martedì 7 luglio 2009

Enciclica, il Papa: lavoro decente per tutti. Combattere la precarizzazione (Asca)


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ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE": LO SPECIALE DEL BLOG

ENCICLICA: LAVORO DECENTE PER TUTTI E STOP A PRECARIETA'

Garantire a tutti ''l'accesso al lavoro'' - e anzi a un lavoro ''decente'' -, rafforzare e rilanciare il ruolo dei sindacati, combattere la precarizzazione e anche - a meno che non comporti reali benefici per entrambi i Paesi coinvolti - la ''delocalizzazione'' dei posti di lavoro: papa Benedetto XVI, nella sua enciclica 'Caritas in veritate', lancia un forte appello contro la frequente ''violazione della dignita' del lavoro umano'' nel mondo contemporaneo, che spesso sta alla radice della ''poverta'''. La ''dignita' del lavoro'', scrive infatti papa Ratzinger, spesso viene violata ''sia perche' ne vengono limitate le possibilita' (disoccupazione, sotto-occupazione), sia perche' vengono - prosegue il pontefice citando Giovanni Paolo II - svalutati 'i diritti che da esso scaturiscono, specialmente il diritto al giusto salario, alla sicurezza della persona del lavoratore e della sua famiglia'''. ''La dignita' della persona e le esigenze della giustizia - argomenta il testo dell'enciclica - richiedono che, soprattutto oggi, le scelte economiche non facciano aumentare in modo eccessivo e moralmente inaccettabile le differenze di ricchezza e che si continui a perseguire quale priorita' l'obiettivo dell'accesso al lavoro o del suo mantenimento, per tutti''. Tutti, insomma, hanno diritto a un lavoro ''decente''. Ma cosa significa, si chiede il papa, ''la parola 'decenza' applicata al lavoro?''. ''Significa - e' la risposta - un lavoro che, in ogni societa', sia l'espressione della dignita' essenziale di ogni uomo e di ogni donna: un lavoro scelto liberamente, che associ efficacemente i lavoratori, uomini e donne, allo sviluppo della loro comunita'; un lavoro che, in questo modo, permetta ai lavoratori di essere rispettati al di fuori di ogni discriminazione; un lavoro che consenta di soddisfare le necessita' delle famiglie e di scolarizzare i figli, senza che questi siano costretti essi stessi a lavorare; un lavoro che permetta ai lavoratori di organizzarsi liberamente e di far sentire la loro voce; un lavoro che lasci uno spazio sufficiente per ritrovare le proprie radici a livello personale, familiare e spirituale; un lavoro che assicuri ai lavoratori giunti alla pensione una condizione dignitosa''. Il papa mette in guardia da una eccessiva ''mobilita''' e ''deregolamentazione'' del mercato del lavoro, che rischia di compromettere il ''capitale umano'' dei lavoratori: ''Quando l'incertezza circa le condizioni di lavoro, in conseguenza dei processi di mobilita' e di deregolamentazione, diviene endemica, si creano forme di instabilita' psicologica, di difficolta' a costruire propri percorsi coerenti nell'esistenza, compreso anche quello verso il matrimonio. Conseguenza di cio' e' il formarsi di situazioni di degrado umano, oltre che di spreco sociale''. Non a caso, e' proprio ''la scienza economica a dirci che una strutturale situazione di insicurezza genera atteggiamenti antiproduttivi e di spreco di risorse umane, in quanto il lavoratore tende ad adattarsi passivamente ai meccanismi automatici, anziche' liberare creativita'''.

© Copyright Asca

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il testo completo dell'enciclica è qui:

http://www.agensir.it/sir/fromsir/documenti/caritas.pdf


Antonio