giovedì 9 luglio 2009
Lefebvriani, il Papa «rinnova» l’Ecclesia Dei. Il motu proprio «Ecclesiae unitatem» (Cardinale)
Vedi anche:
Motu proprio "Ecclesiae unitatem": il commento di Giacomo Galeazzi
Caritas in veritate in oro e rosso (traduzione del commento di George Weigel, Fides et Forma)
"Caritas in veritate": La Chiesa oltre le esauste ideologie (Sacconi)
Legionari di Cristo, inizia la visita apostolica (Galli)
La battaglia del Papa contro la pedofilia ecclesiastica: il "caso" Maciel Degollado
Il 15 luglio inizia la visita apostolica alla Congregazione dei Legionari di Cristo
Michael Novak commenta la Caritas in Veritate: "Guarda al futuro, oltre lo Stato assistenziale" (Galeazzi)
Il cardinale Scola commenta la "Caritas in veritate": Il dono fa l'economia libera (Il Sole 24 Ore)
Caritas in veritate, negli Usa i democratici trovano un improbabile alleato in Benedetto XVI (Tiffany Stanley)
Il documento del G8 e l'enciclica: dove sta la differenza? (Giorgio Bernardelli)
L'Enciclica secondo Messori (Galeazzi)
Caritas in veritate, il plauso di Emma Marcegaglia, Presidente di Confindustria: dal Papa parole coraggiose
L’umanesimo cristiano al servizio dello sviluppo integrale della persona: il commento del prof. Bruni sull’Enciclica “Caritas in veritate” (R.V.)
L’Altro Benedetto dei giornali di sinistra. Il Papa ha ragione (Europa)
Dal Papa il premier australiano Rudd e il presidente coreano Myung-bak: crisi economica e ambiente tra i temi forti degli incontri (Radio Vaticana)
Il Papa riceve il Presidente della Corea, a tu per tu per quasi mezz'ora
Caritas in veritate: Finisce l'equivoco del presunto abbraccio teo-con (D’Andrea)
Benedetto XVI si nutre del meglio della razionalità politica moderna. Perché non ne discutiamo?
Enciclica, il Papa insegna la sola cosa che dà senso alla borsa come alla vita (Bruno Mastroianni)
Il Papa riceve il Premier australiano che rivela: Sto leggendo l'enciclica
Mons. Reinhard Marx (Monaco e Frisinga): La nuova enciclica sociale di Papa Benedetto XVI è un "punto esclamativo morale" (Sir Europa)
Caritas in veritate, il filosofo Gaspare Mura: L'economia non sarà risanata dalla tecnica (Sir)
Giorgio Vittadini: dagli artigiani alle coop, l'Italia vicina all'enciclica (Vecchi)
PERIODO DI RIPOSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN VALLE D’AOSTA (13-29 LUGLIO 2009) - AVVISO
Caritas in Veritate: La teologia della globalizzazione (Savino Pezzotta)
Il Governatore di Bankitalia Draghi sposa le tesi del Papa (Caleri)
Enciclica, Benedetto XVI entra nel cuore della "questione sociale" del nostro tempo (Bambara)
Il titolo "bifronte" dell'enciclica: «Caritas in veritate» o «Veritas in caritate»?
Caritas in veritate: Lavoro a tutti e finanza etica (Marroni)
Caritas in veritate, Emma Fattorini: Giustizia sociale su scala mondiale: ritorno a Paolo VI
Il banchiere Gotti Tedeschi: il Papa merita il Nobel per l’economia (Calabrò)
Intervista all'economista Deaglio. Il Papa ai Grandi dice: trovate un'altra forma di globalizzazione
Diritti e lavoro: tutti d'accordo sul richiamo etico. Sindacati e politici, unanimi consensi alla «Caritas in veritate»
"Caritas in veritate: Parole rivolte all'umanità come famiglia (Luigi Campiglio)
Il modello di mercato che piace al Papa (Sforza Fogliani)
Le ministre «scortano» le first ladies dal Papa (Il Giornale)
Enciclica "Caritas in veritate": lo speciale di "Liberal"
Enciclica, la crisi spiegata a chi ancora non l’ha capita (Luigi Campiglio)
Enciclica, card. Scola: la testimonianza di Cristo, al cuore dello sviluppo (Sussidiario)
"Caritas in veritate", Valli: Lo sviluppo integrale (Europa)
In libreria "Caritas in veritate"
Ecco la lettera inedita di Benedetto XVI a Shimon Peres (Il Foglio)
Per Martini la “Humanae vitae” era un ramo secco. Ma Ratzinger lo fa rifiorire (Magister)
Il Papa: ecco come riporterò i Lefebvriani alla piena comunione (Izzo)
Enciclica, Ritanna Armeni: Consiglio a sinistra, leggetevi il Papa
Avviso ai naviganti :-)
Comunicato del card. Levada in occasione della pubblicazione del motu proprio "Ecclesiae Unitatem"
«Un’enciclica che resterà nella storia». Il cardinal Martino presenta «Caritas in veritate». Boff: sorpreso dal taglio sociale (Vecchi)
L'introduzione della «Caritas in veritate» (Benedetto XVI)
Supplica al Santo Padre nell'anniversario del Motu Proprio (Messainlatino)
MOTU PROPRIO "ECCLESIAE UNITATEM" A PROPOSITO DELLA COMMISSIONE ECCLESIA DEI: LO SPECIALE DEL BLOG
ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE": LO SPECIALE DEL BLOG
Lefebvriani, il Papa «rinnova» l’Ecclesia Dei
Il motu proprio «Ecclesiae unitatem» pubblicato ieri collega in modo più stretto la Commissione istituita da Giovanni Paolo II alla «Dottrina della fede». Viene ribadito che la Fraternità non ha statuto canonico nella Chiesa
DA ROMA
GIANNI CARDINALE
Benedetto XVI ribadisce il desiderio che i cosiddetti «lefebvriani» rientrino a pieno titolo nella Chiesa cattolica e definisce ulteriormente le condizioni e gli strumenti per raggiungere questo traguardo.
Lo fa con il motu proprio «Ecclesiae Unitatem», pubblicato ieri con data 2 luglio, in cui stabilisce, come annunciato nella sua lettera ai vescovi del 10 marzo, che la Commissione
Ecclesia Dei venga collegata «in modo stretto» alla Congregazione per la dottrina delle fede.
Nel motu proprio – articolato su sette punti in tre pagine e mezzo – il Papa, citando in nota i Concili Vaticano I e II, ricorda che «il compito di custodire l’unità della Chiesa», spetta «in modo particolare al Successore dell’Apostolo Pietro».
Benedetto XVI rammenta quindi la creazione da parte di Giovanni Paolo II, il 2 luglio 1988 – dopo le ordinazioni episcopali illegittime e le conseguenti scomuniche – della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, con il compito di «facilitare la piena comunione ecclesiale dei sacerdoti, seminaristi, comunità o singoli religiosi e religiose finora in vario modo legati alla Fraternità fondata da monsignor Lefebvre, che desiderino rimanere uniti al Successore di Pietro nella Chiesa Cattolica».
E proprio nella «linea» tracciata da Giovanni Paolo II, aggiunge Benedetto XVI, «ho voluto ampliare e aggiornare, con il motu proprio Summorum Pontificum (del 7 luglio 2007, ndr), l’indicazione generale già contenuta nel motu proprio Ecclesia Dei circa la possibilità di usare il Missale Romanum del 1962, attraverso norme più precise e dettagliate».
Papa Ratzinger poi ricorda che, sempre «nello stesso spirito e con il medesimo impegno di favorire il superamento di ogni frattura e divisione nella Chiesa e di guarire una ferita sentita in modo sempre più doloroso nel tessuto ecclesiale», nel gennaio scorso ha voluto «rimettere la scomunica ai quattro vescovi ordinati illecitamente da monsignor Lefebvre».
«Con tale decisione – ribadisce il Papa –, ho inteso togliere un impedimento che poteva pregiudicare l’apertura di una porta al dialogo e invitare così i vescovi e la «Fraternità San Pio X» a ritrovare il cammino verso la piena comunione con la Chiesa». A questo punto Benedetto XVI si rifà alla citata lettera del 10 marzo per sottolineare di nuovo che da una parte «la remissione della scomunica è stata un provvedimento nell’ambito della disciplina ecclesiastica per liberare le persone dal peso di coscienza rappresentato dalla censura ecclesiastica più grave»; ma che d’altra parte «le questioni dottrinali, ovviamente, rimangono e, finché non saranno chiarite, la Fraternità non ha uno statuto canonico nella Chiesa e i suoi ministri non possono esercitare in modo legittimo alcun ministero».
E proprio perché «i problemi che devono ora essere trattati con la Fraternità sono di natura essenzialmente dottrinale», il Papa ha deciso «di ripensare la struttura della Commissione Ecclesia Dei, collegandola in modo stretto con la Congregazione per la dottrina della fede».
In pratica la «nuova» Commissione d’ora in poi avrà come presidente il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (attualmente il cardinale William J. Levada), nonché una propria tabella organica composta dal segretario (da ieri monsignor Guido Pozzo) e da officiali (sparisce invece la figura del vice- presidente).
La Commissione quindi, che non avrà più membri propri ma riferirà a quelli dell’ex Sant’Uffizio, continuerà ad occuparsi delle realtà tradizionaliste già in piena comunione con la Santa Sede e in più si occuperà del dialogo teologico con i «lefebvriani».
© Copyright Avvenire, 9 luglio 2009
lo scenario
L’accettazione del Vaticano II questione dottrinale irrisolta
Gianni Cardinale
DA ROMA
La scomunica non c’è più, e quindi i cosiddetti «lefebvriani» non sono scismatici.
Ma finché la Fraternità San Pio X non troverà una propria collocazione canonica all’interno del corpo ecclesiale la sua situazione sarà irregolare, i vescovi e i sacerdoti che ne fanno parte saranno considerati sospesi a divinis, cioè sospesi da un legittimo esercizio del ministero.
E in questo senso le ultime ordinazioni sacerdotali – di per sé – non hanno aggravato la loro posizione canonica.
Ma prima che i lefebvriani vengano pienamente accolti nella Chiesa cattolica, con quale statuto è un’altra questione, è necessario che vengano chiarite le questioni dottrinali ancora in sospeso.
I problemi che rimangono sul tappeto, infatti, come ha ribadito Benedetto XVI nel motu proprio «Ecclesiae unitatem» pubblicato ieri, non sono più di natura liturgica, non riguarda più l’uso del Messale pre-conciliare – «liberalizzato» con il motu proprio del luglio 2007 – «ma sono di natura essenzialmente dottrinale». Preannunciando la decisione ufficializzata ieri, il Papa, nella sua lettera ai vescovi del 10 marzo, aveva scritto: «Con ciò viene chiarito che i problemi che devono ora essere trattati sono di natura essenzialmente dottrinale e riguardano soprattutto l’accettazione del Concilio Vaticano II e del magistero post-conciliare dei Papi».
E aveva aggiunto: «Non si può congelare l’autorità magisteriale della Chiesa all’anno 1962 – ciò deve essere ben chiaro alla Fraternità.
Ma ad alcuni di coloro che si segnalano come grandi difensori del Concilio deve essere pure richiamato alla memoria che il Vaticano II porta in sé l’intera storia dottrinale della Chiesa.
Chi vuole essere obbediente al Concilio, deve accettare la fede professata nel corso dei secoli e non può tagliare le radici di cui l’albero vive».
© Copyright Avvenire, 9 luglio 2009
Levada nuovo presidente Guido Pozzo segretario
La nuova Pontificia Commissione «Ecclesia Dei» ha come presidente il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il porporato William J. Levada, che prende il posto del cardinale Dario Costrillon Hoyos, il quale ha compiuto 80 anni sabato. Ieri il Papa ha poi nominato segretario monsignor Guido Pozzo (nella foto), 58 anni, triestino, alunno dell’Almo Collegio Capranica, sacerdote dal 1977, dottore in teologia dogmatica alla Gregoriana. Pozzo è dal 1987 officiale dell’ex Sant’Uffizio e dal 2003 segretario aggiunto della Commissione teologica internazionale. È autore di un commento alla Lumen Gentium pubblicato da Piemme e coautore de «La teologia tra rivelazione e storia» delle Dehoniane. Scompare dall’organigramma la figura del vicepresidente: monsignor Camille Perl, 70 anni, è stato nominato canonico di San Pietro.
© Copyright Avvenire, 9 luglio 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento