domenica 5 luglio 2009

Il Papa: «L'etica per battere la crisi» (Rossini)


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Nicole Rossini

I provvedimenti volti a condurre il mondo fuori dalla crisi economica saranno efficaci solo se avranno anche una loro «valenza etica».
Benedetto XVI non ha voluto aspettare la pubblicazione della sua enciclica sociale per lanciare il suo messaggio all'ormai imminente G8 dell'Aquila.
Ha invece affidato «un contributo alla riflessione sulle tematiche dell'incontro» ad una lettera indirizzata al premier italiano e presidente di turno, Silvio Berlusconi, elogiandone la scelta dell'Aquila terremotata quale sede del vertice, e dicendosi a conoscenza dell'«impegno» e dell'«attenzione» che il suo governo riserva alle riflessioni della Santa Sede, della Chiesa cattolica e dei rappresentanti di altre religioni.
Nella lettera, Benedetto XVI indica con parole chiare e affilate quelle che a suo giudizio devono essere le priorità dell'agenda del vertice. Elogia innanzitutto la scelta di far partecipare al vertice esponenti di Paesi extra G8, auspicando che in questo modo le decisioni da adottare «possano rispecchiare più fedelmente i punti di vista e le attese delle popolazioni di tutti i continenti».
Cita se stesso per sottolineare la necessità di «convertire il modello di sviluppo globale», mirando ad uno «sviluppo umano integrale, ispirato ai valori della solidarietà umana e della carità nella verità».
Temi che hanno ispirato - ammette - la sua terza enciclica che - conferma - «nei prossimi giorni verrà presentata alla stampa», sviluppati tenendo conto della crisi economica in atto e dei cambiamenti climatici sempre più assillanti, ma che trovano radici in assai più antichi principi della dottrina sociale della Chiesa. E se Giovanni Paolo II si era già battuto presso il G8 per la cancellazione del debito dei Paesi poveri all'epoca del Giubileo del 2000, Benedetto XVI afferma di voler usare «la stessa forza» per far sì che l'aiuto allo sviluppo sia «mantenuto e potenziato», nonostante la crisi, e non solo per dovere di solidarietà, ma perchè, di quella crisi, questa è «una delle principali vie di soluzione».
Benedetto XVI tiene a «ricordare» ai partecipanti al G8 dell'Aquila che «la misura dell'efficacia tecnica dei provvedimenti da adottare per uscire dalla crisi coincide con la misura della sua valenza etica».
Assicurando, ad esempio, «posti di lavoro per tutti», che consentano alle persone non solo di mantenere la famiglia e provvedere alla cura dei figli, ma anche di essere «protagonisti nelle comunità di cui sono parte». Una partecipazione da perseguire a livello nazionale e internazionale - ha precisato - rafforzando il multilateralismo, e non solo in economia, e senza dimenticare nessuno.
«Si ascolti pertanto la voce dell'Africa!», grida il papa nella sua lettera a Berlusconi per il G8, con il cuore e la mente rivolti al suo recente viaggio, e si faccia in modo che ogni Paese, ricco o povero, possa «legittimamente esprimersi in una situazione di uguaglianza con le altre».
Un miliardo di uomini soffre la fame e attende dal G8 passi concreti per ritrovare un futuro dignitoso. Il Papa non dimentica i più poveri e «auspica che ogni energia creativa venga impiegata per assolvere gli impegni assunti al vertice Onu circa l'eliminazione della povertà estrema entro il 2015».
L'altro giorno è stata la volta di vescovi e ong. Incontrando Berlusconi, le associazioni cattoliche e la Chiesa hanno consegnato un appello perché siano stanziati 50 miliardi di dollari per i Paesi del Sud del mondo, sia completata la cancellazione del debito dei Paesi poveri e sia infine stilato un accordo che preveda la riduzione dell'emissione dei gas serra di almeno il 30% entro il 2020.

© Copyright Il Tempo, 5 luglio 2009 consultabile online anche qui.

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