martedì 24 novembre 2009

Incontro Papa-artisti: La strategia della bellezza (Accattoli)


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La strategia della bellezza

di Luigi Accattoli

[24 novembre 2009]

Siamo forse in una stagione creativa del rapporto tra le Chiese e il mondo dell'arte, dopo tante reciproche delusioni. Per la Santa Sede il momento è interpretato con larghezza di vedute dall'arcivescovo Gianfranco Ravasi - presidente del Consiglio per la Cultura - e il Papa sabato scorso, incontrando 260 artisti nella Cappella Sistina, ha fatto proprio il suo atteggiamento di fiducia: nel suo appello agli ospiti non ha avanzato richieste di parte, ma li ha sollecitati a «comunicare bellezza » e a farsi portatori di «speranza per l'umanità».
La larghezza di vedute è attestata innanzitutto dal fatto che tra gli ospiti c'erano anche appartenenti a religioni non cristiane e agnostici. Dai nostri registi Moretti e Tornatore all'architetta irachena Zaha Hadid, allo scrittore iraniano Kder Abdolah, ai cantautori Venditti e Vecchioni, al costruttore di ponti Santiago Calatrava, al regista israeliano Samul Maoz. Dunque non hanno chiamato solo i cattolici, né solo i credenti: hanno guardato agli artisti come tali e non in funzione della committenza ecclesiastica.
Con questo stesso spirito Ravasi ha annunciato che il Vaticano sarà presente nel 2011 alla Biennale di Venezia con un proprio padiglione: «Vorrei rivolgermi a sette-otto artisti di tutto il mondo, a cominciare dall’Africa e dare loro come spunto i primi undici capitoli della Genesi dove si trovano già tutti i temi fondamentali: la creazione, il male, la coppia, la violenza familiare e sociale, l’ecologia e il diluvio, l’imperialismo di Babele».
Sempre Ravasi è stato visto conversare nella Sistina con Nanni Moretti. Si sa che il regista gli ha mandato la sceneggiatura del prossimo film - che racconta di un Papa che va in analisi - e l'arcivescovo ne parla con fiducia: «Qualcuno magari lo vedrà come una provocazione, vedremo come sarà il film, ma dalla sceneggiatura non mi pare il caso». Dicevo che è con questo spirito di accompagnamento amichevole che ha parlato il Papa. Certo ha ricordato quanto disse Paolo VI agli artisti in quello stesso luogo 45 anni addietro: «Noi abbiamo bisogno di voi». Ha ricordato la Lettera agli artisti scritta dieci anni addietro da Papa Wojtyla che era «anch'egli artista». Ha citato l'estetica teologica di Von Balthasar e il monito di Dostoevskij: «L'umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo». Ha ricordato come l'arte faccia «appello al Mistero» e come la Bibbia sia stata sempre un «immenso deposito di figure» per ogni arte. Ma quando è venuto agli appelli non ha dato consigli morali agli artisti, non ha chiesto un trattamento di riguardo per la religione, non ha dettato regole per la costruzione o la decorazione degli edifici sacri. Li ha solo invitati a essere se stessi, riproponendo le parole di Paolo VI: «Se voi siete gli amici della vera arte, voi siete nostri amici». Li ha sollecitati a essere «grati dei doni ricevuti e pienamente consapevoli della grande responsabilità di comunicare la bellez za». Li ha messi in guardia dalla bellezza «illusoria e mendace», ricordando che quella «autentica» interpella l'uomo: «Tocca intimamente, ferisce, apre gli occhi». Da qui una missione grande dell'artista che non può ritenersi pago «della trasgressione o della provocazione fine a se stessa», ma deve sapersi chiamato a una finalità pienamente umana: «Siate anche voi, attraverso la vostra arte, annunciatori e testimoni di speranza per l'umanità!».
In riferimento alla religione non ha chiesto altro che la disponibilità a «dialogare con i credenti», cioè «con chi, come voi, si sente pellegrino verso la Bellezza infinita». Assicurandoli che «la fede non toglie nulla al vostro genio, alla vostra arte, anzi li esalta e li nutre». La sincerità di queste parole - tendenti a «rinnovare l'amicizia della Chiesa con il mondo dell'arte» - era comprovata dall'uditorio al quale venivano rivolte: non ritagliato tra i "fedeli" ma aperto a ogni apporto. Forse è davvero possibile una stagione nuova, oggi che siamo stanchi delle chiese-capannone, che la tradizione delle icone e dei mosaici rivive in varie comunità e si torna volentieri al "grande codice" della Bibbia in tante figurazioni per edifici di culto.

© Copyright Liberal, 24 novembre 2009 consultabile online anche qui.

6 commenti:

sam ha detto...

Amica mia, come ci sono finiti Fini e i suoi colonnelli in mezzo alla Bellezza? Togliamoli che stonano... :-)

Raffaella ha detto...

Gia' :-))

Anonimo ha detto...

Infatti, ci stanno bene come i cavoli a merenda.
Alessia

sam ha detto...

Non preoccuparti per l'errore, per fortuna anche tu sei umana, perchè iniziavo ad avere il dubbio che fossi un angelo....

Raffaella ha detto...

Nella home page di Liberal hanno mischiato due articoli che invece sono ben separati a pag. 11 :-))
Ho tolto il pezzo ed inserito la parte tagliata :-)
R.

sonny ha detto...

Ah ecco! Non riuscivo più a raccapezzarmi! Don't worry, Raffa!