venerdì 25 settembre 2009

Intervista al card. Castrillón Hoyos: Nessuno di noi sapeva alcunché delle affermazioni di Williamson (Süddeutsche Zeitung)


Il card. Darío Castrillón Hoyos ha rilasciato una lunga intervista al Suddeutsche Zeitung (clicca qui per l'originale tedesco) in cui respinge le accuse che gli sono state mosse in maniera piu' o meno esplicita o piu' o meno subdola.
Clicca qui per la traduzione di Messainlatino.it e qui per la traduzione ed il commento di Fides et Forma.
Attenzione: il cardinale non afferma che il nunzio apostolico non ha inviato l'informativa al Vaticano, ma azzarda l'ipotesi che "probabilmente l'informativa fu semplicemente archiviata poiché la Segreteria di Stato non sapeva nulla dell'imminente revoca delle scomuniche".
Ecco qui!
Le domande sono sempre le stesse: il fascicolo e' stato inviato alla segreteria di stato? Si'? Da chi? Come (fax, lettera, mail, telefonata, piccione viaggiatore)? Quando?
Corrisponde al vero cio' che, a telecamere rigorosamente spente, ha affermato il nunzio apostolico e cioe' che egli parlo' con vari capi-dicastero? Se si', con chi parlo'? Quando?
Trasparenza, pulizia, coerenza, un po' di coraggio!
Non e' difficile scoprire chi sapeva e chi non sapeva.
Leggo su Fides et Forma: "...sarà opportuno cercare i responsabili nell'ufficio preposto alle relazioni con i Nunzi Apostolici: Prima Sezione per gli Affari Generali della Segreteria di Stato! In quale cassetto di quell'ufficio si è smarrito il report sull'affaire Williamson inviato da Arborelius?".
Certo che tutto questo ennesimo scambio di accuse poteva essere evitato se fra domenica e mercoledi' la sala stampa della Santa Sede e la segreteria di stato fossero intervenute in modo incisivo e perentorio.
Come al solito, siamo qui a salvare il salvabile e domani il Papa parte per Praga.
Chiedo anticipatamente scusa se entro la serata leggerete un post fra l'irriverente ed il provocatorio.
Non ho piu' intenzione di arrabbiarmi. Prendiamo cio' che passa il convento e preghiamo incessantemente per il Santo Padre.
Gli altri ed il resto non contano.
Grazie a Massimo per la segnalazione :-)

R.

5 commenti:

mariateresa ha detto...

cara, a dire la verità non è tutto chiaro quello che succederà.Quanto a quello che è già successo mi sembra ormai abbastanza chiaro che il fascicolo si è addormentato alla I sezione della segreteria di Stato. Hoyos non vuole mettere in croce chi ne è responsabile e dice , loro non sapevano della revoca e noi non sapevamo del fascicolo. Questa versione permette una via di uscita anche a chi nella prima sezione faceva la nanna. Ma mentre questo accadeva Internet faceva il suo lavoro e provocava il casino.Si tratta di congregazioni che non si parlano proprio come si era intuito e non parlano per varie ragioni di tipo umano più o meno nobili. D'altra parte Hoyos è in pensione e la faccenda è ora in mano alla Congregazione della dottrina della fede.
Chi sostiene che il papa non aveva in mano tutti gli elementi per revocare la scomunica continuerà a rompere i zanetti questo è poco ma sicuro.
L'unico dubbio è se chi opera nella famosa I sezione della Segreteria di Stato accetterà questa versione. E non ne sono sicura.

Raffaella ha detto...

Buongiorno carissima :-)
Gia', hai colto nel segno!
Hoyos non ha accusato nessuno, ma ovviamente non ha accettato di assumersi colpe altrui.
Esiste una sola persona al mondo capace di fare una cosa del genere...il Papa :-)
Forse conviene a tutti ammettere che il fascicolo e' finito sotto il cuscino di chi doveva occuparsene perche' in quel momento non si sapeva della revoca della scomunica.
La figuraccia pero' sarebbe epocale e sarebbe la conferma del luogo preciso in cui quell'informativa giace o giaceva.
Vedremo gli sviluppi.
Sono d'accordo con Crippa: sembra di essere in un romanzo di Dan Brawn :-)
R.

mariateresa ha detto...

certo che mai come adesso è sotto gli occhi di tutti dove sta il punto debole con nomi e cognomi.
Sto parlando non degli specialisti , dei vaticanisti che sapevano e che in questo stagno andavano a intervistare le rane.
Ma della gente comune, quella che vorrebbe capirci qualche cosa e ha il cervello in pappa.
Evidentemente si tratta di una parte dell'organigramma vaticano che è praticamente intoccabile.Almeno finora.
Non sono esaltanti, in verità, queste storie e io ne farei volentieri a meno se non ci andasse di mezzo papa Benedetto.

mariateresa ha detto...

sto facendo una riflessione: quella delle congregazioni che non si parlano è una faccenda che sperimento anche io nel mio lavoro. Strutture operative che, nello stesso ente, non si scambiano le informazioni, convegni sullo stesso argomento indetti da strutture diverse senza che si sapesse, insomma figure di cacca.Ognuno vuole primeggiare earrivare per primo e se puà sgambetta gli altri.Veramente la sede apostolica non fa eccezione.

Anonimo ha detto...

Già Golias, in mancanza di meglio, copia il compito già svolto. Saluti, Eufemia
http://www.golias-editions.fr/