venerdì 4 settembre 2009

Il rapporto fra Santa Sede e Cei: l'analisi di Carlo Marroni (Sole 24 Ore)


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IL "CASO" DINO BOFFO: RASSEGNA STAMPA

ANALISI

Bertone rafforza il suo controllo

di Carlo Marroni

È lo stesso Dino Boffo a dirlo nella lettera di dimissioni: che c'entro io nel ridisegno delle gerarchie ecclesiatiche?
Se lo stesso ormai ex direttore di Avvenire pone ufficialmente l'interrogativo è la conferma che attorno alla vicenda scatenata da Il Giornale si è consumato un confronto che covava da tempo,e che l'attacco di Vittorio Feltri ha accelerato.
Il cardinale Tarcisio Bertone ha assunto pieni poteri in Curia dopo un triennio in cui si sono assottigliate le vecchie cordate, con piena fiducia del Papa. Ma quando a fine luglio ha letto di una cena tra Camillo Ruini e Silvio Berlusconi, alla Terza Loggia è suonato l'allarme.
I rapporti con la politica italiana li tengo io - aveva detto già nel 2007 chiaramente al successore di Ruini alla Cei, cardinale Bagnasco - e così il Segretario di Stato ha meditato una contromossa, culminata nell'intervista all'Osservatore Romano di fine agosto, quando ha detto alle gerarchie che la Chiesa parla con una sola voce (quella del Papa, naturalmente, e subito dopo la sua, come primo collaboratore di Benedetto XVI).
Il messaggio era anche per Berlusconi, un messaggio di pacificazione mirato a ridimensionare le critiche arrivate dalla stampa cattolica, più o meno organica,sulle vicende private,oltre che sull'immigrazione.
Ma l'attacco de Il Giornale a Boffo- attacco andato a bersaglio, visti i risultati- ha cambiato rapidamente lo scenario, ha fatto saltare il summit dell'Aquila,e ha allontanato e forse defintivamente cancellato l'incontro che il premier avrebbe voluto avere con il Papa.
Boffo era l'ultimo dei seguaci di Ruini in posizione ancora di rilievo - a parte l'arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, futuro cardinale - alla guida del quotidiano che manda al Palazzo (oltre che al popolo cattolico) i messaggi della Cei, ormai non più soggetto politico ma agente pastorale. Con l'uscita di Boffo si allontana il modello del Family Day e della mobilitazione del "popolo di Dio" per far fallire il referendum, e al contrario prevale il modello del realismo politico, dove le leggi e i regolamenti si contrattano.
Il centro-destra è un alleato politico necessario, anche se il più delle volte ai vescovi di base e ai sacerdoti non piace, e quindi basta con le critiche: del resto l'arcivescovo Fisichella - ala dura ex ruiniana - è stato chiaro quando due giorni fa ha detto ai suoi colleghi di piantarla con tutte le esternazioni su immigrazione e moralità. Qui c'entrano poco le convinzioni e la militanza, la Chiesa deve serrare i ranghi, e solo con una guida forte e decisa può farlo.
Il Papa ha offerto la sua solidarietà alla Cei, ma i tentativi di spostare l'attenzione pontificia su Boffo hanno prodotto l'effetto contrario, probabilmente accelerando il processo che ha portato alle dimissioni, che in ogni caso sono frutto di una scelta personale del direttore.
Di certo una reponsabilità ce l'ha proprio la Cei, che nonostante fosse a conoscenza dei fattiche alla fine restano non chiariti non ha mai favorito una soluzione senza clamori.
Dalla scelta del successore di Boffo sarà chiara quale corrente prevarrà, con una avvertenza: la linea di Avvenire non è mai stata antiBerlusconi, anzi il contrario. Le critiche su escort e veline erano la necessaria risposta alle forti sollecitazioni che arrivavano dai lettori e quindi dalla base cattolica. Domenica il Papa sarà in visita a Viterbo, occasione che il Cavaliere voleva cogliere per avere un colloquio con il Pontefice: la diplomazia vaticana aveva respinto questa richiesta, accettando la presenza del plenipotenziario Gianni Letta.
La Chiesa gioca le sue partite su tempi lunghi, e quindi il ridisegno della mappa del potere è in pieno svolgimento, anche se i risultati si vedranno non prima di un anno: sono in ballo la guida di diocesi chiave e i cardinali del prossimo concistoro, da cui uscirà la mappa del potere e del futuro, lontanissimo Conclave.

© Copyright Il Sole 24 Ore, 4 settembre 2009 consultabile online anche qui.

4 commenti:

Antonio ha detto...

Chiesa italiana con le sue presunte lotte politiche mi ricorda il periodo successivo alla bufera napoleonica...poi si sa come andò a finire...gli stati si affrancarono e gran parte del popolo rimasto spettatore si allontanò dalla Chiesa!
Stiamo attenti a dare risposte di santità ai fedeli e non giochi di potere!

Karol ha detto...

"....implacabili".

Invito a leggere, e a meditare, al link sottotante, il lucido commento di Stefano Folli, sul Sole24ore, soprattutto le ultime battute....beh, se fosse davvero cosi, non ci troverei nulla di strano.

http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=NALNQ

sam ha detto...

Adesso esagero, ma in questa storia nessuna "fazione", se tale è, della Chiesa ne esce bene o rafforzata.
Della Chiesa gerarchica, l'unico che si salva ed anzi svetta splendido, è solo Benedetto XVI e nessun altro, neanche quelli che di volta in volta vengono dichiarati suoi più o meno fedeli amici e collaboratori.
Adesso la sparo grossa, ridendo dalla vergogna: se io fossi il Papa (ehehehehehe il Buon Dio mi perdoni), cambierei tutti, ma proprio tutti, quelli che sono a qualsiasi attuale vertice. A quelli buoni meriterei il Paradiso per l'ingiustizia sopportata, a quegli altri glielo renderei più accessibile per la correzione fraterna subita, a tutti gli altri toglierei la possibilità di continuare in questo terribile stillicidio di accuse, sospetti e giudizi fondati o infondati che svelano o celano le vere divisioni della Chiesa e comunque sempre le alimentano.
Per grazia di Dio io non sono il Papa, ma una Loro umile serva, e sono certa che lui saprà ben cosa fare, con l'ispirazione dello Spirito e l'amore della Vergine che sempre l'accompagna.
Per me vale sempre e solo la stessa cosa: dalla parte del Papa, dalla parte di Benedetto!!!!
Non ho altre parti da difendere.

euge ha detto...

Adesso la sparo grossa, ridendo dalla vergogna: se io fossi il Papa (ehehehehehe il Buon Dio mi perdoni), cambierei tutti, ma proprio tutti, quelli che sono a qualsiasi attuale vertice.

Quello che riporti in questa parte del post, sam ho sempre sperato e spero che ancora possa accadere ( non che tu sia Papa ovviamente) :-)))) Ma, riguardo alla sostituzione dei vertici attuali e soprattutto non più attuali..........! Benedetto XVI, è e rimane l'unica garanzia per noi fedeli e per la chiesa che ormai credo sia arrivata alla frutta. Sono molto amareggiata da tutto questo: Il fumo di satana sta compiendo la sua mizssione da un bel pò di anni a questa parte.