giovedì 6 novembre 2008

Vaticano-Islam voglia di pace (Orazio La Rocca)


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Vaticano-Islam voglia di pace

ORAZIO LA ROCCA

città del vaticano

C'è una gran voglia di pace tra gli uomini del Papa e alcuni tra i più autorevoli esponenti dell'islam internazionale.
Più di un segnale lo fa sospettare alla chiusura della prima giornata del Forum islamo-cattolico iniziato ieri in Vaticano.
Incontro rigorosamente a porte chiuse, organizzato dal Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso con la regìa del cardinale presidente, il francese Jean Luis Tauran.
Porte blindate ancora oggi, seconda giornata di lavori, in attesa dei due incontri pubblici di domani, l' udienza con Benedetto XVI al mattino e nel pomeriggio alla Pontificia Università Gregoriana per la presentazione di un documento comune. Fino a domani, dunque, non ci saranno comunicati ufficiali, ma stando al clima emerso all' avvio dei colloqui, il Forum dovrebbe centrare l' obiettivo preventivato dal Vaticano. Vale a dire, la definitiva «ricucitura» dei rapporti tra gerarchia cattolica e vertici musulmani in seguito alle tensioni esplose per lezione sui conflitti storici cristiano-musulmani tenuta da Benedetto XVI all' università di Ratisbona, in Germania, il 12 settembre 2006. Tra i primi a parlare delle attese del Forum alla conclusione della prima giornata è l' imam Yahya Pallavicini, vice presidente della Comunità religiosa islamica italiana (Coreis), membro della delegazione musulmana.
Intervistato, significativamente, dalla Radio Vaticana, Pallavicini si dice sicuro che dal Forum «credenti cristiani e musulmani troveranno una maggiore ispirazione per soluzioni concrete che possano salvaguardare la loro dignità in tutti gli ambiti della vita e della società contemporanea: siano essi l' attività pubblica, la scuola, l' educazione, la famiglia e la vita privata, il lavoro e lo sviluppo della persona umana». Il summit islamo-cattolico, per Pallavicini, alla fine dovrà servire ai rappresentanti delle due religioni a «trovare una fratellanza ancora più consapevole e ancora più efficace, che sappia rispondere alle sfide del mondo contemporaneo e ai rischi che il post-modernismo o la secolarizzazione cercano di provocare, per impedire alla dimensione spirituale di riuscire ancora ad illuminare le persone di buona volontà».
Alla delegazione islamica, il cardinale Tauran - come lo stesso porporato anticipa ancora alla Radio Vaticana - spiegherà, tra l' altro, che la causa principale che sta alla base delle tensioni tra islamici e cattolici «è dovuto al fatto che nel mondo musulmano si associa il cristianesimo all' Occidente». Così facendo, a parere del cardinale, si va incontro ad una «amalgama molto pericolosa, perché quando i responsabili delle società occidentali prendono decisioni politiche che i musulmani ritengono contrarie ai loro interessi, essi dicono "sono i cristiani che ci attaccano, sono i cristiani che ci provocano". E questo porta tensione nei rapporti» tra le 2 fedi. Da qui l' importanza dell' intensificazione del dialogo interreligioso tra cristiani e musulmani che - puntualizza, però, il cardinale Tauran - sono anche chiamati a promuovere vicendevolmente la promozione dei «diritti fondamentali della persona umana: il diritto alla vita, il diritto alla libertà di coscienza e di religione e tutti gli altri diritti ad essi collegati».
Positive anticipazioni anche da un altro autorevole membro della delegazione musulmana, Tariq Ramadan, controverso intellettuale svizzero e accademico d' islamismo.
In un articolo scritto ieri su Le Monde, Ramadan spezza a sorpresa una spada a favore del discorso di Ratisbona perché «quelle affermazioni hanno aperto dei cantieri che bisogna esplorare e sfruttare positivamente per costruire dei ponti e impegnarci insieme nel contributo comune alle questioni sociali, culturali ed economiche del nostro tempo».
Tensioni alle spalle, perciò, per l' intellettuale islamico secondo il quale il contestato intervento del Papa in Germania avrà «delle conseguenze più positive che negative. Al di là delle polemiche, quella conferenza ha provocato una presa di coscienza sulla natura delle responsabilità portate dai cristiani come dai musulmani in Occidente. Per cui ora dobbiamo impegnarci insieme per rendere il nostro universo più giusto nel rispetto delle fedi e delle libertà».
Musica per le orecchie della delegazione pontificia.

© Copyright Repubblica, 5 novembre 2008 consultabile online anche qui.

1 commento:

euge ha detto...

Grazie Benedetto XVI - Grazie per quella Lectio Magistralis di Ratisbona senza la quale, non saremmo mai arrivati a tanto!
Grazie per aver avuto come sempre, il coraggio di sostenere i principi ed il bene della verità.

Facciano un esame di coscienza tutti coloro che attraverso i giornali ed i media seppero creare il casus belli che indignò ferocemente i musulmani e che bollarono Benedetto XVI con la vergognosa vignetta delle colombe della pace abbattute, come un pasticcione guerrafondaio.
Attenzione che quando si sputa troppo in alto, lo sputo ritorna sulla propria testa. Quanno ce vò ce vò!