sabato 23 maggio 2009

L’Abate di Montecassino: un evento storico e di riconciliazione (Radio Vaticana)


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L’Abate di Montecassino: un evento storico e di riconciliazione

A 30 anni dalla visita di Giovanni Paolo II, la comunità di fedeli della diocesi di Montecassino si appresta con rinnovata emozione ad accogliere Benedetto XVI. Per una testimonianza sullo spirito con il quale la Chiesa del Cassinate si appresta a ricevere il Papa, il nostro inviato Alessandro Gisotti ha intervistato l’abate di Montecassino, dom Pietro Vittorelli:

R. – I sentimenti sono misti tra la trepidazione, la gioia e l’attesa. Siamo proprio alla vigilia di un evento che, devo dire, tutti, sia la comunità diocesana, che la comunità monastica, avvertono come un evento storico. Sarà la prima volta che un Papa celebrerà l’Eucaristia all’aperto nel centro della città. Il pomeriggio, invece, sarà dedicato totalmente al mondo benedettino internazionale.

D. – In che modo la sua diocesi si è preparata a questo evento?

R. – Abbiamo fatto un programma abbastanza ricco di eventi, sia culturali che spirituali. Abbiamo celebrato una tavola rotonda sull’emergenza educativa, con grande passione, davanti ad un pubblico di quasi 500 giovani e docenti delle scuole secondarie superiori di Cassino. Abbiamo già celebrato una veglia per il mondo giovanile ed avremo ancora una liturgia penitenziale ed una veglia che durerà tutta la notte, in attesa dell’arrivo del Santo Padre.

D. - C’è una situazione, un evento che l’ha particolarmente colpita pensando all’attesa?

R. – Sì, da tutte le parti del mondo, sto ricevendo lettere da comunità monastiche, sia femminili che maschili, dove si coglie il particolare significato che assume la visita di un Papa di nome Benedetto presso la tomba di San Benedetto. Ho ricevuto una lettera di una badessa del Sudamerica dove mi diceva come, in fondo, questo evento abbia una portata davvero internazionale per il mondo monastico benedettino. E’ un momento, questo, che rivede ancora la Sede Apostolica vicina all’Ordine monastico benedettino per riproporre la spiritualità di San Benedetto come una spiritualità vivibile, non solo dai monaci ma da ogni cristiano.

D. – Montecassino richiama immediatamente le radici della civiltà europea ma anche uno dei momenti più drammatici della Seconda Guerra Mondiale. La visita di un Papa, dunque, ha un valore che va al di là della dimensione diocesana…

R. – Decisamente! Siamo a 65 anni da quell’evento drammatico del bombardamento dell’abbazia prima e poi della città di Cassino. La visita di questo Papa porrà, forse, la parola fine ad un processo storico iniziato 65 anni fa e che si conclude con una riconciliazione definitiva. E’ stato espresso desiderio dal Santo Padre che nell’ultimo atto della sua giornata a Montecassino, ci sia la visita ad uno dei cimiteri di guerra, al cimitero polacco nella fattispecie. Lì, il Papa avrà l’opportunità di ricordare i caduti di tutte le nazioni e di tutte le guerre. Davvero nessuno si sentirà escluso dalla preghiera del Papa in un contesto ormai definitivamente riconciliato con quell’episodio storico.

La piazza principale di Cassino si chiamerà Piazza Benedetto XVI: è questo il segno tangibile dell’importanza che non solo la Chiesa, ma tutta la cittadinanza attribuisce alla visita pastorale del Papa. E’ quanto sottolinea il sindaco di Cassino, Bruno Vincenzo Scittarelli, intervistato da Alessandro Gisotti:

R. – Tutta la città di Cassino e tutto il Cassinate aspettano con ansia questo giorno importante, visto che è la prima volta che Joseph Ratzinger viene come Papa nella nostra città. Per la prima volta un Papa celebra la Santa Messa all’interno, al centro della città, e questo è un fatto veramente eccezionale. Noi siamo molto soddisfatti di questa attenzione che il Pontefice ha voluto mostrare verso la nostra città e per ringraziarlo di questa attenzione abbiamo voluto intitolare a lui la piazza dove celebrerà la Messa. Infatti, si chiamerà Piazza Benedetto XVI, ex Miranda.

D. – Che cosa può dare alla comunità cittadina la visita di un Pontefice?

R. – La nostra comunità è molto legata a Montecassino e il fatto stesso che il Pontefice abbia voluto prendere il nome del nostro patriarca Benedetto, ci riempie di gioia e ci fa aspettare questa visita con trepidazione. Per noi è un fatto, un evento, eccezionale, che vivremo con grande partecipazione.

D. – Come si è preparata la città?

R. – Noi ci stiamo preparando, cercando di far trovare al nostro Papa una città in festa. Poi, voglio ricordare un fatto importante: la benedizione che ci sarà da parte del Papa della Casa della Carità. Anche questa inaugurazione segnerà un momento importante per la vita della nostra comunità. Sarà per la città un buon viatico per il futuro.

Cresce anche l’attesa tra i giovani come spuiega – sempre al microfono di Alessandro Gisotti - Maria Cristina Tùbaro, responsabile della Pastorale giovanile della diocesi di Montecassino:

R. – Fra i giovani di Montecassino ed il Papa c’è sempre stato un legame privilegiato, anche grazie alla partecipazione alle Giornate mondiali della gioventù, che hanno sempre riscosso tantissimo successo tra i nostri ragazzi; il significato è sicuramente molto grande, anche per il fatto che viene a trovarci a casa, dopo che abbiamo fatto tanti chilometri per incontrarlo. Un Papa che porta il nome di San Benedetto - che per tutti noi è veramente un riferimento fisico, perché tutti i giovani di Cassino si alzano la mattina e la prima cosa che vedono è l’abbazia di Montecassino - per tutti noi è davvero un segno grande. Inutile ricordare, poi, anche la dimensione europea che San Benedetto ci richiama e alla quale tutti i giovani son legati, proprio perché tutti vivono una dimensione sicuramente internazionale e di grandi contatti: quindi credo che sarà veramente un’esperienza forte per tutti quanti.

D. – Si faceva riferimento alla GMG, un grande evento; che cosa resta, poi, di un evento così importante, tanto atteso?

R. – Sicuramente restano tutte le grandi emozioni che si vivono alla GMG e alla forte esperienza, ma soprattutto resta la volontà, da parte di tutti noi, di cercare di non rendere questi eventi – che siano le GMG o sia la visita del Papa a Cassino – dei grandi eventi una volta ogni tot anni, ma ci sia poi, veramente, una concretizzazione nella vita di tutti i giorni; creare, intanto, un gruppo di giovani, creare per loro dei punti di riferimento sia nelle persone degli educatori, sia proprio nel proporre loro un cammino di fede, e poi sicuramente questi grandi eventi da soli non bastano, ma certamente danno una spinta di entusiasmo notevolissima, che aiuta poi a vivere la quotidianità.

(Montaggio a cura di Maria Brigini)

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