venerdì 4 settembre 2009

Che cosa cambia negli assetti vaticani: l'analisi di Giacomo Galeazzi


Vedi anche:

Pessimo titolo di "Libero". Segnalo l'articolo ma con questa introduzione: Dimissioni di Boffo, l'analisi di Barbara Romano

Il boomerang di “Repubblica” e “Giornale” (Antonio Socci)

"Caso Boffo": gli articoli del Corriere della sera

La telefonata del Papa dietro la «svolta». Benedetto XVI al presidente Cei: fornite notizie e valutazioni (Vecchi)

Caso Boffo, Il delitto è compiuto (D'Avanzo)

Ricostruzioni politiche: Nella frattura fra Bertone e Bagnasco spunta il piano per il "Nuovo Centro" (Giannini)

Moralismo e politica: l'analisi di Andrea Tornielli

Boffo e quel riferimento al Papa poi cancellato (Tornielli)

Dimissioni Boffo: L’Aggressione e la Ferita (Massimo Franco)

Il Papa: le ricchezze di Oriente e Occidente alimentano l'unità (Zenit)

Perché non si può togliere la Chiesa dalla storia. A proposito di un recente articolo di Vito Mancuso (Botturi)

Resa dei conti per l’ultimo dei “ruiniani”: l'analisi di Giacomo Galeazzi

Catechesi dell'udienza generale del 2 settembre 2009: traduzione nelle diverse lingue (da Zenit)

Messaggio del Papa per il Simposio intercristiano: avanzare verso la piena comunione (Radio Vaticana)

Il Papa alla proiezione del film su Sant’Agostino: la Verità è più forte di qualunque ostacolo (Radio Vaticana)

Paolucci: Dario Fo ai Musei Vaticani? Si può fare...Io spero che si tratti di una battuta infelice!

Tarquinio direttore ad interim di Avvenire. L'interim di Sat2000 va a De Martis

Sulle dimissioni di Dino Boffo (Rodari)

Si chiude l'era Boffo: il commento di Giacomo Galeazzi

La lettera di dimissioni di Dino Boffo

Quello di Dino Boffo è un grande gesto di responsabilità, da apprezzare!

La fatica e l'amore di Benedetto XVI (José Luis Restán)

Il Papa dopo la proiezione del film "Sant'Agostino": "Noi non possiamo trovare da soli la Verità, ma la Verità, che è Persona, ci trova"

Caso Boffo, "Dieci falsità: le deformazioni del «Giornale» e la realtà dei fatti" (Avvenire)

Avviso ai naviganti sui commenti molto lunghi

Benedetto XVI: chi vive nel vizio cambi vita (Il Giornale)

Mons. Fisichella: «Gli uomini di Chiesa non facciano politica» (Il Giornale)

Caso Boffo: l'analisi di Toscana Oggi e la riflessione di Roberto de Mattei

IL "CASO" DINO BOFFO: RASSEGNA STAMPA

La seguente analisi di Giacomo Galeazzi, segnalataci prontamente da Scenron, mi pare molto interessante soprattutto per le parole di Mons. Albanesi.
Certo l'esempio de "La Croix" mi pare improprio non per la professionalita' dei giornalisti del quotidiano francese, ma perche' spesso esprimono opinioni in contrasto con il Magistero. Si puo' fare un giornale svincolato dalle gerarchie ma comunque in linea con il Catechismo ed il Magistero del Santo Padre
.
R.

RETROSCENA, COSA CAMBIA NEGLI ASSETTI VATICANI

Asse Bagnasco-Bertone
Finisce l'era Ruini


Bossi incontra il presidente della Cei su crisi e immigrati

GIACOMO GALEAZZI

ROMA

La Cei volta pagina e d’ora in poi la politica avrà nell’asse Bagnasco-Bertone l’esclusivo canale di dialogo con i Sacri Palazzi.
Per espressa volontà di Benedetto XVI (che ha personalmente sollecitato una soluzione rapida dello scandalo) l’unica via autorizzata e ufficiale, dunque, è ormai quella rappresentata dal patto di ferro stretto tra la nuova leadership della Chiesa italiana e la Segreteria di Stato.
L’uscita di scena di Dino Boffo affranca definitivamente la Conferenza episcopale dall’influenza dell’ex presidente Camillo Ruini che, pur in pensione, aveva finora continuato (anche attraverso il suo «patronage» sul quotidiano dei vescovi) a operare, dietro le quinte, come intermediario tra la Curia e il governo. Questo, dunque, è l’effetto nell’episcopato nazionale del terremoto provocato dall’attacco del «Giornale» a Boffo.
Ma, poi, c’è il risvolto politico della vicenda che ha visto il giornale di famiglia del premier far scoppiare uno scandalo che ha gravemente ferito la Chiesa italiana.
E non è un caso che il presidente della Cei Angelo Bagnasco abbia incontrato per un’ora, proprio in questa travagliata giornata, il leader della Lega Umberto Bossi e il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli, malgrado da settimane il Carroccio polemizzi duramente con la Chiesa sui respingimenti degli extracomunitari e persino sulle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Un colloquio cordiale e «positivo» - come ha dichiarato lo stesso ministro Calderoli - nel corso del quale, secondo quanto si apprende, il capo della Chiesa italiana ha espresso preoccupazione per le ricadute della crisi economica sulle famiglie e per l’emergenza umanitaria degli sbarchi in Sicilia, mentre la bufera scoppiata su Boffo è rimasta sullo sfondo. E l’esponente leghista si spinge più un là, che esprime la sua «soddisfazione come cattolico e come politico», in quanto si è parlato di immigrazione e bioetica. Ma il «faccia a faccia» suona quasi come un segnale di irritazione della Cei per il caso Boffo nei confronti di Berlusconi, che finora, affiancato dal gentiluomo di Sua Santità Gianni Letta, era sempre stato nel governo l’interlocutore unico con la Curia.
Malgrado i tentativi di farlo passare sotto traccia («era un appuntamento fissato da tempo e si erano già visti un anno fa per la presentazione della bozza di federalismo fiscale», minimizzano in Cei), è un messaggio diretto a Palazzo Chigi. Poche ore prima di ricevere Bossi e Calderoli, il cardinale Bagnasco aveva tuonato contro il «Giornale»: «Boffo è stato oggetto di un inqualificabile attacco mediatico». Ma il meccanismo che si è messo in moto è soprattutto interno alla Chiesa. Marco Tarquinio ha assunto la direzione «ad interim» di Avvenire, mentre il nome del sostituto di Boffo uscirà il 21 settembre dal Consiglio permanente della Cei, durante il quale, spiegano nell’episcopato, «Bagnasco userà parole dure sulla vicenda Boffo e sul governo».
Anche l’Osservatore Romano dà, nell’edizione di oggi, la notizia delle dimissioni di Boffo, la pubblica nelle pagine interne, senza commento, limitandosi al comunicato dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei. Il dibattito intra-ecclesiale arriva alla radice del problema. «La vicenda Boffo nasce dalla contraddizione insanabile che è alla base di “Avvenire”: essere “portavoce” della Chiesa italiana e contemporaneamente un giornale di informazione», osserva monsignor Vinicio Albanesi, leader del «non profit» bianco e responsabile della Comunità Capodarco. «La prima vittima dell’ ”equivoco Avvenire”, consenziente per la verità, è stato il direttore Boffo - precisa monsignor Albanesi. Non si rimane direttore dei tre organismi di comunicazione per 15 anni di seguito. La sua permanenza ai vertici degli organi informativi è dovuta, oltre che alla sua bravura professionale, al riconoscimento della sua funzione di portavoce: necessariamente obbediente. Forse troppo».
Dunque, è necessario «ripensare la collocazione di un’informazione cattolica pubblica» e «l’idea di una informazione generalista cattolica gestita dai vescovi è da scartare, a meno che non si scelga chiaramente di definirsi organo della Cei, come capita all’Osservatore Romano con la Santa Sede». In quel caso le notizie, i commenti e le opinioni non sono più tali, ma fanno parte del linguaggio e della cultura diplomatica. «È utile rivisitare invece altre espressioni di informazione del mondo cattolico, in Italia “Famiglia Cristiana”, in Francia “La Croix” che sono organi non ufficiali, ma che esprimono liberamente la propria opinione, senza la pretesa di essere infallibili e senza censure da parte dell’autorità ecclesiastica», sottolinea monsignor Albanesi.

© Copyright La Stampa, 4 settembre 2009 consultabile online anche qui.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

"Famiglia Cristiana" espressione di informazione del mondo cattolico????????

sam ha detto...

A me non interessa che un organo d'informazione cattolico risponda agli uomini della Santa Sede o della CEI, ma ESIGO, se vuole definirsi cattolico, che sia pienamente obbediente al Magistero della Chiesa e al Santo Padre.
In questo senso Radio Maria - che è un'associazione laica - pur non avendo alcun collegamento con la gerarchia, riesce ad essere la voce più cattolica che c'è in Italia.
Se dei cattolici vogliono poter svolgere un'azione di stimolo e di revisione rispetto al Magistero e alla Dottrina della Chiesa, lo possono certamente fare, ma assumendosi pienamente le loro responsabilità e dichiarando apertamente le finalità delle loro riviste e pubblicazioni.
Troppo comodo nascondersi dietro la veste (e la comoda copertura finanziaria e di pubblico) di "organi cattolici" per poi portare avanti posizioni per nulla o non ancora cattoliche, quando non anti-cattoliche.

euge ha detto...

batti il 5 sam!