domenica 12 luglio 2009
Michelle si emoziona. Ricevute dal Pontefice anche Malia e Sasha (Arachi)
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Michelle si emoziona Ricevute dal Pontefice anche Malia e Sasha
Alessandra Arachi
ROMA
Michelle Obama risale sull' aereo con ancora indosso il vestito nero della visita in Vaticano. Ed entra nell' Olimpo.
L' Air Force One non fa in tempo a staccarsi dal suolo della capitale che a Capri avevano già finito di confezionare il primo sandalo «modello Michelle». Neanche Jacqueline Kennedy era riuscita a tanto. Ma questa statuaria prima donna d' America è altro. È oltre. E se non bastassero i mille complimenti declinati in ogni verso e in ogni modo da Clio Napoletano, Gianni Alemanno, Mara Carfagna, Mariastella Gelmini o Isabella Rauti, bisogna ascoltare le parole fuori dai denti di chi in questi tre giorni romani con Michelle Obama ha avuto a che fare perché l' ha scortata, protetta in strada, accompagnata nei monumenti o, magari, servita al ristorante. Dicono tutti la stessa cosa. Dicono che la first lady americana è una lady come tutte le altre, nel senso più autentico del termine. Una donna che paga il conto con la sua carta di credito. Ringrazia quando le arriva un piatto in tavola.
Non esita a schioccare baci sulle guance per salutare un cameriere. Cerca di ingombrare il meno possibile, per quanto possa essere possibile a una donna che per motivi di sicurezza si deve muovere con un minimo di quattro body guard e deve essere preceduta, sempre, da almeno una ventina di uomini addetti alle bonifiche e chissà più quanti cecchini armati. Risale sull' aereo per tornare a Washington con la mamma, Marian Robinson, le bimbe Malia e Sasha, le tate, e per la prima volta potrà riparlare con suo marito, il presidente Barack. Prima quando lo ha visto in Vaticano, alle quattro circa, non ha potuto nemmeno dargli un bacio: erano tutti e due davanti al Papa, per la prima volta. Lei è arrivata dopo, per un saluto appena al Santo Padre, e subito dopo sono arrivate anche le due bimbe e la sua mamma. Prima era stata con loro a sgranare gli occhi davanti alla volta michelangiolesca della Cappella Sistina, ad ammirare i musei Vaticani, la basilica di San Pietro. Poi ha raggiunto il marito e anche in quel breve saluto al Papa Michelle è riuscita a emozionarsi. No, ieri la prima donna d' America non ha pianto, non c' era dolore al cospetto del Santo Padre.
Ma la sua emozione era vera, proprio come le lacrime che ha versato giovedì fra le macerie dell' Aquila per i bimbi morti nel terremoto.
Tutte le mamme del mondo si commuovono per i bimbi morti. Tutte le donne del mondo proverebbero un tremore davanti al capo della Chiesa cattolica. Così è per Michelle Obama. E lei non fa nulla per nasconderlo. È così. Punto. Impossibile cercare di metterla dentro una casella. Ci hanno provato i creatori di moda a metterle addosso uno stile. Sono riusciti a metterle addosso semplicemente dei vestiti, come quello nero di Moschino indossato ieri in Vaticano. Ma la verità è che non esiste uno stile che racconta Michelle. E se Laura Biagiotti ci ha provato a paragonare Michelle alla regina Elisabetta «perché come lei è una donna da considerare fuori dagli schemi dell' eleganza classica», nessun creatore di moda con tutta la buona volontà ha potuto fare nulla per giustificare, chessò, quella spillona verde di bigiotteria che Michelle ha piazzato il primo giorno in Quirinale sopra un tubino giallo canarino. Quelli sono i gusti di Michelle. E basta. E non esiste uno stile che possa essere paragonato a quello di Michelle Obama. Esiste semplicemente il suo stile, i suoi modi, i suoi modelli. Esiste lei. I primi a capirlo sono stati i capresi: il sandalo «modello Michelle». Si attende la statuina nei presepi di San Gregorio Armeno a Napoli.
© Copyright Corriere della sera, 11 luglio 2009 consultabile online anche qui.
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2 commenti:
ciao raffa,vedi un pò gli ultimi tre articoli di galeazzi,che ne dici ?.......ciao
e grazie
massimo
Fatemi essere un po' cattivo.. ;-)... Questa sviolinata in pieno stile corsera a favore della moglie di Obama, dei suoi abiti, del suo stile, dei suoi accessori, del suo charme ecc. ecc. non trovo che c'entri qualcosa qui... salvo per quel suo apparire quasi una... "santificazione" (del resto il marito è stato fatto "santo prima" superando anche il "santo subito" invocato per Giovanni Paolo II).
Certo in una riga e mezza su circa 40 di testo, viene citato di sfuggita anche il Papa... ma come mero figurante che appare fra i tanti a dare vita e varietà allo scenario in cui la "divina" si muove: mi pare un po' pochino come spazio e nemmeno poi così dignitoso come ruolo.
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