martedì 27 gennaio 2009

Gli ebrei all’attacco ma già nel 2006 Papa Ratzinger ribadì l’enormità del massacro (Tornielli)


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Non si spegne, anzi s’infiamma la polemica per le dichiarazioni negazioniste del vescovo Richard Williamson, rilanciate, non senza intenti strumentali, alla vigilia del decreto con il quale il Papa ha revocato la scomunica ai quattro vescovi lefebvriani.

Il prelato aveva detto lo scorso ottobre a una tv svedese di non credere che sei milioni di ebrei siano morti nelle camere a gas né che le camere a gas siano mai esistite, e aveva concluso affermando di ritenere che gli ebrei sterminati nei campi nazisti siano stati tra i 200 e 300mila.

Il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna, ha dichiarato ieri: «In questo momento siamo attenti osservatori delle decisioni che la Chiesa prenderà in merito a chi sostiene tesi negazioniste. Ci auguriamo che ci sia una smentita di queste tesi che chiarisca ogni dubbio a riguardo». Gattegna ha aggiunto che «la riabilitazione» di Williamson «è un fatto interno alla Chiesa e su quello non voglio interferire ma sul negazionismo abbiamo molto da dire perché lo riteniamo un’infamia. Ci auguriamo che con la Chiesa cattolica questo sia solo un momento di difficoltà e aspettiamo un gesto positivo».
Proprio su questo argomento, Benedetto XVI è già stato più che esplicito al ritorno dal viaggio in Polonia del 2006. «Nel campo di Auschwitz-Birkenau, come in altri simili campi – aveva detto il 31 maggio di quell’anno all’udienza generale – Hitler fece sterminare oltre sei milioni di ebrei».
Di questo ha parlato ieri pomeriggio anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, aprendo i lavori del «parlamentino» dei vescovi italiani: «A proposito della recentissima revoca della scomunica alla Fraternità di San Pio X, mentre esprimiamo il nostro apprezzamento per l’atto di misericordia del Santo Padre, manifestiamo il dispiacere per le infondate e immotivate dichiarazioni di uno dei quattro vescovi interessati circa la Shoah; dichiarazioni peraltro rese alcuni mesi or sono e solo adesso riprese con intento strumentale; dichiarazioni già ripudiate dalla stessa Fraternità».
Una condanna delle tesi negazioniste è arrivata anche dalla Conferenza episcopale tedesca, il cui portavoce Matthias Kopp in un’intervista alla rete televisiva Zdf ha detto che «Williamson dovrà ritirare prima o poi le sue affermazioni», e ha spiegato di considerare «comprensibilissima» l’indignazione della Comunità ebraica. Intanto la procura di Regensburg ha aperto un’inchiesta per il reato di istigazione all’odio popolare nei confronti del vescovo lefebvriano.
Una risposta netta e decisa, per parte vaticana, arriva, oltre che dall’Osservatore Romano, che pubblica un articolo di Anna Foa contro il negazionismo, anche dal gesuita tedesco Peter Gumpel, relatore della causa di beatificazione di Pio XII: «Alla fine della guerra, quando gli alleati trovarono i campi di sterminio, ci fu chi stentava a credere. Poi furono mostrate le prove fotografiche, le montagne di cadaveri, e la realtà fu sotto gli occhi di tutti. Sono stati trovati i documenti relativi alla conferenza di Wannsee, che nel gennaio 1942 stabilì l’orrenda “soluzione finale”. Esiste una mole enorme di documenti e di prove sull’estensione della Shoah. Negarla è assurdo e i tentativi fatti in questo senso solitamente non provengono da storici».
«Vorrei chiedere ai negazionisti – aggiunge padre Gumpel – dove sono finiti i milioni di ebrei che vivevano in Europa? Non sono spariti nel nulla, sono stati ammazzati». Il gesuita ricorda infine che proprio Pio XII, nel famoso radiomessaggio del Natale 1942, quando lo sterminio di massa era iniziato solo da pochi mesi, parlò di «centinaia di migliaia di persone», che solo a motivo della loro «nazionalità» (e si riferiva ai polacchi) o della loro «stirpe» (e si riferiva agli ebrei) vengono destinati a «costrizioni sterminatrici». «Nessuna persona seria – conclude Gumpel – può oggi negare ciò che purtroppo è avvenuto».

© Copyright Il Giornale, 27 gennaio 2009 consultabile online anche qui.

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