lunedì 23 novembre 2009

Incontro Papa-artisti. Elogi all’iniziativa persino dal «New York Times» e da «Al-Jazeera» (Cardinale)


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INCONTRO DEL SANTO PADRE CON GLI ARTISTI: LO SPECIALE DEL BLOG

LA CRONACA DELL’INCONTRO

Una Croisette in Vaticano

Elogi all’iniziativa persino dal «New York Times» e da «Al-Jazeera»

DA R OMA GIANNI CARDINALE

Forse per la prima volta nella sua storia l’austera Galleria la­pidaria dei Musei Vaticani si trasforma in una specie di Croiset­te.
Niente a che vedere con Cannes ovviamente. E non solo perché il tappeto è grigio e non rosso. Ma fa sempre una certa impressione ve­dere nei sacri palazzi sfilare artisti, più o meno noti, mentre un fitto manipolo di giornalisti cerca di in­tercettarli per poter registrare qual­che loro dichiarazione. L’udienza di Benedetto XVI con oltre 260 rap­presentanti del mondo delle arti nella vicina Cappella Sistina è ap­pena terminata. E così registi e at­tori, scultori e pittori, scrittori e poeti, architetti e cantanti scivola­no via verso il ricco buffet offerto dallo «sponsor unico» dell’evento. C’è chi vola via guardandosi bene dall’essere intercettato dal circo mediatico – è il caso di Nanni Mo­retti – ma la maggior parte si con­cede benevolmente. Anche perché il clima è composto e non ci sono le resse della Costa Azzurra. L’attri­ce
Pamela Villoresi trova «che que­sto evento sia un passo per ricuci­re questo rapporto tra arte e la no­stra Chiesa. Io credo che sia stato un momento importante, un mo­mento storico». Per la scrittrice Su­sanna Tamaro «è stato un incontro molto bello e secondo me caratte­rizzato dalla semplicità e dalla profondità». Il regista israeliano Sa­muel Moaz – vincitore alla Mostra di Venezia con il film Lebanon – e­logia l’iniziativa e leggerà il testo pontificio nella traduzione inglese. 'Mi pare - intanto dice - che il Pa­pa abbia detto un grande no all’o­dio e alla guerra e un grandi sì al­l’amore e all’arte». I fratelli Tavia­ni sottolineano che « anche nelle stanze del potere temporale si do­vrebbe diffondere l’importanza nella vita di tutti dell’arte». Massi­mo Ranieri spera che proprio la Chiesa possa essere « un grande mecenate per l’arte, visto che stia­mo attraversando un periodo ter­ribile ». Andrea Bocelli si dice emo­zionatissimo «nel sentire nelle pa­role del Papa questa fiducia rinno­vata nella nostra attività d’artisti». Il Papa, commentato Raoul Bova «ha messo in rilievo i valori più al­ti del nostro mestiere, che non è so­lo gossip». Secondo Castellitto, l’al­leanza fra fede ed arte è ancora pos­sibile: «Gli artisti sono fedeli anche se non credono, perché sono fede­li alla propria immaginazione». C’è anche l’esponente della videoarte newyorkese Bill Viola : in alcuni si­ti avevano scritto che non sarebbe venuto e invece è stato il primo a presentarsi venerdì sera a un gala preliminare che ha anticipato l’e­vento. Lo racconta, tra il divertito e il soddisfatto, l’arcivescovo Gian­franco Ravasi, presidente del Pon­tificio Consiglio della Cultura, pro­motore e organizzatore di un e­vento che ha destato l’interesse sia del New York Times che di Al- Jazee­ra.
Il presule, dopo che Benedetto XVI aveva letto il suo discorso, ha consegnato a ciascun artista una speciale medaglia pontificia co­niata per l’avvenimento. È stata l’occasione per salutare «don Mat­teo », alias Terence Hill , per scam­biare quattro parole con i Pooh , per abbracciare Roberto Vecchioni , per una battuta con un Antonello Ven­ditti dagli immancabili occhiali scuri. O per ringraziare Sergio Ca­stellitto che all’inizio dell’evento ha letto alcuni brani della «Lettera agli artisti» di Giovanni Paolo II. Ra­vasi, prima del discorso di Bene­detto XVI, ha rivolto al Papa un bre­ve indirizzo di saluto, dove – tra l’al­tro – ha riaffermato il «desiderio di ritessere quel 'fecondo colloquio'» tra artisti e Chiesa, perché «rimos­se le macerie delle incomprensio­ni e delle distanze, la via pulchri­tudinis è ancora aperta davanti al credente e all’artista».
Il discorso di Benedetto XVI è stato accolto da un applauso, non di circostanza, di ol­tre un minuto (particolarmente ca­lorosi quelli dell’attrice Irene Pa­pas e dall’architetto anglo-irache­na Zaha Hadid , due donne che Ra­vasi ha voluto mettere nei posti di prima fila più vicini al pontefice). E si è chiuso con un «Arrivederci!». Ravasi, a fine cerimonia, ha voluto dare corpo a questo saluto, confer­mando che il prossimo appunta­mento nel rinnovato dialogo tra Chiesa cattolica e arte è la Bienna­le di Venezia del 2011, dove ci sarà per la prima volta un Padiglione della Santa Sede.

© Copyright Avvenire, 22 novembre 2009

1 commento:

Anonimo ha detto...

Anche la Faz riporta l'evento, ,Eufemia
http://www.faz.net/s/RubEBED639C476B407798B1CE808F1F6632/Doc~E7483ABB528F14EC595DB44A002F99025~ATpl~Ecommon~Scontent.html