domenica 22 novembre 2009
Il Papa esalta il valore del bello (Valiante)
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Papa-artisti: mai come oggi la bellezza può salvarci (Izzo)
Il Papa: "La fede non toglie nulla al vostro genio, alla vostra arte, anzi li esalta e li nutre, li incoraggia a varcare la soglia e a contemplare con occhi affascinati e commossi la méta ultima e definitiva, il sole senza tramonto che illumina e fa bello il presente" (Discorso)
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Gli ordinariati, le prelature e le circoscrizioni personali: qualche chiarimento. Intervista al Prof. Eduardo Baura a cura di Bruno Mastroianni
Prossimamente in libreria "Benedetto XVI oltre le mode del pensiero" di Francesco Antonio Grana. In anteprima la prefazione del card. Michele Giordano
INCONTRO DEL SANTO PADRE CON GLI ARTISTI: LO SPECIALE DEL BLOG
Su segnalazione di Elisabetta leggiamo:
Arte e fede Incontro nella Sistina
Il Papa esalta il valore del bello
Lo ha fatto ricevendo 260 attori, cantanti e registi nella cappella di Michelangelo «L’arte nella sua accezione più nobile è uno strumento che ci avvicina a Dio»
Francesco M. Valiante
CITTÀ DEL VATICANO
Sotto le volte michelangiolesche della Cappella Sistina la Chiesa e il mondo dell’arte stringono un nuovo patto di alleanza.
Benedetto XVI lancia un appello - «amichevole e appassionato» lo definisce - «all’amicizia, al dialogo, alla collaborazione». E a raccoglierlo trova 260 artisti - molto diversi per provenienza, formazione e religione - che lo accolgono in piedi, lo ascoltano in silenzio, lo salutano con un applauso lungo e caloroso.
Protocollo austero
Non è stata una semplice passerella di vip quella andata in onda ieri in Vaticano. Per loro nessuna concessione allo spettacolo e protocollo piuttosto austero. Neanche il baciamano o la foto di rito col Papa: segno, questo, che in Vaticano hanno badato soprattutto a non svalutare la solennità dell’incontro, evitando che si trasformasse in uno scintillante palcoscenico di star.
E così l’onore della ribalta c’è stato solo per Sergio Castellitto, che dinanzi a Papa Ratzinger ha letto alcuni brani della lettera indirizzata da Giovanni Paolo II agli artisti nel 1999.
Per tutti gli altri - fra questi i registi Nanni Moretti, Mario Monicelli, Marco Bellocchio, Giuseppe Tornatore, Liliana Cavani, Pupi Avati, i fratelli Taviani, gli attori Anna Proclemer, Raul Bova, Franco Nero, Arnoldo Foà, Lino Banfi, Terence Hill, musicisti e cantanti come Ennio Morricone, Claudio Baglioni, Riccardo Cocciante, Roberto Vecchioni, Antonello Venditti, Andrea Bocelli, i Pooh, e poi Carla Fracci e Liliana Cosi, Arnaldo Pomodoro e Mimmo Paladino, Susanna Tamaro e lo scrittore iraniano Kadel Abdolah, con tanto di sciarpa verde al collo - il saluto personale dell’arcivescovo Ravasi, a capo del Dicastero vaticano per la cultura, che a nome del Pontefice ha donato a ciascuno dei partecipanti una medaglia coniata per l’occasione.
Discorso dotto e raffinato
Discorso raffinato e infarcito di riferimenti dotti quello che è stato pronunciato da Benedetto XVI, che sceglie un’erudita riflessione sulla bellezza per dimostrare che non c’è divergenza tra «percorso di fede» e «itinerario artistico». Quando è autentica, infatti, l’esperienza del bello «schiude il cuore umano alla nostalgia, al desiderio profondo di conoscere, di amare, di andare verso l’Altro». E diventa così «una via verso il Trascendente, verso il Mistero ultimo, verso Dio».
Il Papa ha inanellato, una dopo l’altra, citazioni tratte dalle pagine di Platone, Dostoevskij, Braque, Norwid, von Balthasar, Weil, Hesse, Sant’Agostino. A testimonianza che, al di là delle differenze culturali e religiose, la bellezza ha la capacità universale «di aprire e allargare gli orizzonti della coscienza umana, di rimandarla oltre se stessa, di affacciarla sull’abisso dell’Infinito». Senza per questo allontanarla dalla realtà - precisa - ma conducendola «a un confronto serrato con il vissuto quotidiano, per liberarlo dall’oscurità e trasfigurarlo, per renderlo luminoso, bello».
Coltivare la bellezza del pianeta
A preoccupare il Sommo Pontefice sono oggi soprattutto «i segni di rassegnazione, di aggressività, di disperazione» che caratterizzano la nostra epoca. Lo confida a voce alta ai suoi attenti interlocutori, denunciando soprattutto l’atteggiamento di quella parte dell’umanità che «anziché coltivarne la bellezza, sfrutta senza coscienza le risorse del pianeta a vantaggio di pochi e non di rado ne sfregia le meraviglie naturali».
Nasce anche da qui l’esigenza di sottrarsi alle lusinghe di una bellezza «seducente» ma «illusoria e mendace, superficiale e abbagliante fino allo stordimento», che «invece di far uscire gli uomini da sé e aprirli ad orizzonti di vera libertà attirandoli verso l’alto, li imprigiona in se stessi e li rende ancor più schiavi».
«Siate annunciatori di speranza»
Il Papa mette infine in guardia gli artisti dalla ricerca a tutti i costi «dell’oscenità, della trasgressione o della provocazione fine a se stessa». E li invita invece a essere «custodi» della vera bellezza per diventare «annunciatori e testimoni di speranza». «Non abbiate paura - li esorta infatti - di confrontarvi con la sorgente prima e ultima della bellezza, di dialogare con i credenti». Perché «la fede - li rassicura salutandoli - non toglie nulla al vostro genio, alla vostra arte, anzi li esalta e li nutre».
© Copyright Il Giornale di Brescia, 22 novembre 2009
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