martedì 4 novembre 2008
Scienza e religione al di là degli stereotipi: "Il big bang il gesuita e l'ebreo" (Lucetta Scaraffia)
Vedi anche:
Vergognosa omissione dei media: la delegazione ebraica ha espresso solidarietà per il massacro dei Cristiani in India ma nessuno ne ha parlato!
Padre Lombardi: "Il Papa andrà in Africa a portare un messaggio di speranza" (Radio Vaticana)
Il primo incontro del forum cattolico-musulmano: "Una scelta per il futuro" (Osservatore Romano)
Cattolici ed Islam-L’esigenza della verità. Intervista all’imam Yahya Sergio Yahe Pallavicini (Sir)
Pedofilia nella Chiesa: la svolta attesa e coraggiosa di Benedetto XVI (Cesare Fiumi)
Al via domani in Vaticano il forum cattolico-musulmano
Padre Samir: "Cristiani e Musulmani: riprende il dialogo grazie al Papa ed alla lectio di Ratisbona" (Asianews)
Benedetto il predicatore: 27 omelie di Papa Ratzinger raccolte in un unico volume a cura di Sandro Magister (Ravasi)
Card. Tauran su incontro islamo-cattolico in Vaticano: "Un capitolo nuovo" (La Croix e Sir)
Il Papa: "La morte prematura di una persona a noi cara diventa un invito a non attardarci a vivere in modo mediocre, ma a tendere al più presto alla pienezza della vita"
Una riflessione sulle parole del Papa all’Accademia delle scienze (Doldi)
Un nuovo altare alla Cattedra in San Pietro
Un esempio di come si crea confusione nella mente dei semplici: il Gesù del cardinale Martini
Ernesto Galli Della Loggia: "Le spalle al Cristianesimo - Le uccisioni dimenticate" (Corriere)
Tra il Papa e l’eretico la spunta Galileo (Maniaci)
Enzo Bianchi: "Il Libro al centro dell’ultimo sinodo: sale della pace, va diffuso anche fra le culture orali" (La Stampa)
Evoluzione e Creazione: in Vaticano piena libertà di discussione, voglia di capire senza vincoli (Politi)
Scienza e religione al di là degli stereotipi
Il big bang il gesuita e l'ebreo
Due astronomi a colloquio con Riccardo Chiaberge
di Lucetta Scaraffia
Il rapporto fra scienza e religione sembra farsi sempre più difficile, addirittura fonte di aperti conflitti che nascono più spesso da malintesi che da vere ragioni di contrapposizione, tanto che alcuni scienziati, in tutto il mondo, ne hanno fatto addirittura un genere letterario.
In un clima così teso arriva invece con intento distensivo il libro di Riccardo Chiaberge La variabile Dio (Milano, Longanesi, 2008, pagine 195, euro 14,60) che affronta questo tema da un punto di vista originale: un lungo colloquio con importanti scienziati, George Coyne, che è stato direttore della Specola Vaticana, e Arno Penzias, l'astronomo che ha captato il rumore del big bang. L'incontro si è svolto in distesa amicizia e stima reciproca, "tutto l'opposto di quel clima di crociata e di muro contro di muro che sembra dominare da qualche anno intorno a questi temi".
I due scienziati, entrambi settantacinquenni, hanno parlato del rapporto con la religione nel loro percorso biografico - Coyne gesuita, Penzias ebreo scampato alla Shoah - e nella loro passione scientifica. E se Penzias dice di guardare a un mondo in cui Dio non interviene, Coyne insegue Dio nella sua ricerca sull'universo: "Sto cercando di capire un universo creato da Dio che mi ama". Ma se non sono molti gli scienziati a dichiararsi religiosi - scrive Chiaberge - sono quasi la metà quanti pensano che avere una fede non impedisca affatto di essere un ottimo ricercatore, convinti cioè che si tratti di due campi esistenziali separati, che possono non interferire l'uno con l'altro.
Chiaberge passa poi ad affrontare i due nodi strategici della contrapposizione fra scienza e fede: il processo a Galileo e l'evoluzionismo. Mentre per il processo a Galileo sembra addirittura che l'ebreo Penzias sia più indulgente del gesuita Coyne nel suo giudizio sull'operato della Chiesa di Roma, vedendo nel processo allo scienziato non tanto una condanna delle sue teorie, quanto dell'uomo che ne aveva fatto un uso contrario alle disposizioni della gerarchia ecclesiastica - un processo quindi più politico che scientifico - per quanto riguarda l'evoluzionismo vediamo i due scienziati schierati entrambi, senza remore, su una posizione favorevole.
Posizione che si contrappone quindi nettamente a quelle dei creazionisti, ai quali Chiaberge dedica un interessante capitolo frutto di una visita al Creation Museum del Kentucky. Coyne sostiene che anche l'idea dell'Intelligent Design "sminuisce Dio, lo degrada ad un ingegnere", mentre invece - continua il gesuita - "la scienza moderna pone una sfida, una sfida stimolante, alle credenze tradizionali intorno a Dio. Dio nella sua infinita libertà crea continuamente un mondo che riflette questa libertà a tutti i livelli del processo evolutivo verso una complessità sempre più grande. Dio lascia che il mondo sia quello che sarà nella sua continua evoluzione. Non interviene, ma piuttosto asseconda, partecipa, ama".
Ma questo libro dai molti meriti, che tra l'altro - ed è un pregio non secondario - riesce a far capire in termini semplici complicate teorie astrofisiche sull'origine e la natura dell'universo, non arriva a individuare il punto su cui si fonda la vera differenza fra i cattolici e gli evoluzionisti radicali: cioè il posto dell'essere umano nella natura. I cattolici, e i credenti in generale, non accettano infatti una teoria che vuole l'uomo parte della natura a tal punto da negare la differenza, l'eccezione, della specificità umana. Da questa diversa concezione di essere umano, ovviamente, deriva una diversa valutazione etica dell'intervento scientifico nei momenti di inizio e di fine della vita.
Molto parziale è anche la lettura che Chiaberge fa del Vaticano ii, secondo lui molto aperto nei confronti della scienza e che nei decenni successivi sarebbe stato tradito da una nuova ostilità dimostrata dalla Chiesa: l'autore sembra non pensare che nei decenni che seguono il concilio è cambiato completamente il rapporto fra la scienza e la società, e si sono aperti nuovi e complessi problemi, ai quali, sicuramente, i padri conciliari non avrebbero potuto dare risposte diverse da quelle date dalla Chiesa di oggi. Ma nonostante queste incomprensioni il libro rimane un tentativo interessante di conciliazione fra mondi culturali che vengono spesso contrapposti. Un tentativo del quale bisognerà tenere conto.
(©L'Osservatore Romano - 3-4 novembre 2008)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento