sabato 23 maggio 2009

La Chiesa di tutto il mondo prega per i cattolici in Cina (Radio Vaticana)


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La Chiesa di tutto il mondo prega per i cattolici in Cina

Si celebra domani la Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, proposta due anni fa da Benedetto XVI nella Lettera alla Chiesa cattolica nella Repubblica Popolare Cinese. La data del 24 maggio è stata indicata dallo stesso Pontefice perché è quella della memoria liturgica della Beata Vergine Maria Aiuto dei Cristiani, particolarmente venerata nel Santuario mariano di Sheshan, a Shanghai. Diverse le iniziative in Italia. Quest’anno la Cei ha scelto Napoli per radunare i migranti cattolici cinesi che vivono in diverse città della penisola. Domani mattina, alle 11, presiederà una Messa al duomo l’arcivescovo del capoluogo campano, il cardinale Crescenzio Sepe. Ma quale il motivo di questa giornata? Al microfono di Tiziana Campisi risponde padre Angelo Lazzarotto, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere, che ha vissuto 15 anni ad Hong Kong:

R. – Perché tutti cattolici della Cina si trovino a pregare insieme nello stesso giorno, con la stessa intenzione del Santo Padre. Il Papa estende questa intenzione a tutta la Chiesa, perché si rafforzi questa unità fra tutti con il successore di Pietro, e anche perchè i cattolici in Cina abbiano la forza di perseverare nella testimonianza viva, cristiana, pur tra tante difficoltà e sofferenze della loro vita quotidiana.

D. - Quanto è avvertita in Cina questa giornata?

R. – E’ difficile avere una visione completa e particolareggiata. Sappiamo che in tutta la Cina, pur essendoci vari santuari dedicati alla Madonna, il santuario di Sheshan è meta di pellegrinaggi. Quest’anno sappiamo che, ancora, il governo di Shanghai ha indicato che ci sono limiti al traffico dalla fine di aprile al 31 maggio e non sappiamo quanti riusciranno effettivamente ad arrivare a Sheshan. Per lo scorso anno si parla di 2.500 persone che per il 24 maggio si trovarono a Sheshan.

D. – Per i cattolici di tutto il mondo come conoscere la realtà dei cattolici cinesi?

R. - Questo è un grande problema. Io penso sia provvidenziale questo invito del Papa a tutta la Chiesa di partecipare a questa preghiera, che è prima di tutto un impegno dei fedeli della Cina. Purtroppo, all’estero si tende ad avere delle idee molto vaghe e, alle volte, confuse, anche errate, parlando magari di due Chiese, mentre si sa che c’è un’unica Chiesa che ha rapporti più o meno difficili con le autorità locali e con la politica che il governo sta imponendo. In Cina queste difficoltà sono vive e sono vissute ogni giorno; all’estero, purtroppo, i cattolici ne leggono solo raramente, di tanto in tanto, sui media. Credo sia molto importante che questa giornata aiuti a realizzare questa coscienza nel popolo cristiano ed è utile a questo il fatto che da parte della Santa Sede e anche della Conferenza episcopale italiana sia iniziata da qualche anno un’attenzione maggiore alle comunità cinesi nelle principali città d’Italia.

D. - A Napoli si parla di 700 migranti cattolici cinesi che si riuniscono per questa giornata. Che cosa hanno portato dalla loro terra? Quali tradizioni?

R. - Sono diverse, ma in particolare credo ci possano dare il senso della solidarietà famigliare che noi, col nostro individualismo, nelle culture occidentali abbiamo esasperato, perdendo i valori della famiglia, della comunità. Il loro modo di vivere, invece, è un valore che noi stessi possiamo accogliere come una cosa preziosa e un dono che ci fanno.

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