giovedì 3 settembre 2009

Perché non si può togliere la Chiesa dalla storia. A proposito di un recente articolo di Vito Mancuso (Botturi)


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Su segnalazione di Fabiola leggiamo:

Perché non si può togliere la Chiesa dalla storia

A proposito di un recente articolo di Vito Mancuso

di Francesco Botturi

In un recente articolo di Vito Mancuso apparso su Repubblica («La perdonanza mediatica», 28 agosto) è portata una dura critica a una possibile giustificazione che l’incontro (poi non avvenuto) del Segretario di Stato vaticano con il presidente del Consiglio italiano avrebbe comportato nei confronti dei comportamenti di quest’ultimo.
Dopo il mancato evento, resta ancora in rilievo il giudizio finale dell’articolo, che attribuisce alla struttura stessa della Chiesa, per sua intrinseca natura, una volontà di potenza che la condurrebbe inevitabilmente al compromesso. In sostanza – afferma Mancuso – la gerarchia della Chiesa condanna pesantemente quel nichilismo che essa alimenterebbe poi praticamente; non per una malvagità dei singoli, bensì perché la Chiesa porta in sé una «sete infinita di potere... connaturata alla sua struttura».
Non entriamo ora a valutare lo sfondo nietzscheano di un tale giudizio, per cogliere invece il filo che collega la questione della valutazione morale all’idea stessa di Chiesa, facendo qualche considerazione che interessa un diffuso sentire (a cui l’articolo in oggetto si rivolge): la Chiesa storica istituzionale – per la sua stessa natura di istituzione – non potrebbe che contraddire il messaggio che porta.
Il punto di partenza è la critica alla Chiesa – perché non esprimerebbe a sufficienza la sua censura morale o perché non imporrebbe vistose penitenze pubbliche ai peccatori – ma l’accusa è di principio, perché lascia intendere che la Chiesa, inevitabilmente, coniuga un astratto moralismo con il compromesso di potere. Il gioco è sottile perché, chiudendo la Chiesa nella morsa tra moralismo e compromesso, oscura l’idea morale cattolica e porta insieme a contrapporre in essa il lato autentico della profezia e quello inautentico dell’istituzione; in definitiva, è funzionale a togliere la Chiesa dalla storia.
Come esemplifica mirabilmente l’enciclica «Caritas in veritate», la morale cattolica è incentrata sulla persona e sulla sua vocazione umano- divina. Per questo non separa il bene della persona dal bene comune, ma neppure li identifica.
Sono livelli di bene diversi con esigenze morali diverse. Dunque, né moralità astratta né compromesso, ma articolazione saggia (chiara nei criteri) e prudente (attenta ai particolari) dei valori, un’etica storica del bene che lega indissolubilmente fine ultimo e condizione esistenziale, regno di Dio e cammino della vita.
Sotto il profilo morale è così prospettata l’unità della vita della Chiesa nella sua condizione storica, che non sopporta per sua intima costituzione – e perciò anche per la sua coscienza morale – di essere ripartita tra ispirazione carismatica e struttura istituzionale, tra società angelica e realtà ' politica'. La storia della Chiesa attesta costantemente il farsi istituzione dei carismi e la carismaticità delle sue istituzioni, e insieme documenta il riproporsi della tendenza alla separazione, in cui vengono compromessi sia il realismo della storia sia quello dello spirito.
Anche oggi, nei confusi esiti della modernità, c’è chi non è interessato a coltivare l’unità della coscienza dogmatica e morale della Chiesa, ma a speculare sulla sua sempre difficile attuazione.

© Copyright Avvenire, 2 settembre 2009

1 commento:

Fabiola ha detto...

Mi colpisce che questo articolo non sia stato affatto commentato. Eppure mi sembra di estrema attualità anche se, apparentemente, parla d'altro rispetto alla "querelle" che ci ha occupato in questi giorni.
"Il gioco è sottile perché, chiudendo la Chiesa nella morsa tra moralismo e compromesso, oscura l’idea morale cattolica e porta insieme a contrapporre in essa il lato autentico della profezia e quello inautentico dell’istituzione; in definitiva, è funzionale a togliere la Chiesa dalla storia."
Togliere la Chiesa dalla storia: ecco cosa vogliono Repubblica, Feltri, tanti cattolici "puri" e "spiritualisti" cioè "adulti".
Tennrla al guinzaglio in modo che si "occupi" solo delle anime (soprattutto di quella di Berlusconi o di Boffo) e lasci a loro la ciccia,cioè:la concreta vicenda umana sulla quale vogliono poter spadroneggiare senza interferenze. E per questo usano i compiacenti pseudo-cattolici che si prestano a predicare dai loro pulpiti.