lunedì 31 agosto 2009

Per Bertone Boffo andrà sostituito (Rodari)


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Dino Boffo, il giorno dopo

Paolo Rodari

ago 30, 2009 il Riformista

Alla fine il presidente della Conferenza Episcopale Italiana Angelo Bagnasco ha detto la sua in difesa del direttore di Avvenire Dino Boffo.
E, senz’altro, la difesa era dovuta. Boffo, infatti, è stato in questi primi anni di presidenza del successore di Ruini il principale suggeritore del cardinale Bagnasco. E poi, nell’immediato, la Chiesa italiana non ha altra strategia da mettere in campo: in questo momento, insomma, fare quadrato resta la cosa più importante.
Durissime davvero le parole di Bagnasco: «L’attacco che è stato fatto al dott. Boffo direttore di Avvenire - ha detto il porporato prima di celebrare la messa per la festa del santuario della Madonna della Guardia - è un fatto disgustoso e molto grave». E ancora: «Rinnovo al direttore di Avvenire tutta la stima e la fiducia mia personale e quella di tutti i vescovi italiani e delle Comunità cristiane».
La Santa Sede ha seguito con apprensione le ore che hanno visto il direttore del Giornale Vittorio Feltri sbattere in prima pagina un attacco al veleno diretto a Boffo. E, insieme, in Vaticano hanno condiviso la scelta della difesa.
Non è questo, infatti, il momento di cedere. Più avanti, invece, si vedrà. A ben vedere, infatti, è nel medio periodo (e cioè entro Natale) che il cardinale segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone potrebbe intervenire nei confronti di Bagnasco per convincerlo a trovare un’alternativa a Boffo.
In fondo, dopo tanti anni di conduzione di Avvenire, uno passo indietro potrebbe essere salutare anche per lui.
Ieri, il giornale dei vescovi è andato avanti con la difesa senza tentennamenti: Avvenire, infatti, ha pubblicato la lettera del direttore già resa nota l’altro ieri, la nota della Cei e la solidarietà della redazione.
Il cardinale Angelo Bagnasco, nel venerdì più difficile per i rapporti tra Governo e vertici della Chiesa, non aveva voluto rilasciare alcuna dichiarazione ai giornalisti che lo aspettavano alla partenza del pellegrinaggio a piedi della vigilia della Festa della Madonna della Guardia alle pendici del Monte Figogna.
Ma, evidentemente, dopo una notte difficile, ha preferito reagire e dire la sua.
E che la Santa Sede, e quindi Bertone, in questo momento ritenga che la linea della difesa sia quella giusta lo testimonia l’Osservatore Romano in edicola oggi: il quotidiano della Santa Sede, infatti, all’indomani dell’annullamento della partecipazione del premier alle celebrazioni della Perdonanza celestiniana presiedute all’Aquila dal segretario di stato vaticano, e dell’attacco del Giornale sceglie oggi di non intervenire nella vicenda con articoli né commenti. Ma sulle pagine del quotidiano d’Oltretevere trova comunque spazio il commento al caso Boffo rilasciato ai giornalisti questa mattina dal presidente della Cei. L’Osservatore, poi e significativamente, pubblica alcuni passaggi dell’omelia di Bagnasco in cui il presidente dei vescovi italiani richiama l’importanza della sacralità della vita umana e dell’inviolabilità della dignità umana.
Bagnasco, nell’omelia, ha toccati diversi temi (molti inerenti l’azione del Governo in carica), a cominciare da quello della sicurezza. «Sicurezza e solidarietà non sono due opzioni contrapposte, ma un’unica e inscindibile strada, perché si radicano entrambe nell’unità della persona, della natura umana», ha spiegato il cardinale. Entrambe sono «universalmente volute sono valori oggettivi e universali che testimoniano l’’esistenza di un diritto naturale valido sempre e ovunque» e «sono diritti da rivendicare giustamente e doveri da onorare onestamente, nel quadro delle situazioni concrete della vita dei singoli, delle società, delle Nazioni». «In un clima di nichilismo valoriale non si cadrebbe inevitabilmente in uno Stato etico? Che pretende di decidere l’ordine morale fondamentale, anziché riconoscere i valori costitutivi della persona, quelli che scaturiscono non dai desideri dei singoli ma dalla natura umana di tutti, come l’inviolabilità della vita umana, un lavoro decente, l’onorabilità, la cultura, la libertà, la casa, la sicurezza, la solidarietà».
È stato questo un altro dei passaggi dell’omelia dell’arcivescovo di Genova. «Che l’uomo sia fatto così com’è, anima e corpo - ha aggiunto il prelato - precede qualunque nostra decisione e vincola il dover essere morale dei singoli e della collettività: vincola qualsiasi autorità». «Si dirà forse che il mio dire è una forma di “ingerenza” in ambiti che non sono di mia competenza. Perchè, invece, non pensare ad un contributo che la Chiesa in moltissime forme - religiose e pastorali, culturali e sociali - offre alla riflessione di tutti e per il bene comune?».

© Copyright Il Riformista, 30 agosto 2009 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari oppure qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

appena sigleranno la pace dipolomatica con il governo Berlusconi , se sono un po' furbi lo faranno .......