martedì 12 maggio 2009

Il dialogo interreligioso secondo Benedetto XVI: il Vaticano II al Muro Occidentale (Giorgio Bernardelli)


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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

Il Papa in Israele

Il dialogo interreligioso secondo Benedetto XVI

Ore 14,00: il Vaticano II al Muro Occidentale

Giorgio Bernardelli

È finita questa mattinata così fitta di incontri e discorsi. L'aspetto che mi ha colpito di più è il testo del biglietto che il Papa ha lasciato al Muro Occidentale.
Nove anni fa, con Giovanni Paolo II, era stata la grande sorpresa del viaggio.
Il testo di Wojtyla fu lo stesso della richiesta di perdono per le colpe commesse dai figli della Chiesa contro gli ebrei letta pochi giorni prima durante una celebrazione in San Pietro. Stavolta il gesto di Benedetto XVI era annunciato. Ma la sorpresa questa volta è stata il testo, che cita in maniera evidente l'inizio della Gaudium et Spes, una delle quattro costituzioni del Concilio Vaticano II. Ecco il testo:

Dio di tutti i tempi,
nella mia visita a Gerusalemme, la “Città della Pace”,
casa spirituale di ebrei, cristiani e musulmani
porto di fronte a te le gioie, le speranze e le aspirazioni,
le prove, le sofferenze e i disagi di tutti i tuoi popoli dovunque nel mondo.
Dio di Abramo, d'Isacco e di Giacobbe,
ascolta il grido degli afflitti, dei timorosi, dei diseredati;
manda la pace sulla Terra Santa, sul Medio Oriente,
su tutta la famiglia umana;
smuovi i cuori di tutti coloro che invocano il tuo nome,
affinché camminino umilmente nel sentiero di giustizia e compassione.
“Il Signore è buono con coloro che lo attendono,
con gli animi che lo cercano
” (Lamentazioni 3:25).

Altra sottolineatura: la citazione finale è la stessa con cui Benedetto XVI ieri pomeriggio ha concluso il suo discorso allo Yad Vashem.

Inoltre quella del cartiglio non è stata l'unica citazione del Vaticano II: c'è stata poi anche quella della Nostra Aetate durante l'incontro con i due rabbini capo d'Israele. Queste le parole del Papa:

La fiducia è innegabilmente un elemento essenziale per un dialogo effettivo. Oggi ho l’opportunità di ripetere che la Chiesa Cattolica è irrevocabilmente impegnata sulla strada decisa dal Concilio Vaticano Secondo per una autentica e durevole riconciliazione fra Cristiani ed Ebrei. Come la Dichiarazione Nostra Aetate ha chiarito, la Chiesa continua a valorizzare il patrimonio spirituale comune a Cristiani ed Ebrei e desidera una sempre più profonda mutua comprensione e stima tanto mediante gli studi biblici e teologici quanto mediante i dialoghi fraterni. I sette incontri della Commissione Bilaterale che già hanno avuto luogo tra la Santa Sede e il Gran Rabbinato possano costituirne una prova! Vi sono così molto grato per la vostra condivisa assicurazione che l’amicizia fra la Chiesa Cattolica e il Gran Rabbinato continuerà in futuro a svilupparsi nel rispetto e nella comprensione.

Se c'è un luogo dove da cristiani non possiamo non riprendere in mano il magistero del Concilio Vaticano II è Gerusalemme. Se ieri è stato il pomeriggio del teologo Joseph Ratzinger, questa è stata la mattina del giovane (e già allora brillante) sacerdote Joseph Ratzinger, assistente del Padre Conciliare Joseph Frings, arcivescovo di Colonia.

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