lunedì 24 novembre 2008
Il Papa ricorda il genocidio degli Armeni: indicibile sofferenza
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Papa/ Ratzinger ricorda genocidio armeni, indicibile sofferenza
Udienza in Vaticano a 'catholicos' di Cilicia Aram I
Città del Vaticano, 24 nov. (Apcom)
Il Papa ricorda il genocidio armeno, pur senza citarlo esplicitamente: una "sofferenza indicibile" per questa popolazione mediorientale che, negli anni 1915-1916, fu perseguitata dall'impero turco ottomano e perdette quasi un milione di persone.
Benedetto XVI ha ricevuto, questa mattina in Vaticano, il 'catholicos' di Cilicia degli armeni, Aram I.
Il Papa ha ricordato "i santi e i martiri armeni, i maestri e i teologi, la cui eredità di dottrina, di santità e di risultati missionari fanno parte del patrimonio della Chiesa intera".
La loro testimonianza, e in particolare quella di san Nerses Shnorkhali e san Nerses Lambon, "è culminata - ha detto il Papa - nel ventesimo secolo, che ha rappresentato un tempo di indicibile sofferenza per la vostra popolazione. La fede e la devozione del popolo armeno - ha aggiunto Benedetto XVI - è stata costantemente sostenuta dalla memoria dei molti martiri che hanno testimoniato il Vangelo nel corso dei secoli".
"Le Chiese, ,le religioni e gli Stati - ha detto da parte sua Aram I - devono riconoscere tuti i genocidi, compreso quello degli armeni, e devono impegnarsi per prevenire nuovi genocidi affermando i diritti di tutti i popoli alla dignità, alla libertà e all'autodeterminazione".
Il Papa ha anche lodato i "positivi contatti ecumenici" tra cattolici e ortodossi. "Una migliore comprensione e apprezzamento della tradizione apostolica che condividiamo contribuirà ad una sempre più efficace comune testimonianza dei valori spirituali e morali senza i quali non può esistere un ordine sociale giusto ed umano".
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11 commenti:
il Papa ha espressamente menzionato la parola genocidio? Se no, mi sa che per la serie cosa-avrebbe-dovuto-dire-Benedetto XVI quiz, potrebbe girare qualche rotativa alla ricerca dell'ennesima polemicuccia, tanto per non perdere l'allenamento.
Su cosa invece giri a me, invece, è pio e saggio tacere ogni riferimento.
Ci ha pensato Tosatti a fare polemicuccia nel suo blog contrapponendo Papa Benedetto indovinate a chi?
Del resto, anche se avesse pronunciato la parola "genocidio" (Benedetto ha parlato di martirio) ci sarebbe comunque stato qualcuno che avrebbe avuto da ridire.
Pure a me girano gli stessi.
Alessia
Ohibo'!
Che noia che barba...che barba che noia :-)
Ah ma io sono stufa!
Sempre le stesse cose, sempre gli stessi paragoni...uff sbuff :-)
resto sempre impressionata dai paragoni fra ratzinger e wojtyla.
il primo cattivo,il secondo buono come il pane.
perchè i signori giornalisti paragonano i due papi su qualsivoglia argomento ma non su quello più importante e cioè la lotta alla pedofilia?
lì le parti fra buono e cattivo sono invertire e allora vige la regola monastica del silenzio.
ihihihih! Ho espresso civile dissenso a Tosatti. :-)))
Alessia
E te pareva! Lo dico in romanesco! Ma nun se ne pò più!!!!!!
Veramente ci sarebbero tante altre espressioni romanesche che renderebbero molto bene l'idea di quanto sia colma la misura circa questi paragoni che hanno veramente un sapore di ossessione da seduta psicoanalitica ma, sapendo anche che le su indicate espressioni risulterebbero alquanto grevi per questo Blog, mi astengo!
CHE BARBA CHE NOIA CHE NOIA CHE BARBA!
Ho letto dei commenti sul Blog di Tosatti da far venire il volta stomaco circa l'intervento di Benedetto XVI di oggi. Mi sono astenuta dal fare commenti con certa gente è impossibile dialogare.
Sono polemiche inutili e poverine. Il repertorio poi delle parole che potevano essere proninciate, e l'analisi dei sinonimi, mi sembrano una stoltezza.
Non agitiamoci.
Con alcuni il papa dovrebbe stare attento anche a respirare nel modo giusto, con altri invece dovrebbe abbattere il randello. Ma va là.
scusate ma sono eternamente in buona fede e le polemiche spesso mi sfuggono. Questa in particolare mi sfugge e non l'ho capita..se qualcuno me la spiega...
L'unico paragone che mi sento di fare tra i due pontefici con tutta onestà (anche se è un gioco disgustoso quello di soppesare le persone, soprattutto quando uno dei due è costretto a vivere in un altro contesto e l'altro non c'è più) è che l'uno godeva della simpatia dei media e l'altro no. I carismi non si discutono secondo me, perchè nella diversità delle doti e del carattere sono grandi per entrambe. Il limite di papa Benedetto è la timidezza, la difficoltà ad uscire dal guscio e a lasciarsi andare alla botta di teatro, all'abbraccio plateale o al bacio ecumenico. Per me che ho sempre considerato i timidi un tesoro da scoprire non è un problema ma la gestualità spesso finisce per coprire i contenuti regalando oggi a molti l' illusione che su certi temi le posizioni di Giovanni Paolo II fossero diverse. Ricordano i gesti ma evidentemente non hanno letto discorsi ed encicliche, che in fondo, se non mi sbaglio, sono quelli che fanno il magistero della Chiesa
Cara gemma, come non condividere la tua analisi? A tale proposito oltre a sottolineare che i sedicenti estimatori di GPII continuando in questi assurdi paragoni non fanno altro che evidenziare la non conoscenza dei suoi scritti, danno la testimonianza della loro smisurata superficialità dimostrata nei confronti non solo di GPII ma e soprattutto di Benedetto XVI; badate che ora osanna GPII sono gli stessi che lo attaccavano quando era nel pieno delle sue forze e del suo pontificato; salvo poi, dopo l'inizio della malattia ed il suo ritorno al Padre, scoprirsi di colpo estimanori inconsolabili e profondi conoscitori dell'uno e dell'altro.
Ma quando questa gente finirà di sentirsi in dovere di giudicare le persone soltanto dall'apparenza è vero che siamo nell'era del relativismo più sfrenato ma, credo che qui il relativismo centri ben poco; qui è la volontà che manca è il partito preso contro una persona ad offuscare il buon senso di taluni.
Svegliatevi...... il Magistero della chiesa è sempre lo stesso e quello che voi pensate di aver conosciuto nnon è il vero Karol W. ma, soltanto quello che volevano favi conoscere e questo è facile comprenderlo basterebbe leggere una sua Enciclica per capirlo; ma, forse è troppo difficile per certi.
I miei complimenti ad Alessia ed alle vostre lucide analisi, care amiche :-)
R.
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