domenica 9 novembre 2008
Benedetto XVI si confronta con i medici sulla liceità dei trapianti d'organo (Barbetta)
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Su segnalazione di Elisa leggiamo:
TRAPIANTI BENEDETTO XVI SI CONFRONTA CON I MEDICI SULLA LICEITÀ
di DONATELLA BARBETTA
CITTÀ DEL VATICANO
I TRAPIANTI sono l’ultima speranza per tanti malati e il grande gesto d’amore della donazione di organi ha ridato la vita a persone arrivate a un passo dalla morte. Per alcuni le liste d’attesa sono troppo lunghe. Tuttavia la «logica del mercato» non deve «prendere il sopravvento», nonostante «il moltiplicarsi delle richieste di trapianto».
È il monito del Papa.
E se da una parte parla di «grande conquista della scienza medica» e di un «atto d’amore che viene espresso con il dono dei propri organi vitali e permane come una genuina testimonianza di carità», dall’altra Benedetto XVI aggiunge che «eventuali logiche di compravendita degli organi, oltre a essere ‘moralmente illecite’, vanno decisamente condannate come abominevoli».
Il Papa subito dopo ha proseguito l’intervento, sottolineando che è necessario eliminare ogni «minimo sospetto di arbitrio». Gli organi umani da trapiantare possono essere prelevati solo ex cadavere e la scienza deve progredire sull’accertamento della morte.
«LA SCIENZA, in questi anni — ha detto il Pontefice — ha compiuto ulteriori progressi nell’accertare la morte del paziente. E bene, quindi che i risultati raggiunti ricevano il consenso dell’intera comunità scientifica così da favorire la ricerca di soluzioni che diano certezza a tutti. In un ambito come questo, infatti — ha sostenuto — non può esserci il minimo sospetto di arbitrio e dove la certezza non fosse raggiunta deve prevalere il principio di precauzione». Infine la raccomandazione: «In questi casi deve valere sempre come criterio principale il rispetto per la vita del donatore, così che il prelievo di organi sia consentito solo in presenza della morte reale».
IERI Ratzinger ha parlato ai partecipanti al congresso internazionale promosso dalla Pontificia accademia per la vita, in collaborazione con la Federazione internazionale delle associazioni mediche cattoliche e il Centro nazionale Trapianti, sul tema Un dono per la vita.
Considerazioni sulla donazione di organi. Le parole del Papa ad alcuni sono sembrate ricollegarsi al dibattito sulla morte cerebrale, aperto dall’Osservatore romano a settembre, in particolare sul criterio per l’accertamento del decesso. Del resto la fase finale della vita suscita sempre particolare sensibilità nel nostro Paese, sia in relazione al dibattito sul testamento biologico sia dopo le polemiche sul caso di Eluana Englaro.
Ma subito si è fatta chiarezza.
«La comunità scientifica — ha commentato Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt) — non legge nelle parole del Pontefice una critica ai criteri utilizzati per l’accertamento della morte cerebrale, né una intenzione di mettere in dubbio i principi della legge italiana in materia».
AL CONTRARIO, prosegue Nanni Costa, al quale si sono uniti anche altri specialisti dei trapianti, da Benedetto XVI arriva «un invito a progredire nella ricerca e a non chiudere le porte a eventuali nuove acquisizioni in campo medico-scientifico».
Non ha dubbi nemmeno Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare: «Il Papa ha fatto solo un invito alla cautela, non ha messo in dubbio il concetto di morte cerebrale».
E per il senatore del Pd, Ignazio Marino, chirurgo passato alla politica, i criteri sulla definizione di morte cerebrale «sono fuori discussione, condivisi in tutto il pianeta».
© Copyright Il Resto del Carlino, 8 novembre 2008
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