lunedì 13 aprile 2009
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Il nuovo entusiasmo del Camerun
DI FABRIZIO MASTROFINI
«Tutti a Bafoussam dicono di avermi vista con un bimbo in braccio parlare con il Papa» durante la sua visita al centro Leger di Yaoundé.
È la testimonianza di Maria Negretto, missionaria laica dell’Istituto Maria Santissima Annunziata, della Famiglia Paolina, da 40 anni in Camerun, oggi a Baleng nella diocesi di Bafoussam, nel nord del Paese.
A quasi un mese di distanza il ricordo della visita del Papa è un continuo stimolo per la vita cattolica del Camerun e per Maria Negretto un ininterrotto pellegrinaggio di persone che vogliono ascoltare dalla sua voce il racconto di quell’incontro.
A Baleng la missionaria ha aperto un centro per le cure palliative che si fa strada a fatica: per la cultura locale è difficile accettare che i malati terminali possano avere un luogo per loro, diverso dalla casa, e ricevere terapie per alleviare il dolore. «Nel 2008 – racconta – abbiamo avuto solo 26 ospiti, tra i quali 12 casi di tumori generalizzati e 12 Aids all’ultimo stadio; 2 diabetici con complicazioni renali e tumore al pancreas». Le famiglie però dopo la morte – aggiunge – riconoscono «la diversità di una fine di vita al Centro e dopo i funerali vengono a ringraziare per l’assistenza».
Molti i progetti da concretizzare dopo questa Pasqua 2009 ed in particolare due scuole elementari: una a Banevang l’altra a Baleveng. «Stiamo pure preparando e cucendo le lenzuola per i detenuti che sostituiscano quelle preparate cinque anni fa; questo turno di rinnovamento lenzuola, é il terzo». Pasqua, dopo la visita del Papa, è il tempo della riflessione. «Tanta fede e coraggio serve pure a me in questo periodo dove le angosce per gli ammalati terminali continuano a turbarmi. Angosce per la situazione sanitaria e morale di tanti camerunensi che si ritrovano già morti a qualche settimana ed alle volte a mesi prima del vero trapasso. Rimuovere le cause si presenta una battaglia dura e lunga: ci sono di mezzo le tradizioni , le credenze, la cultura africana ». Un’altra esperienza è quella di padre Antonio Panteghini, dehoniano, animatore infaticabile della Ong «Children Care Camerun» di Nkongsamba, nell’ovest. Il centro si occupa di micro- progetti di miglioramento agricolo, sanitario e di formazione e di macro-progetti per l’allestimento di attività industriali.
Padre Antonio ha un ricordo indelebile della visita del Papa che gli è di conforto in questa Pasqua. «Siamo all’inizio della stagione della piogge – ci spiega da Nkongsamba – e la gente lavora i campi e semina. Mi ha impressionato la vitalità del Papa e che sembrava infaticabile. Io vivo in una diocesi lontana dalla capitale, qui il clero è stato molto attento a quanto il Papa andava dicendo e c’è la volontà di riprendere i vari argomenti trattati dal Papa e approfondirli con i fedeli. Sono sicuro che non è solo un proposito dettato dall’entusiasmo immediato e che verrà mantenuto, soprattutto nello sforzo di seguire il Sinodo e di valorizzarne le conclusioni».
Le storie di Maria Negretto che guida un centro di cure palliative e di padre Panteghini impegnato in micro-progetti agricoli ed interventi sanitari
© Copyright Avvenire, 12 aprile 2009
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