lunedì 27 aprile 2009

Una laicità senza complessi non teme l’ora di religione (Chinellato)


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Per il Papa, un insegnamento dal valore insostituibile

Una laicità senza complessi non teme l’ora di religione

Piero Chinellato

L’accordo del 1984 di modifica del Concordato, oltre a contenere enunciazioni di grande respiro, produsse due decisioni che fecero vibrare il cuore di quanti miravano a un ridimensionamento della presenza pubblica della Chiesa: l’introduzione dell’8 per mille in sostituzione della «Congrua» quale canale di finanziamento della Chiesa, e la facoltatività della frequenza all’Insegnamento di Religione cattolica. Da allora è trascorso un quarto di secolo ed entrambe queste opzioni riscuotono adesioni che si mantengono a livelli quasi plebiscitari.
Abbiamo così la prova concreta che nell’animo profondo del nostro popolo, pure aggredito da una secolarizzazione pervasiva, rimane solida la convinzione della positività di ciò che gravita attorno alla fede, alla Chiesa, al cattolicesimo.
Ne ha dato atto lo stesso Benedetto XVI nel discorso rivolto ieri ai partecipanti a un foltissimo incontro degli insegnanti di religione cattolica, riconoscendo che «l’altissimo numero di coloro che scelgono di avvalersi di questa disciplina è il segno del valore insostituibile che essa riveste e un indice degli elevati livelli di qualità che ha raggiunto». In un tempo in cui le domande fondamentali sull’esistere sono occultate o rimosse, abbiamo la conferma che «la dimensione religiosa non è ...una sovrastruttura; essa è parte integrante della persona, sin dalla primissima infanzia; è apertura fondamentale all’alterità e al mistero che presiede ogni relazione e ogni incontro tra gli esseri umani».
La scelta che tantissimi genitori e tanti giovani compiono di frequentare l’insegnamento di religione, anche al di là di una personale e convinta adesione di fede, rispecchia il fatto, come ancora nota il Papa, che tale materia «favorisce la riflessione sul senso profondo dell’esistenza, aiutando a ritrovare, al di là delle singole conoscenze, un senso unitario e un’intuizione globale». L’insegnante di religione, armato solo del proprio prestigio personale, della competenza e della cura affettuosa che rivolge a ciascun allievo, è sovente la persona scelta da questi quale interlocutore per i discorsi e i problemi che eccedono i programmi didattici. In un tempo in cui gran parte della ribalta culturale snobba o irride il fatto religioso, Papa Ratzinger ricorda a ciascun docente di religione come, oltre alla competenza, gli appartenga «la vocazione a lasciar trasparire che quel Dio di cui parlate nelle aule scolastiche costituisce il riferimento essenziale della vostra vita». L’IdR, sottolinea ancora il Papa, non è uno spazio residuale concesso ai cattolici, ma «parte integrante della storia della scuola in Italia», perché «la dimensione religiosa... è intrinseca al fatto culturale, concorre alla formazione globale della persona e permette di trasformare la conoscenza in sapienza di vita», in definitiva: «la dimensione religiosa rende l’uomo più uomo».
Per tutto ciò «lungi dal costituire un’interferenza o una limitazione della libertà», la presenza degli IdR «è anzi un valido esempio di quello spirito positivo di laicità che permette di promuovere una convivenza civile costruttiva, fondata sul rispetto reciproco e sul dialogo leale». Sarebbe davvero interessante se, una volta tanto, chi rimprovera al Papa e alla Chiesa di brandire esclusivamente dei «no» – veri o solo presunti che siano – interloquisse con tutti i «sì» alla cultura e alla laicità autentiche di questo discorso. Possiamo sperarci?

© Copyright Avvenire, 26 aprile 2009

2 commenti:

Anonimo ha detto...

appunto!
siccome in italia c'è una laicità carica di complessi, bisogna preoccuparsi di tutto.

Caterina63 ha detto...

concordo con anonimo...anche se temo che lui intendesse diversamente da ciò che intende il card. Bagnasco e di rimando lo stesso Pontefice^__^

concordo perchè abbiamo davvero una laicità complessata: se faccio rispettare la dottrina non sono più un laico! sic!

inoltre l'ora di religione nella maggiorparte delle scuole è fatta di puro sincretismo (ho fatto parte per 7 anni delle rappresentanze di Classe e di Consiglio d'Istituto, nonchè ho insegnato per 4 anni alle elementari...^__^) che nulla ha che vedere con l'insegnamento della religione CATTOLICA...

Abbiamo spesse volte insegnanti di religione CATTO-PROGRESSISTI pieni di complessi di inferiorità...

Non a caso dice il Papa all'udienza di sabato:

In occasione del Convegno ecclesiale di Verona, nell'ottobre 2006, io stesso ebbi modo di toccare la "questione fondamentale e decisiva" dell'educazione, indicando l'esigenza di "allargare gli spazi della nostra razionalità, riaprirla alle grandi questioni del vero e del bene, coniugare tra loro la teologia, la filosofia e le scienze, nel pieno rispetto dei loro metodi propri e della loro reciproca autonomia, ma anche nella consapevolezza dell'intrinseca unità che le tiene insieme" (Discorso del 19 ottobre 2006: Insegnamenti di Benedetto XVI, II, 2 [2006], 473; 471). La dimensione religiosa, infatti, è intrinseca al fatto culturale, concorre alla formazione globale della persona e permette di trasformare la conoscenza in sapienza di vita.

Il vostro servizio, cari amici, si colloca proprio in questo fondamentale crocevia, nel quale - senza improprie invasioni o confusione di ruoli - si incontrano l'universale tensione verso la verità e la bimillenaria testimonianza offerta dai credenti nella luce della fede, le straordinarie vette di conoscenza e di arte guadagnate dallo spirito umano e la fecondità del messaggio cristiano che così profondamente innerva la cultura e la vita del popolo italiano.

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auspico di cuore che gli insegnanti di religione riscoprino la propria IDENTITA' e da questa scrollarsi di dosso ogni complesso e camminino a testa alta sulla scia del Magistero ecclesiale...

Fraternamente CaterinaLD