domenica 17 maggio 2009
Il Papa: un regime senza Dio volle la Shoah (Vecchi)
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Il Papa: un regime senza Dio volle la Shoah
Benedetto XVI lascia Israele pronunciando dure parole sullo sterminio degli ebrei
Gian Guido Vecchi
DAL NOSTRO INVIATO
TEL AVIV
Sono passati otto giorni intensissimi, nel volo papale si vedono facce stravolte ma Benedetto XVI ha l’aria serena quando percorre l’aereo e s’avvicina comprensivo e sorridente ai giornalisti che hanno dai venti ai quarant’anni meno di lui, «cari amici, grazie per il vostro lavoro: immagino com’era difficile, con tanti problemi, tanti trasferimenti…».
E’ soddisfatto, il Papa, e si vede. «Un discorso commovente, promette una vita senza lacrime o paura», lo ha salutato il presidente israeliano Simon Peres.
All’inizio, sul volo verso la Giordania, aveva spiegato che la Chiesa «non è una forza politica, ma spirituale» e per questo può contribuire alla pace appoggiando «le posizioni realmente ragionevoli».
Così il congedo dall’aeroporto di Tel Aviv, davanti a Peres e al premier Netanyahu, è un bilancio del pellegrinaggio e insieme una sintesi di tali «posizioni».
Un testo scritto e limato fino all’ultimo che riassume, ascoltati tutti, la posizione della Chiesa per «una pace duratura basata sulla giustizia».
Benedetto XVI è realista, «so quanto sia difficile il suo compito e quello dell’Autorità palestinese », dice a Peres. Ma la sua invocazione è solenne e ricorda lo storico «mai più la guerra!» di Paolo VI all’Onu, il 4 ottobre 1965: «Non più spargimento di sangue! Non più scontri! Non più terrorismo! Non più guerra! ». La pace è possibile, Benedetto XVI nomina per la prima volta «la soluzione di due Stati» e chiede «divenga realtà e non rimanga un sogno».
Parole che richiamano «la comunità internazionale » a «intraprendere iniziative concrete e coraggiose», gli ha scritto il presidente Giorgio Napolitano.
Il Papa è attento a riconoscere le ragioni di ciascuno. «Sono venuto a visitare questo Paese da amico degli israeliani, così come sono amico del popolo palestinese».
Così il muro a Betlemme è stata «una delle visioni più tristi» e il Pontefice prega perché «i popoli della Terra Santa » possano vivere «senza la necessità di simili strumenti di sicurezza e di separazione». E rinunciando «ad ogni forma di violenza e di aggressione».
Alcuni in Israele avevano lamentato un intervento «tiepido » allo Yad Vashem.
Ieri Benedetto XVI ha parlato degli ebrei «brutalmente sterminati sotto un regime senza Dio che propagava un’ideologia di antisemitismo e odio», uno «spaventoso capitolo della storia» che «non deve essere mai dimenticato o negato».
E ha ricordato che ebrei e cristiani sono «fratelli». Prima di partire, a Gerusalemme, aveva incontrato ortodossi e armeni, e pregato al Santo Sepolcro divenuto simbolo della «vergogna» che è la divisione tra cristiani.
Tuttavia «ho trovato un clima ecumenico molto incoraggiante», aggiunge sull’aereo. «E in tutti gli ambienti, musulmani, cristiani ed ebrei, una decisa volontà al dialogo interreligioso». Quel «dialogo trilaterale» che è la chiave di tutto.
«Le difficoltà sono più visibili, non dobbiamo nasconderle e vanno chiarite. Non così visibile, però, è il profondo desiderio di pace da parte di tutti».
© Copyright Corriere della sera, 16 maggio 2009
All’aeroporto
Il Pontefice e la carta d’imbarco
DAL NOSTRO INVIATO
G. G. V.
TEL AVIV — Bagagli e passaporto non glieli hanno controllati, almeno questo no, va bene la sicurezza ma il personaggio è noto e si può fare uno strappo alla regola. Però l’organizzazione israeliana è stata così meticolosa che Benedetto XVI ha ricevuto la sua regolare carta d’imbarco per l’aereo papale.
Con l’indicazione del volo El Al LY2009 e il nome del passeggero: «Sua Santità Benedetto XVI». L’aereo è più che confortevole, il servizio squisito, la precisione assoluta: e vicino al Pontefice restano tutti stupiti e divertiti quando vengono riconsegnate le carte d’imbarco.
Un inedito nella storia dell’aviazione. Ricevono le loro carte anche i membri del seguito papale, a cominciare dal cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato. E anche loro, spiegano durante il volo, non le avevano mai viste.
© Copyright Corriere della sera, 16 maggio 2009
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