hanno dei doveri di coerenza che ho reclamato molto duramente per Berlusconi. E se uno predica moralità e sobrietà dei costumi deve essere sobrio nei costumi. È un’ovvietà».

Libertà di inchiesta per tutti, non solo per «Repubblica», quindi?

«Certo, pretendo che la mia parte politica sia onesta e difenda la libertà di informazione di tutti, anche dei giornali non schierati con noi. C’è un problema intellettuale a sinistra, questa ipocrisia va superata».

La Cei ha reagito duramente.

«L’ipocrisia invece fa male soprattutto alla credibilità della Chiesa. Se si comporta come un potere, perde di forza. È questo il male che stanno facendo Dino Boffo e chi lo copre. Quando si sale su una cattedra morale bisogna essere degni di quella cattedra».

© Copyright Il Giornale, 31 agosto 2009 consultabile online anche qui.

Questa intervista mi offre lo spunto per fare qualche considerazione...lo faremo insieme.
R.

7 commenti:

gianniz ha detto...

Se è vero quello che afferma il "corrierone" (la sentenza e l'informativa sono arrivate tempo fa sulle scrivanie di tutte le curie), mi chiedo: vuoi vedere che questo materiale è arrivato a Feltri via curia di (vescovo di, prelato di) vattelapesca?
Non mi stupirei più di tanto, vista la "guerra" che viene guerreggiata da un pò di tempo dentro la Chiesa, senza esclusione di colpi.
A proposito di ipocrisia!!!!!!!

Antonio ha detto...

Il giudizio di Adinolfi sulla Chiesa è ingiusto non credo possa essere tacitata di ipocrisia. E' facile sparare sul mucchio.
E' anche vero che la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto...pur essendo innocente.
Purtroppo in Italia il diritto e il rispetto dovuto alla vita privata delle persone...sono finiti col "bellissimo imperio".
Sono certo che Dino Boffo si difenderà e non si lascerà intimidire.

euge ha detto...

la tua ipotesi non mi sembra del tutto irreale potrebbe dico potrebbe essere che sia successo anche questo.

Anonimo ha detto...

Molto chiaro e la dice lunga sull'intera vicenda questo articolo. A questo punto se Boffo vuole davvero bene alla Chiesa (e ho qualche dubbio) dovrebbe fare un passo indietro e ai vescovi responsabili di Avvenire prenderne atto e sostituirlo. Il caro direttore in questo modo sta facendo del male a tutti.

Anonimo ha detto...

Io, che ho spesso idee di complotti latenti, mi chiedo:

-quante probabilità ci potevano essere di trovare un cattolico omosessuale e con condanna scritta?
-con la scelta di un tale direttore per il quotidiano che dà voce ai vescovi, come potrà più tale giornale fare battaglia per la coppia naturale, uomo-donna?
-quale vescovo o cardinale ha scelto il direttore?
-ultima domanda: chi l'ha scelto non è forse guidato dalla massoneria che, ormai, stiamo vedendo far battaglia dentro la Chiesa con colpi bassi?
-la chiesa di Milano c'entra in ciò? Il cardinal Martini?
Omosessualità, matrimonio dei preti, eutanasia....amen.
Pensieri folli, Raffaella li cestinerà e con buona ragione.

Anonimo ha detto...

Aggiungo all'ultimo post:
e Feltri, da chi è veramente "guidato"?

sam ha detto...

Posso chiedere come mai tutti facciano finta di ignorare che qui c'è uno che si sta assumendo la responsabilità di una testimonianza, con nome e cognome e col rischio di beccarsi una querela (se dice il falso), e che questa testimonianza non ha il valore di un'informativa anonima?

Ma possibile che i giornali si perdano in centinaia di discussioni e opinioni sull'utilizzo delle fonti, sui rapporti tra politica e chiesa e tra Chiesa e chiesa, prescindendo dall'accertamento dell'accusa che ha scatenato tutta la bagarre?

Anche Boffo che dovrebbe avere tutto l'interesse a difendersi sulle accuse che gli vengono rivolte, oggi su Avvenire contesta l'uso di una fonte anonima, ma continua a non rispondere nulla per quanto riguarda il casellario giudiziario e la testimonianza pubblica di Mario Adinolfi. Come se il tema non fosse accertare la sua completa estraneità agli addebiti, ma solo la scorrettezza di Feltri.
Da garantista, che vuole credere all'innocenza sostanziale di Boffo, chiedo che si difenda nel merito e non sulle forme delle accuse rivoltegli.

Dott.Boffo - da poveri fedeli addolorati glielo chiediamo per favore - può scrivere, visto che questo è il suo lavoro, come sono andati i fatti dal suo punto di vista?

Tutto il resto a questo punto è solo fumo... e che fumo!