venerdì 18 settembre 2009

Ennesimo scivolone. I giornali manipolano la sentenza del TAR sul fine vita. Il Movimento per la Vita chiede una rettifica al Corriere della Sera

Siamo di fronte all'ennesimo episodio di manipolazione e di disinformazione.
Il cittadino esige una rettifica immediata. E' ora di farla finita.
Liberta' di stampa non e' sinonimo di liberta' di disinformare e di manipolare le notizie. Non e' un caso se il blog non ha riportato oggi alcun articolo.
Attenzione: non basta far sparire la notizia falsa da tutti i siti internet!
Clicca qui per leggere l'approfondimento di Zenit.

Raffaella

Tar e alimentazione: come si stravolge una sentenza. Comunicato stampa del Movimento per la Vita

9 commenti:

euge ha detto...

E' proprio vero " il diavolo fa le pentole ma non i coperchi"

E' talmente ossessionante per taluni remare contro la chiesa, la religione cristiana ed il Papa, che si inventano proprio di tutto ormai c'è una manipolazione al giorno.
Per fortuna c'è internet....... Per fortuna c'è Raffaella!!!!:-))))

mariateresa ha detto...

purtroppo i riscontri di questo malcostume sono ormai quotidiani o su un argomento o su un altro.
E' uno schifo.
Non c'è mai nessuna sanzione anche se uno racconta che la terra è quadrata. Una libertà di stampa così manipolona è una cosa molto pericolosa.
Inoltre la categoria (dei giornalisti) o minimizza o, pur riconoscendo i puffi, prosegue imperterrita.
Devo anche dire che in occasione della campagna mediatica di qualche tempo fa sulle parole del papa nei riguardi del preservativo anche in Francia numerosi cattolici hanno scritto alle redazioni dei giornali invitandoli ad andare a quel paese. Insomma il malcostume è generalizzato ma si sta generalizzando anche una certa consapevolezza, soprattutto nei giovani se Dio vuole.
Se il Corriere pubblicherà rettifica (non ci credo anche se i miracoli sono sempre possibili) la troveremo a pag. 51 in braille.

massimo ha detto...

grazie Raffa per al puntuale vigilanza,avanti così,i cattolici non sono babbei.

Anonimo ha detto...

Asetto una dura presa di posizione da parte di molte persone.
Questo NON è giornalismo.

Antonio

Anonimo ha detto...

Errata corrige : ASPETTO

Antonio

Anonimo ha detto...

ma l'ordine dei giornalisti se ne sta di questo andazzo? un procedimento disciplinare verso quei direttori di testata che non rispettano il dovere di rettifica, mai?

Bastardlurker ha detto...

Basta leggere la sentenza per capire che a manipolare i fatti non sono i giornali, ma chi legifera in modo palesemente incostituzionale.

Ridicolo accusare l'estensore della sentenza di fare politica, si è limitato a demolire le argomentazione delle parti ricorrenti (Min. del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali e Movimento per la Vita).

Il Tar ha dichiarato il proprio difetto di giurisdizione (spetta al giudice ordinario garantire il pieno rispetto dei diritti della dignità e della libertà della persona ndB), ma non vengono meno gli argomenti giuridici.


La sentenza:

Nessuno può essere obbligato all’alimentazione e all’idratazione contro la sua volontà

Illegittimo imporre ai malati cure non richieste
(Tar Lazio 8650/2009)

http://www.cittadinolex.kataweb.it/article_view.jsp?idArt=88832&idCat=75

Raffaella ha detto...

Il Tar non e' giudice costituzionale.
Inoltre non e' suo compito scrivere opinioni personali su leggi, regolamenti ed ordinanze.
I giudici, soggetti solo alla legge, devono applicare le normative astenendosi da ogni giudizio personale.
La certezza della legge deve essere al primo posto.
E' il Parlamento, non il giudice, che fa le leggi. Il Governo le rende esecutive, la magistratura le applica.
Punto! E' la separazione di base dei poteri dello Stato.
R.

Anonimo ha detto...

Per anonimo delle 22.33.

Secondo me l'ordine dei giornalisti conosce benissimo l'andazzo dell'informazione; ma, dato che anche l'ordine dei giornalisti rispecchia e dipende dalla politica, non credo che un riichiamo deontologico ci sarà mai.
Si scatenerebbe il putiferio tirando in ballo l'ormai sbandierata libertà di stampa; che ovviamente, non corrisponde alla libertà di manipolazione delle notizie secondo l'ideologia politica ma, tant'è.