sabato 18 luglio 2009
Caduta, frattura, intervento. Già a casa (Mazza)
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I migliori auguri di pronta guarigione al Santo Padre da parte del blog. Proposta di preghiera
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E ora facciamo i conti: ottima copertura mediatica sull'incidente del Papa. Indignata con il Corriere online, non rinnoverò l'abbonamento al quotidiano
Bollettino medico sull'intervento subito dal Santo Padre
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Il chirurgo esclude problemi funzionali alla mano del Papa. Potrà anche tornare a suonare :-)
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LE VACANZE DEL PAPA IN VALLE D'AOSTA (13-29 LUGLIO 2009)
IL PAPA OPERATO PER UNA FRATTURA AL POLSO DESTRO: RACCOLTA DI NOTIZIE E ARTICOLI
Caduta, frattura, intervento. Già a casa
In ospedale la telefonata al Papa di Bagnasco. «Tutto bene»
Benedetto XVI l’altra notte è inciampato nella sua stanza a Les Combes, rompendosi il polso destro. Ieri mattina i controlli medici ad Aosta
DAL NOSTRO INVIATO AD AOSTA
SALVATORE MAZZA
Un semplice, piccolo «incidente».
Che un po’ guasta, ma non interrompe, il periodo di riposo che il Papa sta trascorrendo in Valle d’Aosta. Ma che, inutile negarlo, per qualche minuto a fatto trattenere il fiato a tutti. La caduta nella tarda serata di giovedì, il dolore al polso destro, e il controllo il mattino successivo in ospedale, raggiunto dopo aver celebrato la Messa e fatto colazione.
Diagnosi: frattura scomposta del radio, ridotta qualche ora più tardi senza bisogno di intervento chirurgico.
E il pomeriggio, alle 15.53, la dimissione e il rientro a Les Combes, dove ha potuto anche fare una breve passeggiata nel parco. Benedetto XVI sorridente, che saluta con la mano sinistra, mentre sale sull’auto, è l’immagine che tutti volevano vedere.
E hanno visto. La piccola folla che dalle dieci del mattino aspettava fuori dell’ospedale 'Umberto Parini' di Aosta ha applaudito, sollevata, mentre dal gruppo dei giornalisti qualcuno lanciava una domanda: «Fa male?». «Un po’», ha risposto il Papa, entrando nella vettura nera che l’avrebbe di lì a un minuto riaccompagnato a Les Combes.
Mentre dall’interno, il pollice in alto nel gesto internazionale di 'tutto bene', il suo segretario don Georg rassicurava ulteriormente i presenti.
Tutto era cominciato la mattina, verso le 9.30, quando è arrivata improvvisamente la notizia che il Papa era stato ricoverato all’ospedale regionale. Qualche minuto di – comprensibile – timore che si è diffuso dai giornalisti al seguito del soggiorno valdostano del Pontefice a tutti coloro che sono stati raggiunti dalle prime notizie; poi, nel giro di pochi minuti, il particolare che Benedetto XVI era entrato a piedi nei locali del pronto soccorso (rifiutando la sedia a rotelle che gli era stata offerta), e la conferma da Roma del portavoce vaticano padre Federico Lombardi: una «leggera frattura» al polso destro in seguito a una caduta, avvenuta la notte precedente, e il ricovero per gli interventi del caso.
Nelle ore successive, mentre papa Ratzinger, per sua espressa richiesta, aspettava il suo turno in una stanza riservatagli all’interno del pronto soccorso, è stato possibile ricostruire con discreta precisione che cosa fosse successo.
Benedetto XVI è inciampato accidentalmente quando già s’era ritirato nella sua stanza per la notte, e cercando di attutire la caduta ha gravato con tutto il peso sulla mano destra poggiata per terra.
Una tipica frattura da compressione, piuttosto comune (tecnicamente: frattura scomposta metaepifisaria distale del radio destro, secondo quanto annotato sulla cartella clinica del 'paziente ignoto 917', come per ragioni di privacy il Papa è stato registrato nel nosocomio), e anche piuttosto dolorosa. I primi soccorsi sono stati prestati a Benedetto XVI dal suo medico personale, Patrizio Polisca, che gli ha somministrato antiinfiam- matori e antidolorifici.
Al mattino il Papa ha celebrato regolarmente la Messa nella cappellina dello chalet dove risiede in questi giorni e, dopo colazione, s’è finalmente recato in ospedale.
«S’è mostrato una persona gentilissima e disponibilissima – ha raccontato ad Avvenire una persona dello staff del pronto soccorso in servizio in quel momento –, ha rifiutato la sedia a rotelle che era pronta, dicendo che non ne aveva bisogno, e ha salutato a uno a uno tutto il personale sanitario, scusandosi per il disturbo che ci portava.
Per tutto il tempo è stato un paziente esemplare, ha chiesto soltanto di essere trattato come tutti gli altri e di non godere di particolari 'favoritismi'».
E così, in effetti, è stato: il primario di ortopedia Amedeo Manuel Mancini, che in quel momento si trovava in sala operatoria, è uscito appena ha potuto per il tempo necessario a un primo esame obiettivo e per disporre una serie di controlli radiografici al fine di verificare l’entità della frattura e decidere le cure necessarie.
Durante l’attesa, proprio pochi minuti prima dell’intervento, sul cellulare di don Georg è arrivata la telefonata del cardinale presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco, che chiedeva notizie del Pontefice. Il segretario gli ha passato la telefonata, e così Bagnasco ha potuto parlare direttamente con il Papa, trovandolo tranquillo e quasi ironico riguardo a quanto gli era successo.
Benedetto XVI ha anche scherzato su quanto sarebbe avvenuto di lì a pochi minuti, e la telefonata s’è conclusa col cardinale che gli assicurava la solidarietà e la vicinanza di tutti i fedeli e della Chiesa italiana. Arrivato il suo turno, papa Ratzinger è stato portato in sala operatoria per essere «sottoposto a intervento di riduzione e osteosintesi in anestesia locale regionale», come a intervento concluso avrebbe spiegato il dottor Polisca, leggendo nel cortile dell’ospedale il bollettino medico ufficiale. «Le condizioni generali del Santo Padre – ha aggiunto Polisca – sono buone. Il Santo Padre in breve può tornare alla sua residenza » di Les Combes. Il Papa, come ha poi spiegato Mancini, coadiuvato nell’atto operatorio dalla dottoressa Laura Mus e dal primario anestesista Marco Fondi, è stato sottoposto «a quello che tecnicamente si chiama 'intervento a cielo coperto' », cioè «senza uso di bisturi».
In pratica, ha aggiunto, «abbiamo sottoposto a trazione il polso per riallineare la frattura e, subito dopo, con un trapano, abbiamo inserito due fili d’acciaio secondo una tecnica piuttosto comune, per tenere le ossa in posizione.
Quindi, è stato applicato un apparecchio di immobilizzazione in vetroresina, che ha le stesse funzioni di un gesso, e che Benedetto XVI dovrà tenere per circa trenta giorni». Mancini s’è detto certo che il Pontefice «non avrà nessun problema per il pieno recupero della funzionalità dell’arto », e che «con un’opportuna terapia riabilitativa, normale in questi casi, potrà molto presto tornare a suonare anche il pianoforte».
Terminato l’intervento, il Papa è stato tenuto in osservazione per il tempo strettamente necessario, e dimesso, come detto, poco prima delle 16.
Trovando ad accoglierlo all’estero la piccola folla che anche sotto una leggera pioggia aveva voluto attendere fino a quel momento per esprimergli il proprio affetto, e che Benedetto XVI ha salutato con la mano sinistra.
Sulla quale erano ben visibili le 'farfalle' lasciate in posizione dai sanitari per consentire la somministrazione degli antiinfiammatori necessari in questi casi.
© Copyright Avvenire, 18 luglio 2009
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1 commento:
Legendo tutti questi articoli, l'Italia può essere orgoliosa di avere Andrea Tornielli. E veramente un ottimo giornalista sempre bene informato. Ringrazio Dio per questo dono!
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