venerdì 4 settembre 2009

Il boomerang di “Repubblica” e “Giornale” (Antonio Socci)


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Avviso ai naviganti sui commenti molto lunghi

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IL "CASO" DINO BOFFO: RASSEGNA STAMPA

Su segnalazione del nostro Gabriele leggiamo:

Il boomerang di “Repubblica” e “Giornale”

di Antonio Socci

Ezio Mauro e Vittorio Feltri: due autogol? Cominciamo dal primo. Il caso è buffo.
Mercoledì scorso Benedetto XVI ha pronunciato parole di così grande attualità che sono finite nei titoli di apertura di tutti i tg, nei siti internet e ieri su tutti i giornali. Proprio perché toccavano i temi più scottanti.
Ebbene mi pare che La Repubblica (come l’Unità) abbia totalmente “bucato” la notizia. Per quanto abbia cercato ieri non sono riuscito a trovare un titolino e nemmeno una riga. Silenzio plumbeo.
Il fatto è ancor più singolare se si pensa che sempre ieri, nella stessa apertura di prima pagina, Repubblica titolava su quanto aveva dichiarato padre Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana (“Il Vaticano: Feltri crea il caos”).
La Repubblica ha fatto due intere pagine, con un articolo su queste dichiarazioni, accompagnato da un’intervista al cardinale Saraiva Martins e da un pezzo sulle dichiarazioni di monsignor Fisichella. Ma delle parole pronunciate dal Papa – a meno che non le abbiano ben nascoste – non c’era traccia.
Qualche maligno potrebbe pensare che abbiano così censurato o silenziato il Pontefice, ma forse alla Repubblica pensano che quell’uomo vestito di bianco sia un signor nessuno in confronto a padre Lombardi (che certo è il primo a trovare grottesca una scelta simile).
Ezio Mauro e colleghi non erano stati informati che Benedetto XVI è il Papa? Eppure due giorni prima – quando si è trattato di spararlo in apertura di prima pagina (“A Boffo la solidarietà del Papa”) – avevano mostrato di averne avuto cognizione. Ma poi l’hanno subito dimenticato.
Ed è un vero peccato perché casualmente quel discorso del Papa – che tutti hanno riferito – conteneva proprio la risposta solenne a Ezio Mauro e a Repubblica. Infatti da mesi e mesi Repubblica pretendeva di avere dalla Chiesa una parola di condanna sul “caso Berlusconi”.
Pur avendo sempre sparato a zero sugli interventi pubblici della Chiesa, in nome della laicità dello Stato, da aprile Repubblica ha bombardato sul Vaticano, esigendo un anatema contro il peccatore (perché al giornale di Mauro e Scalfari – dove libertariamente si ritiene che non esistano peccati – si giudica che però esista un peccatore, uno solo: lui. E va “lapidato” moralmente).
Che costoro fossero totalmente fuori strada quando pretendevano che la Chiesa si prestasse a scomunicare il premier (o chiunque altro) in quanto “peccatore”, ho provato a spiegarlo su queste colonne il 30 luglio scorso. Quel giorno, ricordando che peccatori siamo tutti (compresi gli immacolati editorialisti di Repubblica), ho scritto: “da duemila anni la Chiesa, seguendo il comportamento e il comandamento di Gesù, condanna con nettezza e decisione il peccato, ma, a braccia spalancate, chiama a sé e accoglie il peccatore e fa festa per il suo ritorno. Ora Repubblica vuole spazzar via quanto Gesù ha comandato per esigere la condanna del peccatore (uno solo: Berlusconi) e l’accoglienza del peccato”.
Hanno continuato su questa strada. Così mercoledì è stato lo stesso Benedetto XVI, con un discorso bellissimo e con la sua autorevolezza, a spiegare a tutti, tramite le parole dell’abate di Cluny, che “Dio persegue le colpe e tuttavia protegge i peccatori”. E’ stato un discorso di eccezionale intensità, un abbraccio di misericordia sulla nostra condizione di poveri uomini.
Una grande esortazione ad accogliere la tenerezza e il perdono di Dio per tutti. E inevitabilmente rappresenta la risposta più autorevole e solenne allo strattonamento indebito di Repubblica e degli altri giornali di sinistra che andava avanti da quattro mesi.
Così alla Repubblica (e all’Unità) qualcuno deve aver deciso che – essendo sgradita quella risposta – era meglio far finta che non fosse pervenuta. Il papa non doveva far notizia. E si è usato, per l’apertura della prima pagina, padre Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, per una sua breve precisazione riferita a Feltri.
L’autogol fatto da Repubblica nel trattare così la Chiesa (e nel prendersi la bocciatura del Papa) è il segno dell’esito alla fine fallimentare di tutta la sua lunga campagna contro il premier. Non essendo riuscita a ottenere le dimissioni di Berlusconi, potrebbe finire col vedere le dimissioni autunnali di Ezio Mauro.

Ma, sull’altro fronte, la sparata del Giornale di Feltri si sta dimostrando disastrosa per i rapporti del governo con la Chiesa e i cattolici. E i danni finiscono per essere pagati da Berlusconi e dal centrodestra.
Primo, perché l’attacco a Boffo è stato scatenato proprio alla vigilia dell’incontro del premier col segretario di Stato vaticano, provocando l’annullamento dell’incontro (un fatto inedito e pesante).
In secondo luogo perché il caso che ne è nato ha costretto alle dimissioni non un “moralizzatore” che aveva sparato sul premier, ma l’esatto contrario.
Dino Boffo, come direttore di Avvenire, ha resistito per mesi alle pressioni della stampa laica e del mondo cattolico di sinistra, che pretendevano di leggere sull’Avvenire un pesante anatema su Berlusconi, magari con la richiesta delle sue dimissioni (cosa che sarebbe stata dirompente per il governo).
Boffo alla fine è intervenuto, ma in maniera molto sobria e in penultima pagina, rispondendo a dei lettori. Era un modo per dare un contentino ai vescovi più antiberlusconiani, ma senza accodarsi alla campagna di Repubblica e senza permettere che fosse strumentalizzata la Chiesa per abbattere il premier. Obiettivamente il centrodestra non ha proprio da lamentarsi dell’Avvenire dell’epoca Boffo.
Invece, evidentemente, aveva di che lamentarsi la manina anonima che tre mesi fa ha spedito ai vescovi quel dossier su Boffo con quella cartellina senza firma (poi finiti sulla prima pagina del Giornale). Mi pare ovvio che quella manina anonima non doveva avere in gran simpatia né Boffo, né Ruini. Sapeva che bombardando Boffo picconava il pilastro del ruinismo.
Chiunque conosca un po’ la Chiesa italiana sa bene che si deve a Ruini il posizionamento dei cattolici sui “valori non negoziabili” e lo scivolamento nell’insignificanza del cattoprogressismo. E si deve ancora a Ruini la sintonia che da anni si registra fra la Chiesa e il centrodestra su tanti temi di interesse ecclesiale e sociale.
Senza Ruini certamente buona parte dei vescovi – culturalmente subalterni ai salotti di Repubblica – torneranno a far emergere posizioni “progressiste”, martiniane, comunque molto più simpatizzanti per il centrosinistra. Ora non credo che il mondo di sinistra, laico e cattolico, vesta a lutto per la fine del ruinismo e per le dimissioni di Boffo (nonostante ciò che viene scritto in questi giorni).
Probabilmente ci saranno addirittura festeggiamenti. Più preoccupato dovrebbe essere il centrodestra. Perché nel mondo cattolico questo incidente è sembrato un incomprensibile attacco alla Chiesa da parte del centrodestra (cosa che non è).
Inoltre, se pure è possibile che alla direzione di Avvenire possa andare un giornalista di valore che continui a fare un giornale autorevole (e pure che eviti sbandamenti cattoprogressisti) per la Cei e la Chiesa italiana le cose si fanno abbastanza confuse. E potrebbero riservare brutte sorprese al centrodestra.
Il Giornale ne ha ricavato pubblicità (e per la verità anche pubblicità negativa), ma il centrodestra cosa ci ha guadagnato? Il Giornale potrà cantare “Vittorio”, ma il centrodestra non può cantare “vittoria”: ora dovrà contare i danni e valutare le macerie.

http://www.antoniosocci.com/2009/09/il-boomerang-di-repubblica-e-giornale/

© Copyright Libero, 4 settembre 2009

13 commenti:

Scenron ha detto...

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/
politica/200909articoli/46961girata.asp

:-)

Matz ha detto...

Applausi per Socci. Un'ottima disanima

Antonio ha detto...

Ma quali macerie... Il Giornale ha pubblicato una notizia vera conosciuta da molti ma non da tutti. Feltri doveva tacere?
I vescovi devono occuparsi della Salus animarum non dei giochetti politici. Come cristiani non giudichiamo Dino Boffo ma è lecito chiedere ed esigere un minimo di trasparenza e onestà .
Io la chiamerei coerenza.

Karol ha detto...

Feltri "armato" dai cattoprogressisti per far fuori l'odiato (da loro) Boffo? tesi suggestiva, che non stupirebbe: cresciuti nelle sacrestie del potere, ecclesiale e politico, questi primogeniti decaduti sono tuttora da tener d'occhio, pericolosi proprio perchè divenuti oltremodo irrilevanti.
Se fosse così, c'è pure da chiedersi però quanta maldestra pochezza alberghi presso certo giornalismo di destra, però...

Matz ha detto...

Non credo al Feltri "armato" dai cattoprogressisti ma credo che la sua azione sia stata stupida oltre che cattiva.

Credo però che Feltri sapeva che avrebbe avuto un "aiuto" nella sua azione diffamatoria: l'aiuto di tanti che ce l'avevano con Boffo già per conto loro

In questo la Chiesa ha dato cattiva immagine di se

Anonimo ha detto...

"Più preoccupato dovrebbe essere il centrodestra. Perché nel mondo cattolico questo incidente è sembrato un incomprensibile attacco alla Chiesa da parte del centrodestra (cosa che non è)."

Probabilmente non lo è, ma non mi pare che cambi molto. Vorrei far notare che il Presidente del Consiglio dopo essersi dissociato appena scoppiato il caso non è che si sia messo a sgolarsi per zittire almeno le operazioni poco pulite di Feltri o per esprimere tutta la sua solidarietà a Boffo o la sua consonanza con gli interventi di qualche vescovo. È stato più che altro a guardare, e con lui molti nella maggioranza. Non mi sembra un buon segno.

Francesco Colafemmina ha detto...

Ormai quel che è fatto è fatto. Tutti abbiamo i nostri difetti chi più chi meno, ma è importante che figure autorevoli di laici che lavorano ufficialmente per la Chiesa non nascondano ombre in modo tale da non farsi coinvolgere in queste vicende del tutto spregevoli.
Ora speriamo soltanto in un prossimo direttore di Avvenire equlibrato e saggio ma soprattutto moralmente ineccepibile. Penso ad un nome in particolare, quello di Andrea Tornielli.
Ma temo che il fatto che lavori al Giornale oggi potrebbe non giovargli. Chissà. Intanto preghiamo perchè la CEI possa ristabilire onore e dignità alla carta stampata cattolica.

Matz ha detto...

Dal mio punbto di vista chi deve recuperare "onore e dignità" è un altro tipo di stampa non quella cattolica.

Noto che i non simpatizzanti di Boffo scrollano le spalle (se va bene) o ridono sotto i baffi (se va male). Forse alcuni non si rendono conto della gravità del fatto (intimidazione alla Chiesa a non osare nemmeno a sfiorare certi argomenti). Forse altri amano di più un certo schieramento politico della propria Chiesa.

Doriana ha detto...

Io credo che se ci si occupa di certi aspetti della vita privata di chiunque e la si giudica poi, in qualche modo se ne pagano le conseguenze; soprattutto se chi ne parla a sua volta può essere colto in castagna o se preferite col sorcio in bocca. Questo è avvenuto in questa sciagurata faccenda.

Doriana ha detto...

La politica nella chiesa è sempre deleteria anche perchè la Chiesa che dovrebbe essere intesa come quella fondata da Cristo, non ha nulla a che vedere o non dovrebbe avere nulla a che vedere con la politica e con tutte le varie sozzure che la impregnano.
Purtroppo, tutta questa faccenda è stata gestita con i piedi. Se non mi sbaglio l'attenzione per certi aspetti della vita privata del premier ( che non voglio difendere), sono stati evidenziati da una testata di cui conosciamo bene l'orientamento politico. Cosa ha fatto Avvenire? E' caduto nella trappola di erigersi a moralizzatore senza pensare alle conseguenze. Ora, è chiaro che la moralità rientra negli argomenti cari alla chiesa ma, si può parlare soltanto se si è sicuri di non essere poi a nostra volta presi nel sacco per qualche scheletro nell'armadio, tenuto a dormire per 15 lunghi anni. Come lo spiegate questo? A me non interessa nè di Feltri ne tantomeno della vita privata del premier ma voglio solo cercare di capire delle sfumature che stentano a chiarirsi o che semplicemente non si chiariranno mai.

Anonimo ha detto...

A proposito di vescovi progressisti, sembra strano che in quel di Terni una famiglia cattolica vicino alla curia abbia portato Boffo in tribunale all'insaputa del vescovo. Sembra....Saluti, Eufemia

Raffaella ha detto...

Gia'...e ovviamente nessuno tira in ballo il nome del vescovo.
R.

Fulvio Sguerso ha detto...

Il caso Boffo - o meglio - il caso Feltri-Boffo, è indubbiamente uno di quei nodi mediatico-politici che terrà banco a lungo sui giornali e sugli altri mezzi di informazione (o disinformazione), terrà banco perché è anche un vistoso sintomo del degrado etico culturale e politico in cui da tempo si avvita lo spirito pubblico del nostro (bel)Paese, e che ogni giorno di più sembra aggravarsi anziché attenuarsi, né si intravvede almeno una via di fuga, se non di salvezza, da questo clima malsano. Come si è arrivati a questo punto? Per i portavoce mediatici e politici del centro-destra (ma esiste ancora il "Centro"?)i responsabili sono giornali come la Repubblica e l'Unità, e settimanli come l'Espresso, in primo luogo,che non si sono fatti scrupolo di attaccare il premier per la sua dicutibile vita privata (divenuta nel frattempo pubblica) e poi tutti quei giornali che non prendono le distenze in modo netto e inequivocabile, dalle testate appena citate (anche in giudizio); per i giornalisti e gli esponenti politici di centro-sinistra (ma esiste ancora la Sinistra?), con sfumature e toni diversi, cioè più o meno "educati" o "civili", non v'è dubbio che la responsabilità del degrado è imputabile al berlusconismo dilagante, quindi, in buona sostanza, al Cavaliere in persona che domina la scena polica, mediatica e, se così si può dire, "culturale" del nostro (bel?)Paese. Chi ha ragione? E' forse questa un questione che può decidersi a maggioranza? Per il Cavaliere parrebbe di sì, dal momento che non perde occasione per ribadire che la maggioranza degli italiani e delle italiane è pur sempre dalla sua parte. E' dunque una mera questione di consenso e di (alto o basso)gradimento da parte delle masse o del pubblico televisivo educato dal Grande Fratello o dall'Isola dei famosi? Se l'opinione pubblica è, come è dimostrato, così facilmente manipolabile dai mezzi di comunicazione di massa, la ragione starà dalla parte di chi riesce a manipolarla meglio? Nel caso Feltri-Boffo abbiamo assistito a un reciproco e simmetrico scambia di accuse circa l'inattendibilità delle notizie sparate in prima pagina dal Giornale e - fino a ieri- dall'Avvenire. La prima battaglia di questa guerra mediatico-politica è stata vinta dal Giornale, quindi dal centro-destra (come sopra); ma non è detto che, alla lunga,tutto l'esercito berlusconiano riesca a vincere la guerra. "Ecco - un Socci potrebbe dire - scoperta la faziosità del signor Fulvio Sguerso: dà per vere le accuse al premier portate avanti da mesi dai giornali del gruppo di Debenedetti e per false, o comunque strumentali, le accuse del giornale di famiglia del Cavaliere al povero Dino Boffo, costretto a dimettersi". Ebbene, un Socci ha ragione, esattemente come ha ragione il sottoscritto a dargli del fazioso di segno opposto. Dunque, come uscirne? Ai posteri l'ardua sentenza.