martedì 12 maggio 2009

Il commento di padre Lombardi sul pellegrinaggio del Papa a Gerusalemme (Radio Vaticana)


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Il commento di padre Lombardi sul pellegrinaggio del Papa a Gerusalemme

Sugli eventi del Papa a Gerusalemme ascoltiamo il commento del direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, al microfono di Roberto Piermarini:

D. - Padre Lombardi, come ha vissuto il Papa la visita allo Yad Vashem?

R. - Naturalmente è uno dei momenti culminanti di questi giorni perché è un Memoriale di una tragedia immensa e sappiamo che posto ha questa tragedia nella storia del popolo di Israele ed anche nella coscienza dell’umanità di oggi. Quindi, il Papa l’ha vissuto in un modo estremamente compreso, estremamente profondo, con la più chiara e viva intenzione di dimostrare la sua partecipazione alla grande tragedia passata di questo popolo, ed anche alla sua sensibilità di ricordare quello che è avvenuto, per evitare che si possa ripetere qualche cosa di simile in futuro, evitarlo assolutamente in ogni modo.

D. - La stampa israeliana parla di “discorso tiepido” del Papa allo Yad Vashem...

R. - Ovviamente io non sono d’accordo cioè è un discorso detto con la consueta finezza e delicatezza del Papa che non usa toni reboanti o teatrali ma che toccava un tema profondissimo che è quello della memoria e del nome; il nome, come sappiamo, da un punto di vista biblico, dice l’identità delle persone. Quindi, ricordare tutte queste persone che sono nel cuore di Dio e che sono nell’eternità, che devono rimanere anche nella nostra memoria proprio anche come monito per il futuro. Il Papa ha avuto dei momenti intensissimi nel discorso quando ricordava l’esperienza dei genitori che pensano quale nome dare al loro bambino. Quindi era un discorso di profondissima sensibilità ed emozione, però espresso con toni sempre misurati e moderati come il Papa fa. Questo è il suo stile che però, chi lo conosce, apprezza moltissimo.

D. - In che clima si è svolta la visita alla Spianata delle Moschee?

R. – Un clima piuttosto sereno. Questa immensa spianata fa molto impressione, la Cupola della Roccia è un edificio splendido e il Papa è stato accolto all’ingresso di questa moschea; si è tolto le scarpe come è abituale in questi luoghi musulmani di culto, è entrato e, accompagnato dal Gran Muftì e da un altro dignitario e da alcuni loro collaboratori, gli è stata data un’ampia spiegazione della moschea e del suo significato anche spirituale, per tutti i musulmani del mondo. Purtroppo ci sono lavori in corso quindi, in realtà, si vedevano dei grandi tendaggi, la famosa Roccia custodita sotto la Cupola non l’abbiamo potuta vedere.

D. - Superato l’incidente dello sceicco che ha arringato contro Israele nell’incontro interreligioso?

R. – Per noi, sì, bisogna vedere se anche la stampa o gli altri, lo considereranno un incidente di percorso o continueranno a girarci attorno. Certamente è stato un incidente spiacevole che ha turbato il clima dell’incontro di ieri sera e noi, come dicevo, speriamo che non turbi, in seguito, i rapporti interreligiosi nella Terra Santa che sono difficili. Gli incontri di questi giorni fanno capire come effettivamente fare un cammino di comprensione mutua fra le diverse religioni, qui, costruire veramente la pace, è molto difficile. Il Papa dà un esempio di pazienza, di ascolto, di invito fiducioso ad atteggiamenti dello spirito che possano costruire la via alla pace. Speriamo che venga ascoltato.

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