giovedì 6 novembre 2008

Costruire «ponti» tra Cattolici e Musulmani, in «atmosfera di fiducia e rispetto», come «conseguenza del discorso di Ratisbona» (Calabrò)


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ROMA — Costruire «ponti» tra cattolici e musulmani, in «atmosfera di fiducia e rispetto », come «conseguenza del discorso di papa Ratzinger a Ratisbona» che aveva sollecitato a riconoscere che il rapporto con Dio implica la ragione ed esclude la violenza. A sostenerlo sono proprio importanti rappresentanti del mondo islamico riuniti in Vaticano per il primo Forum cattolico- musulmano (saranno ricevuti dal Papa domani), che dopo due anni di freddo, seguiti alle polemiche suscitate da alcune interpretazioni delle parole di Benedetto XVI, di fatto sancisce una svolta nei reciproci rapporti.
Tra essi, Tariq Ramadam, discusso intellettuale discendente dei fondatori dei Fratelli Musulmani e di Hamas (promotore tra l'altro del boicottaggio di Israele alla Fiera del Libro di Torino). Ramadan ha scritto un articolo, pubblicato in contemporanea su Le Monde e il Guardian, in cui afferma appunto che il discorso di Regensburg avrà «a lungo termine delle conseguenze più positive che negative. Al di la della polemica, quella conferenza ha provocato una presa di coscienza sulla natura delle responsabilità portate dai cristiani come dai musulmani in Occidente».
Con lui partecipano ai lavori, tra gli altri, anche un ayatollah iraniano Seyyed Mostafa Mohaghegh Ahmad e il gran muftí di Bosnia, Mustafa Ceric, che guida la delegazione, il vicepresidente della Coreis l'italiano Yahya Pallavicini, il professore tunisino Adnane Mokrani, docente di Diritto islamico, il turco Ibrahim Kalin, Ahmad Gianpiero Vincenzo dell'associazione Intellettuali musulmani. E due signore: la canadese Ingrid Mary Mattson e Amina Rasul Burnardo. Un gruppo che rappresenta tutte le componenti islamiche con esponenti sciiti, sunniti, del sufismo. Capo della delegazione vaticana, il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. Intervistato dalla Radio Vaticana a margine della prima giornata del Forum ha dichiarato: «Ciò che porta tensione nei rapporti islamo-cattolici è che nel mondo musulmano si associa il cristianesimo all'Occidente», «un'amalgama molto pericolosa» perché, secondo Touran, quando i responsabili delle società occidentali prendono decisioni politiche osteggiate dai musulmani, la «colpa» di esse ricade sui cristiani.

© Copyright Corriere della sera, 5 novembre 2008

Questi due anni non sono stati affatto "freddi": in questi ultimi ventiquattro mesi ci sono state ben due lettere al Papa da parte di "saggi islamici", le risposte del Santo Padre e la visita del Re Saudita in Vaticano.
Ci sono stati, quindi, molti cambiamenti anche se i giornali non se ne sono ancora accorti...

R.

1 commento:

euge ha detto...

Cara Raffaella ricordiamoci sempre che chi non vuol vedere non vedrà mai. Fin dall'inizio noi tutti che scriviamo per questo blog, abbiamo capito e difeso la Lectio Magistralis di Ratisbona; che, ha portato poi la lettera dei 138 dotti musulmani a Benedetto XVI e non a GPII come qualcuno di mia conoscenza informato da chissà quale giornalista o da chissà quale solerte rana dalla bocca larga, mi ha risposto durante la cena di Natale dell'anno scorso.
Proprio da quella Lectio tanto bistrattata, è venuta fuori la necessità di confrontarsi sulle differenze che se chiarite coraggiosamente, possono portare ad un punto d'incontro da cui partire al servizio della pace.
Ed è questo che in questi giorni di summit si sta facendo; un passo in avanti di portata storica.
Peccato che certi giornali di storico racchiudano ben poco nelle loro pagine. Meglio molto meglio le sterili polemiche; meglio molto meglio bollare Benedetto XVi come colui che sta chiudendo la chiesa al dialogo con il mondo.
La cecità politco- ideologica o di comodo, non permette di vedere di rendersi conto di quanto lavoro è stato fatto ed ancora si farà.