giovedì 3 settembre 2009

Mons. Fisichella: «Gli uomini di Chiesa non facciano politica» (Il Giornale)


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Fisichella: «Gli uomini di Chiesa non facciano politica»

di Redazione

nostro inviato a Frascati (Roma)

A ciascuno il suo.
Gli uomini di Chiesa si prendano cura innanzitutto dei fedeli. Siano i politici ad occuparsi di pratiche terrene. Estremizzando un po', la linea guida tracciata da monsignor Rino Fisichella è più o meno questa. Con un'avvertenza: nessuno vieta il diritto di critica, possibilità che vale per entrambi i fronti, purché si evitino «sconfinamenti». Chiamato a tenere una lezione su laicità e Chiesa, per discutere sul «diritto di primogenitura», il rettore della Pontificia Università Lateranense allarga spesso il discorso. E complici le domande poste dalla platea della Summer School di Frascati, organizzata dalle fondazioni Magna Carta e Italia protagonista, finisce col toccare i temi politici più spinosi. Bioetica, insomma, nel delicato confine tra diritti umani e diritti individuali.
Nessuna concessione, invece, sul caso Boffo. No comment. «Sono irremovibile», assicura appena mette piede nel pomeriggio a Villa Tuscolana, «scortato» dai padroni di casa (Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliarello). B
occa cucita, visto che «questo è il momento in cui bisogna parlare poco», mentre bisognerebbe «agire e fare». Quindi, «non faccio dichiarazioni in merito, non sono autorizzato a farlo». E capita pure che monsignor Fisichella si senta per un attimo «abbandonato nelle mani dei giornalisti» - è la bonaria lamentela rivolta al capogruppo del Pdl al Senato, che scherza a sua volta sui cronisti iene - tanto da chiedersi, salito sul palco: «Ci sono pure le Iene?». «No, no, mi riferivo alle iene dattilografe, riprendendo una famosa dichiarazione di Massimo D’Alema», replica sorridendo Gasparri.
Chiuso il sipario, monsignor Fisichella non si sottrae al confronto. E sul testo del testamento biologico, approvato a palazzo Madama, afferma: «Personalmente non ho dettato niente a nessuno. Vi pare che siamo in un contesto in cui la Chiesa possa permettersi di dettare una legge allo Stato?». Silenzio. «Magari...», è la chiosa ironica.
Si torna seri. E allora, «bisogna capire gli spazi entro cui muoversi, perché nessuno può permettersi passi falsi. Ciò non significa che si debba togliere il diritto di critica ad ecclesiastici e parlamentari. Ma se si entra nel merito, nell’ambito di competenza altrui, criticando, è giusto che si venga a sua volta criticati». Tanto per essere chiari: «Credo sia utile che gli uomini di Chiesa si astengano dall’intervenire continuamente sulle questioni italiane». E poi, continua il presidente della pontificia Accademia della Vita, «non vedo prelati che si occupino ad esempio sulla legge dell’immigrazione degli Stati Uniti, che è restrittiva al massimo. Non vedo quindi perché avvenga solo nei confronti dell’Italia». Il tema dell’immigrazione può valere come valido esempio. Più in generale, sottolinea l'arcivescovo, «credo che dovremmo essere capaci di rispettare il ruolo che ci compete». Se ci si sofferma poi sui temi etici, monsignor Fisichella ricorda che «lo Stato non può fare a meno di sentire le varie istanze presenti nella società, a cominciare dalla Chiesa».
In ogni caso, «lo Stato è sovrano ed è lo Stato che fa le leggi». Però, è anche vero che «non esiste il diritto alla morte». C'è solo quello alla vita. E in quest’ottica si legge la «carrellata» sui temi legati ad essa. Quindi, la fecondazione in vitro «mette in crisi il concetto di paternità e maternità naturale». Senza contare l’inutilità di «insistere» sulle sperimentazioni legate alle «cellule staminali embrionali». Infine, il ricordo di Oriana Fallaci: «Non era credente, ma ha lottato fino alla fine». Come dire, «ha combattuto contro il male, per vivere, non certo per morire».

© Copyright Il Giornale, 3 settembre 2009 consultabile online anche qui.

6 commenti:

Antonio ha detto...

Mons. Fisichella...com'è bravo!
Ecce Sacerdos Magnus Mediolanensis!
Sono certo che il nostro amato Santo Padre ci sta pensando...

un passante ha detto...

effettivamente, a volte non si percepisce alcuna differenza fra Cei e Santa Sede proprio perchè la sensazione è che i vescovi della Santa Sede intervengano solo sulle faccende italiane. Che l'arcivescovo Tettamanzi si riferisca principalmente a questioni che ritiene cruciali per la sua città, ci sta, così come Bagnasco per ciò che è attinente alle vicende italiane, ma che i rappresentanti dei pontifici consigli lo facciano sistematicamente e solo per le questioni italiane, un pò meno. Se non sbaglio, un pontificio consiglio dovrebbe parlare a nome della Santa Sede e la Santa Sede occuparsi in egual misura dell'italia come della Spagna o del Messico. La sensazione purtroppo è che il Vaticano rappresenti sempre meno la Chiesa universale e sempre più quella italiana. Il Pontificio consiglio per i migranti e chi li rappresenta fanno benissimo ad usare toni anche forti per la tutela dei migranti ma si ricordino di tutti i migranti, anche quelli umiliati alla frontiera spagnola o fra il Messico e gli Usa. E condannino con la stessa forza anche chi li porta a migrare o li carica su barconi disumani vendendo falsi sogni. Lo stesso chiaramente vale per il Pontificio consiglio della vita, tutte le volte in cui legislazioni di altri paesi, e non sono quella italiana, non rispettano la sacralità della vita

Raffaella ha detto...

Il "passante" in effetti ci offre uno spunto su cui riflettere.
C'e' una polemica piuttosto forte sul trattamento riservato dalla Spagna e da Malta all'immigrazione clandestina.
Non sappiamo se corrisponda alla pura verita', ma spesso si dice che la Spagna "usa la forza" e Malta "non soccorre" chi e' in pericolo.
La domanda del passante e' fondata: il Pontificio Consiglio ha espresso le sue riserve a Malta ed alla Spagna?
R.

euge ha detto...

" gli uomini di chiesa non facciano politica"

Parole sacrosante!

Anonimo ha detto...

Fisichella...Mediolanensis...non sostituitevi alla gerachia...e allo Spirito, che è estremamente ricco di sorprese...

Anonimo ha detto...

anonimo, rispondendo ad antonio, sembra avanzare dubbi sull'auspicio di fisichella arcivescovo di milano. forse ci sarà di meglio 'nella gerarchia', per intanto preghiamo perché a milano non vada (magari a seguito di giochini vari) nessuno meno attrezzato di fisichella.
veni sancte spiritus
sia lodato gesù cristo