martedì 27 gennaio 2009

Prof. Paolo Prodi: «Il ritorno all'ovile può servire a battere l'antisemitismo» (Zuccolini)


Vedi anche:

Melloni: «Riassorbire i negazionisti? Così si disorienta la Chiesa» (Conti)

Avanti con le pietre e le frecce! Domanda ai giornaloni: non vi sembra di esagerare montando la polemica su una falsità?

Revoca della scomunica ai Lefebvriani: i commenti di Renzo Gattegna e Gianni Baget Bozzo (La Stampa)

Prolusione del card. Bagnasco: il commento di Andrea Tornielli

Giornata della Memoria: lo speciale dell'Osservatore Romano. Anna Foa: L'antisemitismo unico movente dei negazionisti

Card. Bagnasco: dai media critiche ideologiche al Papa. La comunità dei credenti deve vedere noi Vescovi formare un tutt'uno con il Vicario di Cristo

Gattegna (Ucei): Riabilitazione Williamson fatto interno Chiesa. Male sue parole e concomitanza con revoca scomunica (come??????)

"Pseudo Berlicche" scrive a "pseudo Malacoda": ci siamo distratti per un attimo e guarda che cosa ha combinato il Papa! :-))

La Chiesa in Italia presidio sul territorio per rispondere ai bisogni di tutti. La prolusione del card. Bagnasco (Osservatore Romano)

CONSIGLIO PERMANENTE DELLA CEI: LA PROLUSIONE DEL CARD. BAGNASCO

Lefebvriani, Di Cicco: Quando un gesto di riconciliazione diventa caso mediatico. E' andato in scena un copione sbagliato (Osservatore Romano)

Lefebvriani, Card. Bagnasco: apprezzamento per l'atto di misericordia del Santo Padre, dispiacere per le dichiarazioni negazioniste di uno dei vescovi

Dichiarazione del card. Ricard (Bordeaux) sulla revoca della scomunica ai vescovi lefebvriani

Come il Papa apre la porta ai tradizionalisti (Isabelle de Gaulmyn)

Dall’Islam a Obama, un mese di passione per il Papa (Tornielli)

Intervista a Vittorio Messori: «Agli ebrei dico: lasciateci lavorare. Quella volta in cui Fellay mi chiese di Ratzinger...» (Rodari)

Lefebvre, Rosso "malpela" Benedetto XVI: «Mi vergogno dell’esito di questa faccenda. Non so se si deve vergognare anche il Papa» (Talamanca e Galeazzi)

BENEDETTO XVI REVOCA LA SCOMUNICA AI VESCOVI LEFEBVRIANI: LO SPECIALE DEL BLOG

Il professore di Storia moderna sul caso del vescovo riabilitato da Ratzinger

«Il ritorno all'ovile può servire a battere l'antisemitismo»

Paolo Prodi: l'unità condiziona le posizioni estremiste

Roberto Zuccolini

ROMA — La premessa è che «tutto il processo avvenga alla luce del sole» e i lefebvriani arrivino a «riconoscere il Concilio Vaticano II».

Ma, detto questo, per Paolo Prodi, professore di storia moderna a Bologna, fratello di Romano, il «ritorno all'ovile» degli ormai ex scismatici «potrebbe anche favorire la battaglia contro l'antisemitismo ». E quindi contro le teorie negazioniste dell'Olocausto, professate proprio da Williamson, uno dei vescovi «riaccolti». Ma allo stesso tempo per Prodi è arrivato il momento di chiedersi «che cosa voglia dire, ai giorni nostri, una scomunica e quali siano i suoi confini, dato che appaiono estremamente incerti».

Ha quindi ragione lo storico Andrea Riccardi quando afferma che «se la ricomposizione dell'unità andasse avanti, probabilmente avrebbe un effetto positivo, proprio riguardo ai negazionisti»?

«Il percorso verso l'unità è importante e può favorire un condizionamento delle posizioni estremiste, in questo caso di quelle antisemite. Ma deve essere vero».

Uno dei quattro vescovi lefebvriani, Richard Williamson, arriva a negare le camere a gas.

«Tutto ciò è aberrante, inaccettabile. Per questo auspico che il processo appena iniziato si sviluppi con la chiarezza dovuta davanti a tutto il popolo di Dio».

Perché sia tutto chiaro anche per il mondo ebraico?

«Penso che in questo momento si debba guardare a Giovanni Paolo II che ha chiamato gli ebrei nostri "fratelli maggiori" e agli enormi cambiamenti avvenuti negli ultimi cinquant'anni nei rapporti tra Chiesa ed ebraismo».

Frutto della svolta impressa dal Vaticano II, il Concilio che determinò lo scisma lefebvriano.

«Infatti. I lefebvriani dovranno dichiarare la loro adesione al Vaticano II. È fondamentale che il loro cambiamento nei confronti degli ebrei sia reale. Passando per la condanna di ogni tesi negazionista, ma non limitandosi a questo: dovranno anche loro un giorno considerarli come "fratelli maggiori". Resta però un interrogativo sulle censure operate dalla Chiesa».

Intende dire sulla scomunica?

«Occorre chiedersi che cosa voglia dire oggi in una società ben diversa da quella medievale. Il problema è che i suoi confini appaiono incerti e le procedure poco chiare. Bisogna inoltre evitare che venga trattata come fosse una vicenda politica. Occorre fare emergere invece la sua vera natura che è prettamente ecclesiale. Anche per eliminare tutti gli aspetti che oggi appaiono problematici».

© Copyright Corriere della sera, 27 gennaio 2009 consultabile online anche qui.

Nessun commento: