domenica 22 novembre 2009

Incontro Papa-artisti: Ritorno a casa (Marcello Filotei)


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Ritorno a casa

di Marcello Filotei

La Cappella Sistina riserva nuove sorprese a ogni visita. Ti aspetti di rimanere stordito ancora una volta dal Giudizio Universale e invece c'è Bill Viola che fotografa Michelangelo con il telefonino. Uno dei più grandi artisti visivi del mondo - che nelle sue opere utilizza tecnologie avanzatissime per garantire la qualità assoluta di immagini talmente rallentate da sembrare ferme a chi dedicasse loro una fuggevole occhiata - con naso all'insù come un qualsiasi teen ager e click: "C'ero anch'io".
Oltre a Bill Viola c'erano decine di creativi di ogni ambito nella serata di venerdì 20 novembre all'appuntamento preliminare in Vaticano con gli artisti, che dopo avere dato una rapida occhiata ai lavori dei colleghi esposti nei Musei Vaticani si sono fermati a parlare tra loro sulle prospettive dell'incontro con il Papa. "Tutti a casa" in uno Stato come quello della Città del Vaticano che è quasi completamnte composto da monumenti, musei e giardini. Una presenza quasi scontata.
Per alcuni una necessità che si esprime da decenni, come nel caso di Kengiro Azuma che riguarda e illustra ad alcuni passanti d'eccezione il senso di quelle opere realizzate alla fine degli anni Sessanta per un convento francescano di Sion e che, rifiutate dai frati, sono poi state accolte nella collezione dei Musei Vaticani per volontà di Paolo VI.
Non tutti però hanno un rapporto consolidato con il sacro. Vittorio Taviani si siede quasi in disparte su una panca della Sistina: "Ascolterò con attenzione, ma non so proprio che dire adesso, però è tutto molto suggestivo".
Altri frequentano queste zone da diverse generazioni, come Leonardo Busiri Vici, discendente di Andrea Vici, architetto vissuto a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento capace di innescare una reazione a catena che ha tramandato di padre in figlio l'arte di progettare. A casa si sente anche Giovanni Chiaramonte, senza la macchina fotografica a tracolla (che è già una notizia), un artista che le questioni relative all'immagine e al sacro se le pone da tempo indagando il rapporto tra luogo e destino nella civiltà occidentale.
I musicisti, invece, rimangono sempre un po' in disparte. Parlano tra loro, come Marcello Panni e Fabio Vacchi, perché "ci sarebbe già molto da dire, ma aspettiamo di ascoltare il Papa".

(©L'Osservatore Romano - 22 novembre 2009)

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